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La "guerra" di Orlando contro il Mef: "Gestione del Coime regolare, lo dice la Corte dei conti"

Il sindaco all'attacco della Ragioneria dello Stato, che ritiene "in eccedenza" i lavoratori edili del Comune. Il Professore rispolvera una sentenza del 2010: "Al ministero c'è una mano destra che fa finta di non sapere cosa fa la sinistra. Grave e sospetto ignorare il passato"

Nella "guerra" con la Ragioneria dello Stato, il sindaco Leoluca Orlando tira fuori una sentenza della Corte dei conti del 2010 sulle somme utilizzate dal Comune per i lavoratori del Coime. Personale che per gli ispettori del Mef risulta essere "in eccedenza". Gli 850 edili in forza al Coime, assunti negli anni '80 con il famoso Dl 24, vengono pagati grazie ad un contributo straordinario dello Stato. E, anziché il contratto degli enti locali, viene loro applicato quello del comparto edilizia: un'anomalia secondo il Mef.

Ma il primo cittadino però non ci sta. E, carte alla mano, lancia la sfida ai burocrati della Ragioneria dello Stato. "Il Comune di Palermo - si legge relazione dei giudici contabili (sezioni riunite di Roma) - ha adottato misure organizzative nuove per assicurare la conforme gestione delle somme ricevute agli scopi previsti dalla legge" e si sottolinea che il ministero dell’Interno e il Comune avevano all’epoca adottato "delle misure conseguenziali". Addirittura lo stesso ministero delle Finanze, a seguito dell’indagine, aveva istituito un apposito capitolo di spesa relativo ai contributi erogati al Comune di Palermo. "Con il Comune di Palermo - scriveva all'epoca Corte dei Conti - non si è resa necessaria la convocazione di apposito incontro, in quanto l’ente ha assicurato che avrebbe operato in conformità alle osservazioni della Corte" e che "l’amministrazione ha di fatto posto le basi per dotare tale struttura edile di un vero e proprio piano industriale, ovviamente nei limiti delle potenzialità proprie di un ente pubblico".

A corredo degli atti, arriva il commento del sindaco: "Se qualcuno aveva dei dubbi sulle anomalie che hanno contraddistinto la vicenda della verifica contabile svolta dal ministero dell’Economia e delle finanze al Comune, basta andare a vedere il carteggio che lo stesso ministero ha intrattenuto con la Corte dei conti e con il ministero dell’Interno nel 2010 proprio sulla regolarità della gestione del Coime da parte del Comune. Se ne evince che evidentemente al ministero c’è una mano destra non sa o fa finta di non sapere cosa fa la sinistra, e forse nemmeno ciò che fa la mano… destra. Di fronte ad affermazioni così chiare e nette, che furono mandate dalla Corte anche ai ministeri dell’Interno e dell’Economia, che ci sia ancora chi ha voglia di 'verificare' è sempre legittimo, ma che lo faccia ignorando il passato è sicuramente grave, se non sospetto".

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