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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Mattarella bis per il Quirinale, ci spera la sinistra

Lega e Partito Democratico stanno giocando una partita politica che si consumerà anche con l'elezione del nuovo capo dello Stato. Forza Italia e Udc credono in Berlusconi, mentre Iv temporeggia

Una cosa è certa (o quasi): l’attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha fatto capire di non essere disponibile ad altri sette anni come rappresentante della più alta carica dello Stato. “Tra otto mesi il mio mandato di presidente termina. Io sono vecchio e tra qualche mese potrò riposarmi” aveva detto a maggio, in occasione di un incontro con gli alunni di una scuola primaria di Roma. E’ vero, Mattarella è forse la figura che gode di maggior consenso tra tutti gli italiani e questo potrebbe pesare su un eventuale cambio di opinione. Ma al momento i partiti non possono non tenere conto delle volontà del presidente, che esclude un bis. 

Si apre così una partita molto complicata perché quello del Quirinale è sempre stato un campo nel quale si sono consumati enormi, a volte anche cervellotici tatticismi. Obiettivi? Sempre politici. Di nomi ne circolano tanti, alcuni sfiorano la fantapolitica, altri più credibili e potenzialmente realizzabili. Tuttavia, ad oggi, quando siamo all’inizio del semestre bianco, non ci sono nomi in vantaggio sugli altri. Qualcuno dà per scontato l’attuale Premier Mario Draghi perché unanimemente apprezzato (anche in Europa), ma scontato non è per niente. Vediamo perché, tenendo sempre a mente che il Presidente della Repubblica viene votato dal Parlamento in Camera comune, con la maggioranza dei due terzi per i primi tre scrutini (segreti) e poi con maggioranza assoluta, allo scopo di impedire che la carica Presidenziale sia una diretta emanazione della maggioranza dei partiti. Fermo restando che la frammentazione del quadro politico rende quasi impossibile l'elezione nei primi tre scrutini, dove è richiesta la maggioranza dei due terzi. Forse ci riuscirebbe super Mario. 

Il Quirinale dopo Mattarella: ipotesi Draghi

Mario Draghi è un candidato plausibile, tanto che in suo favore si è da poco espresso il Ministro per lo Sviluppo economico della Lega Giancarlo Giorgetti, che giorni fa, dalla kermesse di Affaritaliani, ha detto: “Draghi è una delle personalità più adeguate, forse la più adeguata in assoluto: credo che prima o poi possa essere la destinazione giusta per lui”. E’ uno degli endorsement più forti. E Berlusconi? Se queste dichiarazioni non hanno secondi fini, sono un messaggio chiaro, ad indicare come la dirigenza della Lega sia orientata a mandare l’attuale Presidente del Consiglio al Quirinale. Il motivo? Se Draghi diventasse Presidente della Repubblica, si andrebbe ad elezioni anticipate e si spianerebbe la strada per le elezioni che a destra sono convinti di vincere, i sondaggi aiutano, formando così un Governo con Lega, Fdi e Fi (più altri) con Salvini e Meloni a contendersi la poltrona di capo del Governo. Dunque Salvini lancia Draghi al Quirinale ed è il motivo per il quale a sinistra, restano collaborazione e stima per l’attuale Premier, ma si tira il freno a mano per un’operazione del genere. 

Mattarella bis per il Quirinale, ci spera la sinistra

A mettere i puntini sulle “i” è il democratico Matteo Ricci, che punta su un Mattarella bis. "L'idea di Salvini è un modo per dire basta con il governo Draghi e andiamo a votare nel 2022. Chi corteggia ora Draghi per il Quirinale, lo vuole fuori da Palazzo Chigi e punta a elezioni anticipate. Questo è il giochino delle destre. Ho fiducia che le amministrative vadano bene per il centrosinistra. Un nostro buon risultato potrebbe fare cambiare strategia alla destra. Si potrebbe così creare un clima unitario grazie al quale ragionare sul Mattarella bis. Un Parlamento unito è la pre-condizione per la conferma di Mattarella al Colle". Le parole del sindaco di Pesaro sono una conferma della presunta strategia leghista, ma anche della contromossa della sinistra, che spera di tirare per la giacca Mattarella, così da non consegnare il Governo a Salvini. Non solo perché le parole di Ricci fanno riflettere anche su un’altra variabile, cioè quella delle elezioni comunali. Forse non sono così scollegate. E se la sinistra vincesse di netto nelle città più importanti? Sarebbe un messaggio pesante alla destra, che perderebbe tutta questa sicurezza di avere il Paese in mano in caso di urne. E allora, come dice Ricci, i leader di destra potrebbero convincersi che sarebbe meglio giocare al ribasso una partita in cui vincono tutti con un secondo Mattarella che, alla fine, così impossibile non è. Le sue parole alla scuola romana sono chiare, ma non così nette. E poi c’è anche il precedente di Giorgio Napolitano, che si mise da parte anzitempo per una conferma al Quirinale, salvo poi cambiare idea e tornare per risolvere uno stallo. Inoltre Mattarella, per quanto adesso figura super istituzionale, è di sinistra e da quella parte sempre sarà.

Contrari ad entrambe le soluzioni quelli di Alternativa C’è, di cui fa parte la deputata Emanuela Corda: “Sicuramente siamo contrari all’ipotesi di un Mattarella bis per una questione di durata dell’incarico. Nulla da dire contro Mattarella, ma è giusto che una carica sia ricoperta per il tempo che si deve e non oltre”. Difficile poi pensare che dentro il gruppo degli espulsi dal Movimento 5 Stelle ci sia qualcuno per Draghi Presidente, visto che hanno pagato il prezzo di aver detto “no” a lui anche come capo del Governo. 

Berlusconi al Quirinale: improbabile ma non impossibile

Dunque Berlusconi. E’ fantasia? No, è fortemente improbabile ma non è fantasia. Certo che se neppure la Lega lo appoggia è un bel problema per il Cavaliere. Ma non è da escludere perché Berlusconi ci ha abituati a colpi di scena sorprendenti. Lo dice anche l’onorevole Elio Vito di Forza Italia proprio a Today.it: “Certo che Berlusconi Presidente della Repubblica è possibile, ma non deve essere un candidato di bandiera solo del centrodestra, come invece si sta facendo”. La soluzione è “non parlarne ora, lavorare ad una sua candidatura con tutti gli altri partiti che sostengono il Governo Draghi”. E forse Vito era stato anche lungimirante quando, sempre in un’intervista a Today.it, aveva spiegato come la corsa di Berlusconi al Quirinale, sarebbe passata per un grande polo moderato e liberale e mai per la federazione del Centrodestra, facendo la stampella di Salvini. Intanto sono disponibili a lavorare per il leader azzurro anche dalle parti dell’Udc, il cui segretario Lorenzo Cesa ha detto senza mezzi termini di lavorare “per Berlusconi presidente della Repubblica, per lui ho grande stima, grande ammirazione e grande riconoscenza, anche perché Berlusconi ha sempre avuto grande attenzione e rispetto per l'Udc. Lui è un federatore e c'è bisogno di gente che unisca il centrodestra. Si può fare, ma sarà durissima per varie ragioni: la prima è che non sarà mai votato dal Movimento 5 Stelle che resta comunque il partito più votato dagli italiani alle scorse elezioni e conta ancora 162 deputati e 75 senatori; la seconda è il fatto che la sua resta una figura molto divisiva e polarizzante; la terza è la sua condizione di salute che resta precaria e questo potrebbe essere un problema per lui. 

La partita al momento sembra più quella tra  Draghi e un Mattarella bis e su questo aiuta anche l’analisi di un leader che potrà far valere il suo peso in Parlamento: Matteo Renzi, che di recente ha detto: "Se Draghi va al Quirinale hai per 7 anni un ottimo presidente della Repubblica. Se Draghi resta presidente del Consiglio abbiamo un premier molto autorevole in Europa nel 2022 che è l'anno in cui si danno le carte in Europa perchè si riforma il patto di stabilità. Cosa preferisco io? Lo dirò a febbraio, per rispetto a Mattarella e a Draghi". Di sicuro Italia Viva vuole continuare nel segno della stabilità e della credibilità internazionale, come ha spiegato proprio a Today.it il vice capogruppo di Italia Viva alla Camera Marco Di Maio: “È prematuro parlare del nuovo presidente della Repubblica, tanto più coinvolgendo con così largo anticipo anche il Presidente in carica a cinque mesi dalla conclusione del suo mandato. Abbiamo il dovere, in ogni caso, di interpretare lo spirito dei tempi perfettamente incarnato dal Governo Draghi e dunque lavorare per una figura che abbia il più ampio consenso possibile in parlamento. Questo sarà il nostro obiettivo”.

Ma Mattarella, Draghi e Berlusconi non sono gli unici nomi. Ce ne sono altri da non sottovalutare. E sono donne. C’è il ministro della Giustizia Marta Cartabia, che oltre ad essere donna di Stato è anche, secondo un sondaggio di Termometro Politico, la terza scelta degli italiani all’11,8%, dietro Mattarella (17,7) e Draghi (16,1%). Nel Pd in molti fanno il nome dell'ex ministra della Difesa Roberta Pinotti. Si parla anche della Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e la presidente della Rai Annamaria Tarantola. Era tornato anche il nome di Emma Bonino, che a maggio disse: “Trent’anni fa mi ero esposta e all'epoca molti furono più che sorpresi. Ad esempio ricordo che Giuliano Amato aveva proposto, ad un certo punto, di pensare anche ad una donna: le reazioni furono talmente incredibili che Amato fu costretto a sottolineare di aver proposto una donna, non un coleottero’’.

Poi ci sono nomi che aleggiano come fantasmi ma per cui nessuno si espone neanche in privato: Romano Prodi, Giuliano Amato, i giuristi Sabino Cassese e Gustavo Zagrebelsky. Ci sono personalità europee come il commissario Paolo Gentiloni e il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, oppure interne come il ministro Dario Franceschini, il fondatore del Pd Walter Veltroni, l’ex sindaco di Roma e ministro Francesco Rutelli o addirittura l’ex premier Giuseppe Conte. E ancora l'ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, che ha un curriculum di tutto rispetto e la credibilità istituzionale, ma potrebbe anche essere un diversivo per le prime chiamate, quelle in cui si fanno le trattative e i partiti prendono le distanze dalle quali studiarsi. 

Insomma, se fosse un thriller, il quadro sarebbe magmatico, anche perché in passato, non c'è un presidente eletto che fosse tra i papabili. Forse, come dicono in molti, è presto per parlare di Quirinale perché per ora ci sono solo indicazioni di massima. Ma gli indizi restano tali, i nomi circolano e se circolano, un motivo c’è. Che siano proposte serie o specchietti per le allodole, sono lì per un motivo. Questo significa che la partita è aperta e, comunque andrà, sposterà gli equilibri dei poteri politici in Italia.

fonte Today.it

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