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Un'azienda su due non paga la Tari: in città l'evasione resta da record

Lo dicono i dati presentati dall’assessore al Bilancio D’Agostino. Nell’ultimo anno il Comune ha incassato o avviato l’incasso di 7,25 milioni di euro ma ora l'amministrazione pensa a multe più dure e sospensione temporanea dell'attività per i morosi

Un palermitano su tre non paga la Tari e tra le aziende il livello di evasione sale raggiungendo una media del 52% con picchi di mancati pagamenti, in alcuni quartieri, dell’84%. Nonostante dunque negli ultimi due anni, grazie alle modifiche già apportate ai regolamenti comunali, l’Amministrazione sia riuscita a recuperare 14,4 milioni di euro di tasse non pagate negli anni precedenti, gli evasori in città restano tanti. Tra le utenze domestiche però non mancano i casi positivi: nei quartieri Zisa, Malaspina, Principe di Palagonia, Statua e Resuttana la percentuale di paganti infatti supera il 75%.

I dati sono stati presentati oggi dall’assessore al Bilancio Roberto D’Agostino alla Commissione consiliare per il bilancio “in vista di una auspicabile discussione informata in seno al Consiglio comunale, per la modifica del regolamento Tari che preveda tutte le agevolazioni possibili per chi vuole pagare e mettersi in regola ma allo stesso tempo un netto inasprimento delle sanzioni per chi continua a non volere pagare”. Nel dettaglio, nell’ultimo anno il Comune ha incassato o avviato l’incasso di 7,25 milioni di euro grazie alla rateizzazione di tasse risalenti agli anni fra il 2012 e il 2018 (in questo caso a chiedere l’agevolazione sono stati circa 3 mila cittadini), 2,4 milioni sono invece stati incassati grazie al ravvedimento operoso (chiesto da 2800 cittadini) ed infine 4,67 milioni sono stati incassati grazie alla compensazione fra crediti e debiti con circa 1.650 fornitori del Comune che figuravano anche fra i morosi. Per loro, il saldo delle fatture è avvenuto al netto delle somme che già dovevano all’Amministrazione.

L’analisi dei dati sull’evasione, condotta con la collaborazione della Sispi, ha permesso di procedere ad una geolocalizzazione delle utenze, soprattutto commerciali, in modo che questo favorisca i controlli da parte della polizia municipale per le contestazioni e l’irrogazione delle sanzioni. La situazione dell’evasione della Tari accumuna tanti grandi comuni, soprattutto ma non solo nel Centro-Sud e per questo l’Anci ha chiesto al Governo di individuare forme di riscossione automatica e rateizzata (quali ad esempio l’inserimento nella bolletta dell’energia elettrica) che renderebbero prossima allo zero l’evasione, permettendo per altro una congrua dilazione.

“Il Comune di Palermo – ha detto il sindaco Orlando – in questi anni ha offerto a coloro che vogliono mettersi in regola tutti gli strumenti possibili, trovando soluzioni tecniche e favorendo la rateizzazione del debito. E’ evidente che il contemporaneo e ripetuto annuncio di sanatorie e 'pace fiscale' da parte del precedente Governo nazionale ha danneggiato questa nostra operazione, con una ricaduta diretta sulla qualità dei servizi che risentono della mancanza di disponibilità di cassa da parte del Comune e della Rap. Motivo in più per sottolineare l’urgenza di un dibattito e un confronto con il Consiglio comunale che affronti questo delicato tema, individuando le soluzioni più corrette”.

La proposta dell’Amministrazione per la modifica del Regolamento Tari è che per le utenze non domestiche sia introdotto un sistema di sanzioni molto duro, che prevede, dopo avvisi e diffide, la possibilità di chiudere temporaneamente le attività commerciali (fino ad un massimo di 30 giorni) e, in caso di ulteriore rifiuto al pagamento delle tasse, la revoca della licenza.

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