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Alta tensione Governo-Anci sulle periferie: dalla Sicilia allarme anche per le ex Province

Dopo la conversione in legge del decreto Milleproroghe i Comuni insorgono: "Impegni non mantenuti". Leoluca Orlando, presidente di Anci Sicilia, chiede al ministro Bongiorno "quali misure intenda attuare il governo per scongiurare il rischio di default" degli enti intermedi

Un incontro urgente al ministro della Funzione pubblica, Giulia Bongiorno, "per definire funzioni, competenze e risorse delle Province", è stato chiesto dall'ufficio di presidenza dell'Anci Sicilia, che ha deciso di inviare una lettera al ministro "per conoscere quali misure intenda attuare il governo per scongiurare il rischio di default" degli enti intermedi.

“Lo scorso mese di luglio – spiegano Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale dell’Associazione dei comuni siciliani – la sentenza della Suprema Corte Costituzionale ha fatto finalmente chiarezza dopo 5 anni di confusione legislativa e amministrativa che ha messo in ginocchio gli enti di area vasta, producendo un proliferarsi di commissari regionali e bloccando l’erogazione di servizi e la realizzazione di interventi in tutta la Sicilia. La sentenza ha, di fatto, ribadito che la riforma è nazionale e non può essere considerata legittima l’applicazione in Sicilia in modo diverso e discriminante dal punto di vista istituzionale, funzionale e finanziario. Adesso è necessario mettere ordine nel caos normativo con l’obiettivo di superare questi sei anni di prolungata incertezza per tornare a garantire i servizi essenziali ai cittadini”.

“Per questi motivi – conclude il presidente Orlando – ribadiamo la necessità di superare, attraverso un adeguato confronto con il Governo nazionale e con quello regionale, il quadro finanziario determinato dall’accordo disastroso sottoscritto dagli ex presidenti della Regione e dei ministri e definire un assetto che consenta all’ente intermedio non solo di scongiurare il dissesto ma anche di determinare con estrema chiarezza ruolo e funzioni”.

La richiesta si inserisce in un momento di alta tensione nei rapporti tra Governo nazionale e Associazione dei Comuni. Ieri infatti il Senato ha approvato il decreto Milleproroghe, che quindi adesso è legge. Il via libera porta con sè però aspre polemiche. L'Anci nazionale ha ufficialmente interrotto le relazioni istituzionali con il governo. Questa si traduce nella sua assenza per ora dal tavolo dell'Unificata e della Stato-Città, stoppando così il complesso meccanismo delle intese tra enti locali, Regioni e Esecutivo.

"Nessun riscontro agli impegni assunti da Conte con i sindaci. In conferenza unificata - ha spiegato il presidente Antonio Decaro - sarebbe dovuta passare l'intesa che avrebbe sanato la presunta incostituzionalità di una parte dei fondi. Il governo l'ha prima inserita all'ordine del giorno poi l'ha tolta. Per ragioni tecniche, ci hanno detto. Ma noi siamo convinti che le ragioni tecniche siano superabili, quando c'è la volontà politica". La delegazione di sindaci ha abbandonato i lavori e ha comunicato che "non tornerà a parteciparvi fino a quando non si restituiranno i fondi, un miliardo e seicento milioni, ai Comuni e, per loro, ai 22 milioni di cittadini che risiedono nei 326 tra città e paesi coinvolti dai progetti".

A stretto giro la risposta del governo: il sottosegretario all'Economia Massimo Garavaglia ha fatto sapere di comprendere bene "la volontà del Pd di risolvere il problema", ma sostanzialmente a suo parere quello sollevato dai sindaci è in realtà "un falso problema".

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