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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Pranzi, auto e messe con soldi pubblici: condannato Maira

I giudici d'appello della Corte dei Conti hanno stabilito che l'ex capogruppo Udc e Pid all'Assemblea regionale siciliana dovrà risarcire la Regione con 407 mila euro

Usò per fini non politici i fondi a disposizione del suo gruppo parlamentare. E' la conclusione a cui sono giunti i giudici d'appello della Corte dei Conti che, con sentenza 1/2017, hanno condannato l'ex capogruppo Udc e Pid all'Assemblea regionale siciliana Rudy Maira. Dovrà risarcire la Regione con 407 mila euro.

L'indagine, che ha anche portato a un procedimento penale, ancora in corso, è stata condotta dai finanzieri del Nucleo di polizia Tributaria di Palermo. I giudici contabili hanno respinto il ricorso e confermato la sentenza di primo grado.

Lungo l'elenco delle spese contestate al capogruppo. Come il noleggio per oltre 100 mila euro per tre Audi A6 utilizzate dallo stesso Maira e dal deputato Fausto Maria Fagone. I leasing delle vetture erano illegittimi dal momento che i due deputati, residenti fuori dalla provincia di Palermo, percepivano già i rimborsi per raggiungere il capoluogo siciliano.

Rudy Maira dovrà restituire anche l'equivalente del conto al bar e alla bouvette all'Ars dell'Udc e del Pid: circa 16 mila euro. Così come le spese telefoniche del gruppo non dovute visto che i deputati ricevono per le telefonare un rimborso di 4.150 euro l'anno. Tra le spese contestate anche i 200 mila euro dati ai deputati Salvatore Cascio, Totò Cordaro, Antonino Dina, Marco Lucio Forzese, Giuseppe Gianni, Giuseppe Lo Giudice, Orazio Ragusa, Anna Maria Caroni, Santo Catalano. Chiudono la lista delle spese ritenute illegittime i soldi versati per far celebrare cinque messe di suffragio per il padre del presidente dell'Ars Francesco Cascio nella parrocchia di Sant'Eugenio Papa. 

"Da avvocato - commenta Maira - so perfettamente che le sentenze vanno rispettate, ma quando queste sono definitive. E questa di appello della Corte dei Conti, che mi riguarda, non è definitiva, quanto meno per la differenza della giurisprudenza contabile siciliana rispetto a quella delle altre Regioni". "Ad oggi comunque una cosa per me è importante - precisa -. Dalla lettura della sentenza emerge che a titolo personale non ho incassato alcuna somma di danaro del gruppo ma - afferma - i contributi concessi dall'Assemblea regionale siciliana sono stati utilizzati per esigenze del gruppo e dei suoi componenti che poi sono i destinatari dei contributi erogati. L'utilizzo di questi contributi è stato caratterizzato dal rispetto delle norme interne dell'Ars e dalla prassi consolidata alle quali mi sono attenuto".

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