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Spese pazze Ars: condannato Leontini, 7 rinvii a giudizio e 4 prosciolti

Il gup ha condannato a due anni - pena sospesa - l'ex capogruppo Pdl. Assolto invece Cateno De Luca. L'accusa era quella di avere usato il denaro destinato ai gruppi parlamentari per fini non istituzionali

Un condannato, un assolto, sette rinviati a giudizio e quattro prosciolti. E' la decisione del gup Riccardo Ricciardi per il procedimento a carico degli ex capigruppo dell'Assemblea regionale siciliana per le cosiddette "spese pazze" nel periodo 2008-2012. L'accusa è quella di avere usato il denaro destinato ai gruppi per fini non istituzionali.

Il giudice ha condannato a due anni - pena sospesa - l'ex capogruppo Pdl Innocenzo Leontini (Pdl), accusato di peculato. Assolto Cateno De Luca (Mpa e gruppo misto). Entrambi avevano scelto il rito abbreviato. Tra chi ha scelto il rito ordinario, sono stati rinviati a giudizio (ma solo per alcuni episodi ndr): Giulia Adamo (Pdl, gruppo misto e Udc), Giambattista Bufardeci (Grande Sud), Nunzio Cappadona (Aps, Alleati per la Sicilia), Cataldo Fiorenza (Pd e gruppo misto), Rudy Maira (Udc e Pid), Livio Marrocco (Pdl e Fli), Salvo Pogliese (Pdl). Non luogo a procedere per Francesco Musotto (Mpa), Marianna Caronia (Mpa e Pid), Paolo Ruggirello (Mpa e gruppo misto), Nicola D'Agostino (Mpa). Per il capogruppo del Pd, Antonello Cracolici, i pm hanno chiesto l'archiviazione e il giudice si deve ancora pronunciare.

Leontini secondo l'accusa si sarebbe appropriato di 7.100 euro del gruppo Pdl per un acquisto in una gioielleria di Modica, 210 euro per due piatti di cristallo, 486 euro per un servizio di sei tazze, 236 euro per tre piatti da portata in acciaio, 15 euro per un cesto floreale, 237 euro spesi al supermercato per comprare panettoni, pandori e bottiglie di spumante. Ed ancora, avrebbe speso 830 euro per riparare una "non meglio identificata autovettura".

"Non mi aspettavo una decisione simile, e sono molto amareggiato. Vuol dire che spiegherò meglio, di come ho fatto sinora, a un altro giudice la mia posizione peraltro identica a quella di tutti gli altri capi gruppo che per le stesse mie accuse sono stati archiviati". Commenta in una nota Cataldo Fiorenza. "Ribadisco  - aggiunge - di non avere speso un solo centesimo di denaro che non fosse legittimo spendessi. La sola differenza sta nel fatto che quella indennità, perché di questo si tratta per me come per gli altri capi gruppo, io l'ho canalizzata su una carta prepagata mentre tutti gli altri l'hanno percepita sul proprio conto corrente, e non solo i capi gruppo ma in certi casi anche l'intero ufficio di presidenza del gruppo parlamentare. Mi si accusa di come ho speso il mio stipendio, è normale? La mia preoccupazione potrebbe essere quella di un processo alla politica in senso lato e non a fatti specifici che nel mio caso sono stati ampiamente spiegati, ma la fiducia nella magistratura prevale sul timore. Adesso mi auguro solo che si faccia presto, perché solo ora ho capito sulla mia pelle cosa vuol dire subire un processo con tempi che rischiano di intaccare tutti gli aspetti di una vita privata e pubblica vissuta da sempre all'insegna del lavoro e dell'onestà".

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