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Orlando partecipa al Summit Onu contro la violenza

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha partecipato al Summit mondiale contro la violenza e gli estremismi al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite a New York. Il sindaco ha infatti partecipato al lancio ufficiale del Programma “Strong Cities Network”, un programma globale di città ed autorità locali finalizzato al rafforzamento della coesione sociale ed allo sviluppo di programmi di prevenzione degli e risposta agli estremismi violenti. Il primo cittadino del capoluogo siciliano era l’unico italiano presente insieme al presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Ieri, i lavori cui ha preso parte il presidente Americano Obama, sono stati introdotti dall’Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, il principe di Giordania Zeid Ra’ad Al Hussein.

Intervenendo ai lavori Orlando ha dichiarato che: “l’esperienza palermitana e siciliana di lavoro sinergico fra sistema giudiziario e repressivo da un lato e società civile dall’altro nel contrastare i fenomeni criminali è vista come un modello. Si è compreso a livello globale che molti fenomeni violenti e criminali hanno radici culturali che nascono dalla perversione di valori anche positivi, distorti ad uso e consumo di singoli e gruppi criminali. Questo vale tanto per la mafia siciliana quanto per gli estremismi religiosi: entrambi pervertono valori culturali per finalità che non hanno nulla a che vedere con gli interessi ed il bene delle rispettive comunità. Altro elemento che sempre più attira l’attenzione dei leader globali è la “Carta di Palermo”, il documento approvato nella nostra città qualche settimana fa con precise e puntuali proposte di riforma radicale delle politiche relative ai flussi migratori, con il riconoscimento del diritto alla mobilità quale diritto fondamentale e con la proposta di abolizione del Permesso di soggiorno. Oggi sempre più si comprende come le politiche restrittive della mobilità locale ed internazionale si stanno trasformando in strumenti e causa di un genocidio e di arricchimento e rafforzamento di gruppi criminali che operano su scala internazionale".

Non a caso, un plauso all’iniziativa è venuto dal procuratore generale degli Stati Uniti, Loretta E. Lynch, che ha affermato che “Un network di città e autorità locali può essere di vitale importanza per rafforzare le capacità di collaborazione per lo scambio di buone prassi e per la realizzazione di iniziative comuni di contrasto al crimine e sviluppo della coesione sociale"

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