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Studenti disabili, solo 87 su 397 possono andare a scuola: lezioni negate per un "fraintendimento" politico

Alcuni enti locali avrebbero male interpretato una circolare della Regione sulla necessità di una certificazione speciale per l’accesso all’assistenza igienico-sanitaria. Nel Palermitano la situazione più grave, con oltre 310 ragazzi in attesa di poter iniziare l’anno scolastico

Sono soltanto 87 su 397 gli studenti disabili della provincia di Palermo che hanno potuto iniziare l’anno scolastico regolarmente. Per altri 310 le porte della scuola sono rimaste chiuse. Un “malinteso” tra Regione ed enti locali avrebbe impedito l’avvio dei servizi specialistici igienico-sanitari necessari per permettere a questi ragazzi di entrare in classe con i propri compagni. Una questione che avrebbe dovuto essere risolta molto prima dell’inizio delle lezioni e invece la politica regionale è ancora oggi impegnata a discuterne.

Proprio questa mattina, infatti, a Palazzo dei Normanni si è tenuta una seduta congiunta delle commissioni V Cultura e formazione e VI Sanità per cercare di trovare una soluzione celere. "Era necessario mettere insieme tutti i soggetti coinvolti e farli parlare, confrontare, per capire qual era l'ostacolo", spiega il presidente della V commissione Ars, Luca Sammartino.

“Tutto - afferma Roberta Schillaci, deputato regionale del M5S - è nato a causa di un fraintendimento tra la Regione e qualche ente locale. Alcuni di questi, infatti, nonostante una circolare emessa dal dipartimento alla Famiglia, hanno ritenuto indispensabile la produzione da parte del disabile della certificazione Uvm, che in effetti poteva essere benissimo sostituita da altra documentazionecomprovante la sussistenza della patologia che dà diritto al servizio. Per sgomberare il campo da ogni equivoco le commissioni congiunte hanno chiesto che la Regione emani una nuova circolare”.

E, in assenza degli assessori competenti, Antonio Scavone alla Famiglia, Ruggero Razza alla Salute e Marco Zambuto alle Autonomie locali, i dirigenti dei dipartimenti, Rosolino Greco (Famiglia), Maurizio D’Arpa (Integrazione socio-sanitaria) e Margherita Rizza (Autonomie locali), si sono impegnati per la Regione a preparare e pubblicare nel più breve tempo possibile l’atto richiesto dal parlamento regionale. Nel frattempo, però, i deputati delle commissioni dell’Ars hanno chiesto che gli enti locali in ritardo, in particolare le Città metropolitane di Palermo e di Catania, diano corso al servizio, basandosi sulla semplice certificazione che attesti che l'alunno è in possesso dei requisiti previsti dalla legge 104.

Le risorse, infatti, per avviare l’assistenza ci sono, sono stati stanziati circa 4 milioni di euro che sono stati versatidalla Regione agli enti localigià nel maggio scorso. “Lo scaricabarile sulla pelle dei lavoratori e degli studenti è uno spettacolo triste è vergognoso - commenta il presidente della commissione Antimafia dell’Ars e deputato dei Cento passi, Claudio Fava -. Mentre nella maggioranza a sostegno di Musumeci continua lo scontro tutti contro tutti, le famiglie degli studenti con disabilità sono lasciate nell’incertezza. Con buona pace del diritto allo studio”.

Il problema, infatti, è soprattutto politico e tutto interno alla maggioranza, con la Lega in particolare che contesta il lavoro sin qui svolto sul tema dall’assessore Scavone. “Nessuna garanzia e certezza è stata definita oggi per gli assistenti ai disabili. Chiedo che la Regione adotti tempestivamente degli strumenti per garantire l'accesso ai servizi scolastici da parte degli studenti con disabilità. Inaccettabile che si siano avviate le attività scolastiche e non siano stati presi provvedimenti chiari”, attacca il deputato della Lega e responsabile provinciale del partito, Vincenzo Figuccia. Per mettere ordine nel settore dell'assistenza specialistica agli alunni disabili, la parlamentare Schillaci nei giorni scorsi ha presentato un disegno di legge all'Ars.

“Non è assolutamente un punto di arrivo - dice - ma di partenza e tutti i contributi che arriveranno per ottimizzarlo saranno i benvenuti. A tal proposito, a breve, faremo altri incontri. C'è assolutamente bisogno di una legge che riordini il settore, che non va per niente bene, come testimoniano le proteste delle famiglie degli alunni, cui spessissimo siamo costretti ad assistere”.

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