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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Sanità, Miccichè punta sul privato: "Più efficiente ed economico"

Il presidente dell'Ars ha partecipato alla presentazione del rapporto "Ospedali & Salute 2018" dell'Associazione italiana ospedalità privata. Trizzino (M5S): "No, grazie. Vogliamo che il pubblico competa lealmente col privato"

I siciliani attendono fino a due mesi per accedere a prestazioni specialistiche per le quali i tempi massimi di attesa non dovrebbero invece superare i 3 giorni. Le liste più lunghe si registrano per l'ecocolordoppler cardiaco, 57,2 giorni per il 21% degli utenti, e la colonscopia, 50 giorni nel 41% dei casi. Ma non sono da meno i tempi per le prestazioni da erogare entro i 10 giorni e che invece possono prolungarsi fino a 3 mesi: è il caso della mammografia bilaterale, 88 giorni per il 30% degli utenti, e della colonscopia, 89,3 giorni per il 43%. Sono alcuni dei dati che emergono dal 16esimo rapporto annuale "Ospedali & Salute 2018" promosso dall'Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) e presentato oggi a Palazzo dei Normanni.

Liste d'attesa e uso improprio dei pronto soccorso sono due dei "temi caldi" del sistema sanitario siciliano. Secondo lo studio, nell'Isola le attese non risparmiano neanche le prestazioni di ricovero: per quelle da effettuare entro i 30 giorni, circa il 13% dei pazienti attende fino al doppio del tempo (67 giorni) per un ricovero ordinario, mentre per il 7,5% in lista per un ricovero in Day hospital l'attesa può protrarsi fino a 105 giorni.

Dal punto di vista dei cittadini, le liste d'attesa rappresentano una rilevante inefficienza del Servizio sanitario nazionale, non solo perché generano ansie e disagi ai pazienti e alle loro famiglie, ma soprattutto perché sono la prima causa di rinuncia alle cure e concorrono ad alimentare da un lato la spesa out-of-pocket, dall'altro la mobilità sanitaria, aumentando ulteriormente le diseguaglianze tra regioni. Oltre il 30% degli utenti, infatti, per ricevere una risposta tempestiva, sceglie di pagare privatamente le prestazioni o rivolgersi a ospedali di altre regioni.

"Le liste d'attesa rappresentano un elemento di forte disuguaglianza sociale - sottolinea la presidente dell'Aiop, Barbara Cittadini - Per risolvere questa criticità e superare le disomogeneità territoriali risulta indispensabile potenziare, in termini quali-quantitativi, l'offerta dei servizi erogati, promuovendo la piena integrazione tra la componente di diritto pubblico e quella di diritto privato del Ssn in una condivisione di intenti, affinché i valori del sistema universalistico e solidaristico non vadano smarriti e vengano preservati e custoditi".

Altra criticità del Ssn sono gli accessi al pronto soccorso, diventati una soluzione per accedere più rapidamente alle prestazioni sanitarie. In base a quanto emerso dalla ricerca, oltre il 50% degli italiani ricorre ai pronto soccorso quando non trova una risposta dalla medicina territoriale mentre, e in più di un caso su 4 tenta direttamente la strada del Pronto soccorso come soluzione per accorciare le liste d'attesa. In Sicilia, tra il 2017 e il 2018 è cresciuta del 71% la percentuale di pazienti che si sono rivolti a un Pronto soccorso pubblico che, non potendo assisterli in quell'ospedale, li ha inviati in una struttura accreditata del Ssn. La percentuale sale addirittura al 164,3% nella provincia di Catania, seguita da quelle di Trapani (75,8%) e di Palermo (74,3%).

"Per arginare questi fenomeni - aggiunge Cittadini - è indifferibile procedere a una riorganizzazione del sistema sanitario, sia dal punto di vista economico-finanziario, sia dell'offerta sanitaria che non è più coerente con la domanda di salute come conseguenza dell'allungamento della vita media, dell'aumento delle patologie croniche e per effetto della progressiva diminuzione della quota del pil destinata alla sanità. Auspichiamo che le Regioni sappiano utilizzare adeguatamente, superando qualsivoglia resistenza ideologica, la risorsa della componente di diritto privato del Ssn che ha la possibilità di adeguare e incrementare la propria offerta di prestazioni in tempi rapidi e a costi contenuti. Le Regioni che hanno operato questa scelta si trovano oggi in una condizione migliore e registrano livelli più alti di soddisfazione dei cittadini".

razza cittadini miccichè-2Secondo il presidente dell'Ars Gianfranco Miccichè si deve "ripensare alla riorganizzazione della sanità in Sicilia ripartendo dal settore privato che è molto efficiente ed economico rispetto al servizio sanitario pubblico". 

 "Spesso - ha aggiunto - a Roma ci contestano l'alto costo del servizio di emergenza-urgenza, ma non tengono conto delle difficoltà orografiche della Sicilia e soprattutto della carenza di infrastrutture. A volte, per percorrere pochi chilometri, un'ambulanza impiega ore che possono essere fatali per il paziente".

Miccichè ha ricordato gli ottimi risultati della Lombardia che "ha dato un enorme spazio agli operatori sanitari privati rivoluzionando un settore che oggi è più efficiente ed economico rispetto agli anni passati". Da qui l'invito all'assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, "che stimo per le sue doti che ho avuto modo di apprezzare, a intestarsi questa rivoluzione in Sicilia".

trizzino-4Di parere diverso Giorgio Trizzino, ex direttore sanitario dell'ospedale Civico e oggi parlamentare del M5S. "Miccichè anche oggi in occasione dell’incontro promosso dall’Aiop all'Ars - ha sottolineato - non ha tardato a fare sentire il suo ‘autorevole’ parere sul futuro della sanità siciliana auspicando che in un prossimo futuro tutto il sistema sanitario regionale possa essere privatizzato. Ha ricordato l’esperienza lombarda del suo amico Formigoni che dovrebbe essere di esempio per noi siciliani. Ha aggiunto che dobbiamo fare presto a consegnare al agli imprenditori privati del settore tutti gli ospedali e le attività ambulatoriali. Secondo lui è più giusto che i privati si arricchiscano a spese dei malati perché il sistema privato genera più risparmio e fornisce prestazioni di più elevata qualità. Gli ho risposto: no grazie! Preferiamo che in Sicilia i suoi amici non ci mettano mai piede visto come è finito Formigoni condannato in Cassazione per essere stato il centro di un diffuso sistema di corruzione. In Sicilia vogliamo una sanità pubblica che competa lealmente con la sanità privata ma su principi basati sulla integrazione dei due sistemi e sul rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini basati sulla gratuità ed equità. Il nostro obiettivo primario è frenare la migrazione sanitaria, rendere trasparente il sistema sanitario e ridare fiducia ai cittadini. Dobbiamo stare tutti dalla stessa parte per dare risposta ai malati e garantire la tenuta del sistema".

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