Riscossione Sicilia nel caos, si dimette il cda: "Situazione economica gravissima"
Domenico Achille, Michelangelo Patanè e Graziella Germano hanno rinunciato all'incarico evidenziando "il vastissimo contenzioso per centinaia di milioni di euro; le inevase richieste dei dipendenti, il pesante clima che si respira all'interno dell'azienda"
Si dimettono i componenti del consiglio di amministrazione di Riscossione Sicilia Spa, Domenico Achille, Michelangelo Patanè e Graziella Germano. Al presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, hanno illustrato "la gravissima situazione economica e amministrativa nella quale versa la società. In modo particolare, è stato evidenziato: il vastissimo contenzioso per centinaia di milioni di euro; le inevase richieste dei dipendenti, che a loro volta hanno comportato oltre cinquecento azioni legali; il pesante clima che si respira all'interno dell'azienda; gli incombenti adempimenti in vista dell'attuazione del processo organizzativo stabilito lo scorso anno dall'Assemblea regionale siciliana".
Il presidente, quindi, ha preso atto di quanto rappresentato, ringraziando gli amministratori per il lavoro svolto - seppure per un breve periodo - e l'analisi compiuta che ha confermato la piena consapevolezza, da parte di tutto il governo, di quanto pesante fosse la condizione ereditata nella riorganizzazione della società, lasciata negli anni passati al di fuori di ogni vigilanza da parte del governo regionale.
Al termine dell'incontro con il cda di Riscossione Sicilia, Musumeci ha riunito la Giunta che si è determinata, in relazione alla gravità esposta, ad affidare rapidamente a un nuovo consiglio di amministrazione la prosecuzione del processo previsto dalla legge, ferma restando la tutela di tutti i livelli occupazionali. "Peraltro - ha precisato il governatore - Riscossione Sicilia non è la sola a destare preoccupazione: sono numerose in Sicilia le società vigilate che sopravvivono in spregio alle più elementari regole di buona amministrazione, ragione per la quale nella legge finanziaria di recente approvazione abbiamo inserito la norma che prevede la sostituzione degli amministratori inadempienti sull'approvazione dei bilanci. Non si può far finta di non vedere questa vasta palude da bonificare. Tolleranza zero dal nostro governo nei confronti di furbetti e spregiudicati".
Le reazioni
Claudio Fava - "Le dimissioni del Cda di Riscossione Sicilia sono un'ulteriore conferma del fallimento politico e gestionale dell’azienda. Un’azienda in deficit strutturale, che costa milioni di euro ai siciliani, amministrata male in questi anni e ormai solo in attesa di essere liquidata. La Sicilia è l’unica regione a gestire in proprio l’attività di riscossione - per altro senza brillare per risultato - con costi insostenibili per i città e gli utenti. Serve azzerare l’intera governance, legata alla vecchia gestione, e accelerare il processo di messa in liquidazione nell’interesse delle casse regionali, degli utenti siciliani e degli stessi lavoratori dell’azienda”. Lo dice Claudio Fava, deputato regionale del movimento 100passi e presidente della Commissione antimafia regionale.
Valentina Zafarana (M5S) - "Apprendiamo con preoccupazione delle dimissioni del cda di Riscossione Sicilia, che, comunque, fatte salve le professionalità di chi ne faceva parte, certifica l’ennesimo fallimento della giunta Musumeci. Fallimento che si va ad aggiungere a quelli raccolti sul versante rifiuti e sanità, solo per citare i maggiori. In attesa delle grandi riforme, di cui ad oggi non c’è la più flebile traccia, ne prendiamo atto e chiediamo all’assessore Armao di venire a riferire in aula su questa vicenda che sta assumendo contorni sempre più gravi”. Lo afferma la capogruppo del M5S all’Ars, Valentina Zafarana.
Antonello Cracolici (Pd) - "Il governo riferisca in aula su quanto sta accadendo a Riscossione Sicilia: presenterò un'interrogazione all'Ars, le dimissioni dei componenti del cda hanno aperto una delle crisi istituzionali più profonde in atto alla Regione". Lo dice Antonello Cracolici, parlamentare regionale del Pd.