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Polemica rifugi alpini chiusi, il Cas replica all’assessore Scilla: “Abbiamo sempre pagato i canoni"

Continua il botta e risposta con la Regione dopo la revoca delle concessioni. Il presidente del Club Alpino Siciliano Mario Crispi: "Sempre pagato nelle misure annualmente richieste dal dipartimento del suo assessorato e, ovviamente, possiamo darne prova"

"Le dichiarazioni dell'assessore Toni Scilla sono false e calunniose. Noi abbiamo sempre pagato i canoni e ci piacerebbe sapere quali sono i rischi per la sicurezza dei visitatori. Chiediamo all'assessore di verificare bene le informazioni fornite dai suoi uffici e provvedere a far pervenire una smentita in merito. Altrimenti ci troveremo costretti a procedere con una denuncia per diffamazione". Così Mario Crispi, presidente del Club Alpino Siciliano, replica all'assessore che ieri a PalermoToday aveva chiarito le motivazioni per cui è stata revocata la concessione al Cas di sei rifugi alpini, cinque dei quali nel Palermitano.

Ma Crispi non ci sta e contrattacca: "Il Club Alpino Siciliano - dice - ha sempre pagato i canoni nelle misure annualmente richieste dal dipartimento del suo assessorato e, ovviamente, può darne prova. Inoltre abbiamo sempre curato la manutenzione degli immobili nei limiti delle nostre competenze, fornendo gratuitamente relazioni tecniche e progetti per tutte quelle opere non rientranti nelle stesse".

I rifugi per il quali la Regione ha revocato le concessioni sono: l'Ostello della Gioventù a Piano Battaglia, rifugio Severino a Pizzo Carbonara, rifugio Cervi a Monte Cervi, rifugio Rascata a Collesano (tutti sulle Madonie), rifugio Pizzo Bileo (Ficuzza) e di Arcarolo (Nebrodi). "Faremo ricorso al Tar per rivendicare, ovviamente, le ragioni del Club Alpino Siciliano sulla vicenda. Restiamo comunque aperti al dialogo - conclude - per raggiungere possibili soluzioni che evitino uno scontro tra istituzioni da noi certamente non voluto".

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