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Rifiuti, ancora scontro Orlando-Musumeci: "Ordinanza aiuta speculazione dei privati"

Il sindaco critica l'operato del governatore nella veste di commissario per l'emergenza: "Emerge la volontà politica di sopprimere le poche realtà pubbliche esistenti privilegiando l'affidamento a un sistema privatistico contaminato"

"All'indomani dell'insediamento della struttura commissariale ho fornito per quanto riguarda la città di Palermo un dettagliato elenco di interventi e provvedimenti, di esclusiva competenza di quella struttura, che erano allora urgenti e possibili e sono oggi urgentissimi e necessari. Basta ricordare che ad oggi la Regione non ha neanche risposto a tale nota, perché sia chiaro a tutti come la struttura commissariale sia fortemente indirizzata a tutelare e garantire gli interessi speculativi dei privati". Ad attaccare apertamente l'operato della Regione Siciliana è il sindaco Leoluca Orlando.

"In materia di rifiuti - attacca il primo cittadino - il Governo regionale rischia di essere governato, come sono stati governati i suoi predecessori negli ultimi vent'anni, da una struttura burocratica che ha da un lato favorito interessi speculativi più volte posti all'attenzione dell'Autorità giudiziaria e dall'altro causato gli enormi e gravi disservizi di cui sono stati e sono vittime i cittadini".

Le parole di Orlando suonano come una risposta alla nota inviata dal dirigente generale dei Rifiuti Salvo Cocina ai Comuni che non fanno almeno il trenta per cento di differenziata, Palermo in primis. Oggetto: decadenza di sindaco e Giunta se entro il 31 luglio gli amministratori non firmeranno accordi con le quattro società che hanno partecipato al bando per l’invio fuori regione dei rifiuti.

Orlando "demolisce" il ddl regionale "in cui chiaramente emerge - dice - la volontà politica di sopprimere le poche realtà pubbliche esistenti privilegiando l'affidamento a un sistema privatistico contaminato e che, sulle spalle dei siciliani, potrà lucrare sempre di più, puntando alle città metropolitane e su Palermo dove l'esistenza di una partecipata interamente a capitale pubblico ha fino ad oggi escluso interessi speculativi dalla gestione dei rifiuti. Sia l'Anci sia diverse amministrazioni comunali stanno ricorrendo contro la folle ordinanza emanata dalla struttura commissariale. Una ordinanza che oltre ad essere sbagliata nel merito contiene diversi profili di illegittimità nel merito: basti pensare al fatto che viene chiesto ai Comuni di procedere in soli 15 giorni, in evidente violazione della normativa sugli appalti e quella anticorruzione, alla stipula di contratti per milioni di euro in un quadro del tutto incerto e poco trasparente per quanto riguarda modalità, tempi e costi di smaltimento dei rifiuti. Se proprio si vuole procedere su questa folle strada, che lo faccia la struttura del commissario, assumendosene tutte le responsabilità".

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