rotate-mobile
Politica

La Regione accelera sui termovalorizzatori: "Basta discariche, chi si oppone sta dalla parte della malavita"

Il governatore Nello Musumeci illustra il piano per "ridurre in cenere i rifiuti indifferenziabili" e lancia un messaggio forte a chi, come la Giunta guidata da Leoluca Orlando, si schiera contro. "Non basta un solo Comune a bloccare la procedura che abbiamo avviato". Previsti due impianti in Sicilia, ancora top secret i siti

Il governo regionale spinge il piede sull’acceleratore per realizzare in Sicilia due termovalorizzatori, uno nella parte occidentale e uno nella parte orientale dell’Isola. Non c’è altra strada "alla schiavitù delle discariche" secondo il presidente Nello Musumeci, che non svela i nomi delle sette società che hanno risposto all’avviso esplorativo della Regione né i siti proposti per la costruzione degli impianti (tre in Sicilia occidentale e quattro a oriente), ma dice chiaramente che "non basterebbe un solo Comune a bloccare la procedura avviata".

Un messaggio forte all’indirizzo di chi, come la Giunta comunale guidata da Leoluca Orlando, si è detta contraria ai termovalorizzatori. "Noi - spiega Musumeci - abbiamo agito di concerto con le Ssr, che fanno riferimento ad un ambito territoriale più ampio rispetto a quelle di ciascun Comune che ne fa parte. Per questo un solo ente non riuscirebbe a fare barriera". Anche se - precisa il dirigente generale del dipartimento Acque e rifiuti, Calogero Foti, presente in conferenza stampa assieme all’assessore all’Energia Daniela Baglieri (nella foto in basso) - il sito individuato "potrebbe essere modificato di concerto con l’azienda proponente".  

Tra il dire e il fare, però, c’è di mezzo il mare. Ovvero un governo regionale giunto all’ultimo miglio della legislatura e una tempistica per la progettazione e la costruzione degli impianti abbastanza lunga, che potrebbe trovare l’opposizione dell’esecutivo che andrà ad installarsi a Palazzo d’Orleans dopo le elezioni di ottobre o i veti incrociati di più Comuni, forze politiche e associazioni varie. "In quel caso - afferma Musumeci - si capirebbe chi sta dalla parte della malavita. Vorrei guardarli in faccia quelli che dicono di ‘no’ e preferiscono alimentare un sistema che arricchisce i signori delle discariche. Per non parlare dei contenziosi che potrebbero sorgere se qualcuno dovesse bloccare una procedura in corso".

musumeci conf stampa-2

Al momento il nucleo di valutazione formato da otto dirigenti di altrettanti dipartimenti della Regione sta esaminando le offerte pervenute dalle imprese o raggruppamenti d’imprese interessate a progettare, costruire e realizzare i termovalorizzatori in project financing. Un lavoro che si dovrebbe concludere "al massimo fra 15 giorni", come ipotizza Musumeci, ma che andrebbe avanti almeno altri sei mesi perché bisogna poi bandire la gara vera e propria. Infatti, non è detto infatti che le due società che verranno scelte dal nucleo di valutazione siano poi le stesse che si aggiudicheranno i lavori. Le proposte saranno offerte al mercato tramite gara. Dall’assegnazione dell’appalto all’entrata in funzione dei termovalorizzatori i tempi vanno dai 6 mesi ai 48 mesi. "Tre anni sarebbe un miracolo", sostiene il presidente della Regione.

Il costo stimato per ogni singolo impianto, in base alle offerte presentate, potrebbe variare dai 263 milioni ai 570 milioni di euro. E quasi tutti e gli impianti  prevedono una capacità di conferimento fra le 400 alle 450mila tonnellate annue d’immondizia. Nello specifico ad essere “bruciati” per produrre energia sarebbero "i rifiuti indifferenziabili: cioè quella una parte che può andare soltanto in discarica. Noi invece li vogliamo fare diventare cenere". Questa la spiegazione di Musumeci, che sottolinea inoltre gli sforzi compiuti dalla Regione per incrementare la raccolta differenziata: "All’inizio c’erano un po’ di malumori da parte dei Comuni, poi con i sindaci abbiamo costruito il 'partito della condivisioni'. In cinque anni la differenziata è passata dal 19% al 47%. Questi risultati però non bastano”. .

Ad abbassare la media però ci sono le tre grandi città dell’Isola: Palermo non va oltre il 18%, Catania è al 40% e Messina sfiora il 50%. Mentre ci sono Comuni più piccoli che arrivano anche al 70% e, aggiunge Musumeci, "non hanno nulla da invidiare al nord”. Il 47% però è lontano dalla quota minima di differenziata imposta dall’Ue (il 70%) e la Sicilia deve pure fare i conti con 511 discariche, tra attive e dismesse. Un lascito pesante in termini di inquinamento sull’ambiente, sulle falde acquifere e sui terreni che, ricorda l’ingegnere Foti, potrebbe solo in parte essere attenuato dai “60 milioni previsti nel Pnrr per le bonifiche".

Di fronte a questo scenario, il presidente Musumeci è tranchant: "O si dice qual è l’alternativa ai termovalorizzatori, e deve essere valida, o alternativa non ce n’è". Tra l’altro il sistema regionale delle discariche ha un’autonomia limitata. Bellolampo presto potrebbe nuovamente collassare e nella Sicilia orientale il mega impianto della Sicula Trasporti a Lentini ha pochissimo spazio a disposizione per abbancare i rifiuti. "Possiamo andare avanti per tre mesi così come per tre anni. L’ipotesi di portare i rifiuti all’estero è ancora in piedi. Altrove la spazzatura è una risorsa da noi è sempre stata un problema, questi impianti sono indispensabili. Ecco perché bisogna correre con i termovalorizzatori e domandarci perché siamo arrivati a questo punto. La colpa è di chi 30-20-10 anni fa doveva agire e non lo ha fatto. Il governo che verrà? Ricordo che esiste la continuità amministrativa. Noi ci siamo assunti una responsabilità, lo facciano anche altri per uscire da questa  schiavitù delle discariche, resa in Sicilia ancora più pesante da contiguità con ambienti mafiosi o spregiudicati. Noi vigileremo sulla correttezza della procedura: spazi per i malintenzionati non ce ne sono", conclude Musumeci.

E l’assessore Baglieri lo segue a ruota: "Questo governo ha una chiara visione su come gestire i rifiuti, dobbiamo compiere una transizione verso l’economia circolare. Abbiamo investito ben 350 milioni sugli impianti di compostaggio, i termovalorizzatori rappresentano l’ultimo miglio per ridurre l’inquinamento e consentire ai cittadini di risparmiare in termini di costi della Tari. Così si chiude il ciclo".

Le reazioni

"Gli inceneritori di Musumeci? Campagna elettorale di chi ormai sente franare il terreno sotto ai piedi, fatta, tra l'altro, in un mare di contraddizioni. Il presidente della Regione aveva tutto il tempo per farli prima e li tira fuori ora solo adesso, ben sapendo che vedranno la luce, se mai la vedranno, ben lontano dall'emergenza che stiamo vivendo adesso". Lo afferma il capogruppo del M5S all'Ars, Nuccio Di Paola, assieme ai componenti pentastellati della commissione Ambiente di Palazzo dei Normanni, Giampiero Trizzino, Stefania Campo e Stefano Zito.

Gianfranco Zanna, presidente Legambiente Sicilia, aggiunge: "Non occorre guardare tanto lontano, caro presidente Musumeci. Ci conosci benissimo e ci conosci da quando sei venuto, ben due volte ai nostri EcoForum regionali. La prima volta appena eletto, dove, hai confermato quanto scritto nel tuo programma: un netto no agli inceneritori. Ora, purtroppo, a fine legislatura, il presidente della Regione ha cambiato idea, schierandosi dalla parte di una soluzione obsoleta che farebbe pagare, qualora si realizzasse, un caro prezzo a tutti i siciliani. Questi rifiuti, infatti, non sarebbero bruciati gratuitamente, ma bisognerebbe pagare, e tanto, ai gestori degli impianti. Noi siamo contrari agli inceneritori, e tali resteremo, perché non è questa la soluzione per gestire i rifiuti. Occorre spingere sulla raccolta differenziata, unico modo per chiedere le discariche. Inoltre, sarebbero impianti industriali che immetterebbero in atmosfera ulteriori gas climalteranti, dando un contributo incisivo ai cambiamenti climatici".

Per Claudio Fava, deputato Cento Passi e presidente della commissione regionale Antimafia, "gli inceneritori così cari a Musumeci non servono a nulla se non ad alimentare il business dei signori dei rifiuti. Non risolveranno nessun problema nell’immediato visto i tempi di realizzazione e saranno superati quando, e se vedranno mai la luce. Musumeci sa bene che la realizzazione di questo tipo di strutture non rientra nelle strategie europee sui rifiuti e sa bene che entrerebbero in servizio in un quadro normativo che punta alla produzione zero dei rifiuti quindi in assenza, o quasi, di combustibile. Non è un caso che modelli tanto sbandierati, come Germania, Danimarca e Olanda stiano dismettendo i propri impianti proprio perché metodologia superata ed oramai antieconomica. Avevamo le discariche mentre nel resto d'Europa si eliminava il conferimento in discarica e ora rischiamo di avere i termovalorizzatori mentre il resto di Europa li dismette. Una regione sempre 30 anni indietro. A tutto". 

"Destano forti perplessità le scelte della Regione sdue termoutilizzatori da realizzare in Sicilia - dichiara il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo -. In questi 4 anni il sistema è praticamente collassato e Musumeci ha proposto una legge sui rifiuti che non riordina un bel nulla col piano rifiuti che è solo una scatola vuota, disallineato dal resto d’Italia e dall’Europa. A 8 mesi dalla fine del suo mandato si aggiungono ora i termoutilizzatori, costosi, mentre il sistema di raccolta e i traguardi dell’indifferenziata, restano tra i più bassi d’Italia”.

Articolo aggiornato alle 19,17 del 17 febbraio 2022 con reazioni M5S, Pd, Cento Passi e Legambiente

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La Regione accelera sui termovalorizzatori: "Basta discariche, chi si oppone sta dalla parte della malavita"

PalermoToday è in caricamento