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Residenza negata a figlio di rifugiati: "Colpa degli uffici, Orlando non faccia speculazione"

Il capogruppo della Lega in consiglio comunale a Palermo, Igor Gelarda, interviene nel braccio di ferro tra Anagrafe e sindaco: "Il ragazzo è nostro concittadino, oltre ogni carta. Orlando non cerchi nel ministro Salvini il capo espiatorio di tutto"

"Un figlio di rifugiati cresciuto a Palermo ha diritto alla cittadinanza. Il ragazzo è nostro concittadino, oltre ogni carta. Se Orlando non è in grado di impartire le corrette disposizioni ai suoi uffici, faccia autocritica e non cerchi nel ministro Salvini il capo espiatorio di tutto". Con queste parole Igor Gelarda, capogruppo della Lega in consiglio comunale a Palermo e responsabile siciliano enti locali del partito guidato dal vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini, interviene nel braccio di ferro in corso tra Anagrafe e sindaco: "Orlando non perde occasione di esercitarsi con l'attività politica che gli riesce meglio, la speculazione, affibbiando ancora una volta colpe proprie ad altri, quando invece i problemi in città sono quasi sempre causati dalla sua cattiva amministrazione".

Gli uffici dell'Anagrafe si sono rifiutati di concedere la residenza virtuale - requisito necessario per ottenere la cittadinanza italiana - ad un 18enne, figlio di rifugiati di guerra, arrivati in Italia alla fine degli anni '90. Il giovane, nato e cresciuto a Palermo, rischia così di perdere la possibilità di diventare cittadino italiano pur avendo la ricevuta dell’istanza di permesso di soggiorno. Marko (nome di fantasia ndr), che ha prodotto i certificati di frequenza delle scuole cittadine, dovrebbe giurare entro il compimento del 19esimo anno di età (fra meno di dieci giorni, visto che farà il compleanno il 25 gennaio) per ottenere la cittadinanza. Un operatore dell'Anagrafe però ha mostrato dubbi sulla possibilità di accettare la sola ricevuta del permesso di soggiorno in luogo del documento di soggiorno. E così il sindaco Orlando ha preso in mano la situazione e, di fronte all'impasse dei burocrati del Comune, ha fatto sapere che sarà lui in persona venerdì ad assegnare la residenza virtuale a Marko. 

"Lo stesso primo cittadino palermitano - commenta Gelarda - dichiara che il decreto sicurezza nulla ha a che fare con l'immobilismo della sua amministrazione. Tra poco, dopo avere dato la colpa dell'immondizia all'ex sindaco Cammarata, il Professore proverà a scaricare su Salvini pure questa responsabilità. Secondo Orlando e per una certa sinistra inconcludente, Salvini è causa di tutti i mali del mondo. Finiamola. Ciascuno faccia il suo dovere senza cercare altri a cui addebitare le proprie responsabilità, magari l'Italia ripartirà più velocemente. Il sindaco Orlando faccia piuttosto un regalo ai palermitani e ai migranti candidandosi a maggio alle elezioni europee. Avrà il sostegno di tutti per diventare parlamentare a Bruxelles, liberando per sempre Palermo da un primo cittadino ormai al tramonto, innamorato soltanto di sé stesso".

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