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“Crisi e partiti peggio della mafia” Fava: “Grillo parla come Ciancimino”

Pioggia di polemiche per le parole pronunciate ieri dal comico genovese. Granata (Fli): "Inaccettabile proprio nel giorno di Pio La Torre". L'esponente di Sel: "Come l'ultimo dei mafiosi"

“Parole inaccettabili”, “Grillo parla come un mafioso”. All’indomani delle parole pronunciate da Beppe Grillo (“La mafia non ha mai strangolato le proprie vittime, e si limita a prendere il pizzo. Ma qua vediamo un'altra mafia che strangola la propria vittima”) non si fanno attendere le repliche al comico genovese.

“Le parole vergognose pronunciate ieri a Palermo da Grillo suonano inaccettabili nel giorno della memoria di Pio La Torre". Lo scrive sul suo blog il vice coordinatore di Fli, Fabio Granata, che nel trentesimo anniversario dell'uccisione del leader del Pci siciliano padre della prima legge anfimafia, riafferma "i valori della 'bella politica' contro tutte le mafie e contro gli utili idioti che, attraverso la demagogia, criminalizzano tout court la politica e allontanano i cittadini dalla partecipazione attiva. E siccome Grillo non è per niente stupido - prosegue Granata – il suo messaggio è ancora più inquietante e assume il profilo di una pericolosissima manovra elettorale verso determinati ambienti”.


Duro anche Claudio Fava (Sel). “Grillo parla come un mafioso senza essere nemmeno originale – afferma Fava – e gli stessi argomenti prima di lui li hanno gia utilizzati Vito Ciancimino e Tano Badalamenti. E come l'ultimo dei mafiosi non ha nemmeno il coraggio di confrontarsi pubblicamente sulle sue patetiche provocazioni".

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