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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

Formazione, ingegneri contro la Regione: ricorso al Tar per l'Avviso 20

A rivolgersi alla magistratura sono stati gli ordini provinciali di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina, Palermo, Ragusa, Siracusa e Trapani

"Ecludere sdal contributo per i tirocini formativi chi abbia già conseguito l’abilitazione e l’iscrizione all’ordine professionale crea disparità di trattamento a danno delle categorie, tra cui gli ingegneri, per le quali la legge non prevede l’obbligo della compiuta pratica ai fini dell’abilitazione. Ed è illegittimo che con atto unilaterale, da parte di un potere amministrativo al quale gli ordini professionali non sono subordinati sul piano gerarchico, strutturale o funzionale, si condizioni la concessione del contributo a un’attestazione sulla competenza dei tutor rilasciata dagli ordini stessi". Con queste argomentazioni gli ingegneri siciliani invocano la revisione di alcuni articoli dell’avviso 20/2018 emanato dell’assessorato regionale della Famiglia, delle politiche sociali e del lavoro, attraverso un ricorso al Tribunale amministrativo regionale (Tar).

A presentare ricorso sono stati gli ordini provinciali di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina, Palermo, Ragusa, Siracusa e Trapani, con l’intervento anche della Consulta regionale degli ordini degli ingegneri della Sicilia. Nell’atto "si chiede l’annullamento delle disposizioni contestate e la sospensione cautelare dei loro effetti, anche con riferimento al decreto 6812 del 7 maggio con il quale l’avviso è stato approvato dal dirigente generale del dipartimento regionale del Lavoro, dell’impiego, dell’orientamento, dei servizi e delle attività formative". Al giudice amministrativo viene chiesta "la contestuale riapertura dei termini per la presentazione delle domande relative alla prima finestra temporale, chiusa il 30 giugno scorso".

L’avviso 20, finanziato attraverso il programma operativo 2014-2020 del Fondo Sociale Europeo, prevede il sostegno alla formazione e all’inserimento nel mondo del lavoro dei giovani professionisti che operano in Sicilia, mettendo a disposizione indennità di partecipazione pari a 600 euro mensili lordi per lo svolgimento di tirocini obbligatori e non obbligatori di durata non superiore a 12 mesi nell’ambito delle professioni ordinistiche.

“Non considerando l’oggettiva differenza tra tirocini obbligatori e non obbligatori – sottolinea Giuseppe Margiotta, presidente della Consulta regionale degli ingegneri – l’avviso 20 costringe di fatto i giovani laureati in ingegneria interessati al contributo a non sostenere l’esame di Stato per l’abilitazione pur avendone titolo, il che si traduce in una disparità di trattamento rispetto ad altre categorie di professionisti che per legge devono comunque svolgere la pratica professionale prima di poter sostenere l’esame di abilitazione e che, quindi, possono beneficiare del finanziamento senza rallentare artatamente il percorso professionale. Così formulata, un’apprezzabile iniziativa di sostegno ai giovani che si avviano alla carriera professionale finisce per avere risvolti discriminatori, e noi abbiamo sentito il dovere di attivarci per far sì che i giovani ingegneri possano accedere al sussidio a parità di condizioni. Allo stesso modo risulterebbero penalizzati dall’avviso architetti e agronomi. Incomprensibile anche il fatto che, in assenza di qualsiasi rapporto gerarchico, strutturale o funzionale, un atto amministrativo della regione abbia unilateralmente posto a carico degli ordini professionali adempimenti, controlli, responsabilità e oneri finalizzati allo svolgimento dei tirocini”.

“L’aspetto più preoccupante della vicenda – conclude Giuseppe Margiotta – è che tutto ciò sia stato fatto a nostra insaputa, senza alcuna forma di consultazione preventiva, e che poi a pubblicazione avvenuta l'Assessorato Regionale e il Dipartimento del lavoro non abbiano voluto accettare di aprire un dialogo su questi punti, malgrado l'interessamento del Presidente della Regione, non lasciandoci altra possibilità che quella di tentare il rimedio per via giudiziaria. Poiché consideriamo il dialogo un valore importante, sul piano del metodo il nostro auspicio è che si sia trattato soltanto di un episodio e che da ora in avanti gli ordini professionali siano maggiormente coinvolti nelle scelte dell’amministrazione regionale, soprattutto quando queste riguardano i professionisti, una componente importante della nostra società non soltanto dal punto di vista numerico ma anche per il loro apporto ai processi di crescita e sviluppo”.
 

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