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Province, voto rinviato di un anno Primo scontro con i grillini all’Ars

Il Governatore annuncia lo spostamento al 2014 invece che il 26 e 27 maggio come previsto fino a qualche settimana fa. Cancelleri: "Noi proponiamo l'abolizione, qualunque altro testo non avrà i nostri voti". Scoma (Pdl) contrario al rinvio

Primo accenno di “scontro” tra i grillini e Crocetta all’Ars. Il tema è quello delle Province. Il Movimento 5 stelle vorrebbe abolirle, mentre il Governatore annuncia il rinvio del voto di un anno. Dunque alle urne si andrà nella primavera del 2014 invece che il 26 e 27 maggio (insieme a 142 Comuni, 25 in provincia di Palermo) come stabilito appena qualche settimana fa.

A renderlo noto il presidente della commissione Affari istituzionale dell'Ars, Marco Forzese. "Condivido che in attesa della nuova legge elettorale - spiega il deputato ex Udc, confluito nei Democratici riformisti per la Sicilia, formazione vicina al governatore - le Province vengano commissariate alla scadenza naturale dei mandati presidenziali e consiliari. Non avremo quindi una soppressione delle province, bensì una rivisitazione dei poteri e la certa riduzione dei costi".

Ma i grillini non ci stanno: “Noi proponiamo l’abolizione totale delle Province - anticipa il capogruppo dei 5 Stelle, Giancarlo Cancelleri -. E’ stata la nostra proposta fin dalla campagna elettorale. Chiaramente parliamo di un’abolizione dei ruoli politici mentre gli uffici e le funzioni passerebbero a Comuni e Regione. Qualunque altro testo diverso da questo non avrà i nostri voti all’Ars”.

NO AL RINVIO. Chi è contrario al rinvio del voto è Francesco Scoma. "Speriamo che il governo e il suo presidente, in questi cinque giorni prima che si riprenda l'esame del ddl sulla riforma delle Province, facciano un esame di coscienza e ritornino sulla prima decisione che avevano già preso sulla data delle elezioni", ha detto il capogruppo del Pdl, al termine seduta della commissione competente. "Siamo comunque contrari a un rinvio così lungo - conclude Scoma - perché finiremmo per penalizzare l'attività di queste istituzioni quando addirittura non paralizzarle, vista l'incongrua idea di commissariarle addirittura dalla scadenza naturale del mandato alle nuove elezioni: praticamente, un anno senza vera attività di questi enti locali. Piuttosto, si metta mano subito alla riforma: i tempi ci sarebbero eccome!".
 

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