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Regione, impugnate dal Consiglio dei ministri alcune delle norme inserite nelle variazioni di bilancio

Nella mannaia del governo finiscono le risorse per il salario accessorio e la riclassificazione dei dipendenti regionali, le assunzioni all'Irfis e le indennità agli operatori impegnati nell'emergenza Covid. Stop pure la proroga al 31 agosto 2023 degli attuali commissari straordinari delle ex Province. Le reazioni dei sindacati

Risorse per il salario accessorio e la riclassificazione dei dipendenti regionali, assunzioni in Irfis, indennità agli operatori impegnati nell'emergenza Covid presso l'Azienda ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello di Palermo, la Sas (Società servizi ausiliari), l'ospedale Buccheri La Ferla-Fatebenefratelli e l'Ismett di Palermo.

Sono queste alcune delle norme della legge di variazione di bilancio impugnate ieri nell'ultimo Consiglio dei ministri del governo Draghi. Le norme erano state approvate nell'ultima manovra varata dall'Assemblea regionale siciliana prima delle dimissioni del presidente della Regione Nello Musumeci.

Oggetto dell'impugnativa anche l'ennesima proroga al 31 agosto 2023 dei poteri degli attuali commissari straordinari delle ex Province in attesa delle elezioni di secondo livello. Sono state impugnate, inoltre, una norma di semplificazione in materia di pubblici spettacoli, una che stabiliva una deroga ai piani urbanistici generali (ex Prg) per i progetti edilizi presentati da soggetti pubblici o privati da destinare alle comunità alloggio e ai centri socio-riabilitativi e il comma che prevedeva forme di ristoro da riconoscere ai centri di riabilitazione e ai centri diurni per i soggetti affetti da disturbi dello spettro autistico.

Le reazioni dei sindacati

"In Sicilia ai lavoratori regionali non vengono riconosciuti gli stessi diritti di quelli di cui godono i lavoratori pubblici di tutta Italia. Questa situazione è inaccettabile. Chiediamo che il prossimo governo regionale guidato da Renato Schifani si prenda subito carico della questione”. A dichiararlo sono i segratari regionali della Fp Cgil Gaetano Agliozzo, della Cisl Fp Paolo Montera, della UilFpl Salvatore Sampino e della Ugl Ernesto Lo Verso commentando l’impugnativa dell’articolo della legge sulle variazioni di bilancio con cui venivano stanziate una parte delle risorse necessarie per la revisione del sistema di classificazione, il cosiddetto ‘ordinamento professionale’ (equivalente allo 0,55% del costo del personale del 2018) e per l’incremento del salario accessorio (lo 0,22%).

"Lo Stato - raccontano i responsabili delle forze sindacali - ha impugnato la norma, che le nostre forze sindacali si erano impegnate a fare approvare, a causa dell’incertezza delle coperture assicurate mediante l’utilizzo delle maggiori entrate tributarie. Mancano così le risorse necessarie per dare avvio alla revisione dell’ordinamento professionale nella misura pari a quella riconosciute negli altri comparti del lavoro pubblico in Italia.  È chiaro che i lavoratori siciliani non possono subire questo torto mentre l’inflazione galoppa. E per questo - proseguono - chiediamo al presidente Schifani di mettere questo tra i temi più urgenti della sua agenda di governo".

Agliozzo, Montera, Sampino e Lo Verso aggiungono: "Al nuovo esecutivo e al nuovo parlamento regionale chiediamo di stanziare le risorse per la revisione del sistema di classificazione e per l’incremento del salario accessorio con una copertura certa. E' necessaria anche la nomina dei nuovi vertici dell’Aran Sicilia, per arrivare nel più breve tempo possibile, al rinnovo del contratto collettivo 2019-2021, scaduto e già rinnovato in tutti i comparti del pubblico impiego d’Italia".

Per Giuseppe Badagliacca e Angelo Lo Curto del Siad-Csa-Cisal, "la decisione del governo nazionale di impugnare le norme sia sulla riclassificazione del personale della Regione Siciliana che sull’incremento delle risorse per il salario accessorio era purtroppo prevedibile: una scelta miope del precedente governo regionale e di alcune organizzazioni sindacali che ha prodotto l’ennesima mortificazione dei lavoratori".

"Da tempo diciamo che l’unica soluzione per attuare la riclassificazione dei dipendenti - cocludono Badagliacca e Lo Curto - è impiegare tutte le risorse già presenti nel bilancio dell’Isola, circa 42 milioni di euro, evitando che una parte consistente legata ai pensionamenti vada in economia: ci sarebbero somme sufficienti per una vera rivoluzione della macchina amministrativa. Una strada che avevamo proposto al vecchio governo, rimanendo inascoltati, e che speriamo che il presidente Renato Schifani voglia accogliere nell’interesse dei lavoratori e di tutti i siciliani".

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