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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Regione, per Musumeci una Giunta senza donne: Scilla e Zambuto ufficialmente assessori

Ricevono le deleghe, rispettivamente, all'Agricoltura e alla Funzione pubblica che erano di Edy Bandiera e Bernardette Grasso. Nell'esecutivo, quindi, solo uomini nonostante le polemiche. Il governatore assicura: "Assenza femminile solo momentanea"

I loro nomi erano già noti da giorni, ma oggi pomeriggio Marco Zambuto e Toni Scilla sono diventati i due nuovi assessori del governo Musumeci. La nomina è stata formalizzata dal presidente della Regione, Nello Musumeci, che ha accolto le dimissioni presentate dagli assessori Edy Bandiera e Bernardette Grasso. Da oggi quindi il governatore ha una Giunta tutta al maschile. Nessun passo indietro, neppure dopo le polemiche nate per l'assenza di quote rosa.

Zambuto, avvocato e già sindaco di Agrigento per sette anni, avrà la delega alla Funzione pubblica e alle Autonomie locali. Scilla, ex deputato regionale e presidente di Agripesca Sicilia, si occuperà di Agricoltura, sviluppo rurale e pesca. Entrambi appartengono a Forza Italia, come gli uscenti. Era stato proprio Gianfranco Miccichè, nella veste di coordinatore siciliano degli azzurri a chiedere il cambio. 

"Voglio ringraziare – sottolinea il presidente Nello Musumeci – gli assessori Grasso e Bandiera per l’apporto dato al governo con passione e impegno in questi primi tre anni di mandato. Ai nuovi assessori l’augurio di buon lavoro".

L'avvicendamento era già stato ampiamente annunciato e aveva avuto un coda polemica proprio per l'assenza di assessori del gentil sesso. A puntare il dito sull'assenza di donne in Giunta inizialmente è stato il Pd, che ha denunciato "la totale mancanza di rispetto nei confronti delle competenze politiche e professionali delle donne, al di là di ogni ulteriore differenziazione".  

La polemica è stata poi rintuzzata dalla Cgil. Il sindacato ha lanciato la petizione #piùdonneperlademocrazia - che ha raccolto 6.000 firme in 24 ore - per chiedere l’intervento del presidente della Repubblica e del ministro delle Pari opportunità "affinché  si ponga fine a questa discriminazione".

In difesa di Musumeci è intervenuto il leghista Vincenzo Figuccia. Il suo exploit però, per toni e parole scelte, ha innescato una polemica nella polemica. "Ciò che conta - ha detto Figuccia  - non è ciò che gli assessori hanno in mezzo alle gambe ma ciò che hanno in mezzo alle orecchie. E soprattutto come lo usano per il bene dei siciliani". Linguaggio che ha portato a nuove e accese reazioni, non tanto contro la scelta di Musumeci, ma contro lo stesso esponente del Carroccio. E' nata una vera e propria mobilitazione e, attraverso un appello lanciato su Facebook con il gruppo "Siciliane", oltre 500 donne hanno firmato una lettera durissima chiedendo le dimissioni del politico. Il diretto interessato ha però respinto le accuse parlando di "polemichetta radical chic su un maschilismo inesistente".

Con l'ingresso formale di Zambuto e Scilla, arrivano però anche le parole di Musumeci. Il governatore punta a spegnere una volta per tutte il fuoco. "Sono un convinto assertore del valore che la donna rappresenta anche nella politica - dice -. E sono d'accordo con chi reputa il sistema delle 'quote' una sorta di recinto che spesso penalizza il merito e, a volte,  legittima l'ipocrisia. L'assenza di rappresentanza femminile nella Giunta di governo, a seguito della sostituzione dei due assessori (di cui una donna) richiesta da Forza Italia, è solo momentanea. Come è noto, ho chiesto alle forze politiche della coalizione di far sì che la parità di genere sia non solo predicata ma anche praticata. Mi attendo, quindi, già a breve atti e scelte conseguenziali".

Per Musumeci "il tema ripropone - inutile nasconderlo - l'insoluto problema della selezione della classe dirigente politica in Sicilia. Siamo ancora lontani dagli obiettivi per realizzare pienamente un sistema di pari opportunità, nel quale fermamente credo. Così come è altrettanto noto - ma a quanto pare è utile ricordarlo -  che, quando alla Regione ho compiuto scelte di mia esclusiva competenza, ho sempre preferito la concretezza ed il valore aggiunto femminile: il segretario generale, il capo Gabinetto, il capo Segreteria particolare, il portavoce, il responsabile anticorruzione, i direttori generali strategici sono tutte donne, ma soprattutto competenti. Con la prossima legislatura regionale, entra in vigore la riforma proposta e votata dall'attuale Assemblea, che renderà 'rosa' almeno un terzo della Giunta. Ed è questa la vera scommessa che i Partiti in Sicilia debbono saper vincere, dimostrando, oltre la logica dei numeri,  la volontà e la capacità di saper formare e selezionare una nuova classe dirigente, senza più penalizzazioni".

Articolo aggiornato il 4 gannio 2021 alle ore 20,18 // Inserita precisazione di Musumeci

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