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Spending review, si dimette Cracolici. M5S: "La casta non rinuncia ai privilegi"

La decisione a sorpresa del parlamentare del Pd: "C'era chi sottotraccia tentava in ogni modo di ostacolare e rallentare i lavori". Attacco dei grillini: "Non c'è nulla da fare, se ci sono di mezzo i loro stipendi i deputati di Sala d'Ercole non vogliono sentire ragioni"

Antonello Cracolici, parlamentare regionale del Pd, questo pomeriggio ha rassegnato le dimissioni dalla presidenza della commissione speciale per l’applicazione del decreto Monti in Sicilia e la regolamentazione dei rapporti governo-parlamento (la cosiddetta “commissione spending review”) e ne ha dato comunicazione al presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone.

Domani mattina a Palazzo dei Normanni, Cracolici terrà una conferenza stampa sulla vicenda. “La commissione è nata con lo scopo di recepire con legge disposizioni ben precise sui tagli alla spesa – dice Cracolici – ma nonostante il dialogo e il continuo confronto che ho portato avanti con tutte le forze parlamentari, c’era chi sottotraccia tentava in ogni modo di ostacolare e rallentare i lavori: un atteggiamento inaccettabile, che non sono stato più disposto a tollerare”.

ATTACCO 5 STELLE - “Non c'è nulla da fare, se ci sono di mezzo i loro stipendi i deputati di Sala d'Ercole non vogliono sentire ragioni”. Il gruppo parlamentare del Movimento Cinque Stelle a palazzo dei Normanni è molto critico nei confronti dei deputati degli altri partiti, dopo le dimissioni di Cracolici dalla presidenza della commissione per l'applicazione del decreto Monti.

“Oggi – afferma Francesco Cappello - abbiamo assistito all'ennesima dimostrazione di come il parlamento siciliano, debitamente rappresentato da tutte le forze politiche nella commissione speciale istituita ad hoc per l'applicazione del decreto Monti, in tema di riduzione degli emolumenti sia completamente sordo. E La dimostrazione sta nel fatto che la commissione perde il vertice, dopo che non era riuscita a portare a termine il suo incarico entro il 14 agosto, cosa che ha costretto a prorogarne i lavori”. Per il Movimento 5 Stelle si è persa un'occasione per riabilitarsi davanti alla gente, andando anche oltre al decreto Monti facendo leva sulle prerogative messe a disposizione dallo Statuto. 1cappello-2

“Avremmo potuto proporci – afferma Cappello - come la Regione più virtuosa d'Italia. E invece qui si continua a fare melina e a perdere tempo, nascondendosi dietro alla foglia di fico della salvaguardia dello Statuto per non rinunciare a privilegi consolidati. A mascherare la volontà di non adempiere a quanto prescritto dalla norma nazionale vi è infatti la continua invocazione della specialità del nostro Statuto da salvaguardare e l'impossibilità, da parte dei deputati, di trovare un momento di sintesi tra le disposizioni del decreto Monti e la legge che dal '65 regola l'ammontare degli emolumenti dei deputati siciliani”.

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