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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Referendum per il taglio dei parlamentari: tutto quello che serve sapere

Quando si vota il referendum per il taglio dei parlamentari e perché si vota? Che cos'è il referendum costituzionale? E' importante il quorum? Che cosa cambia dopo il voto? Domande e risposte nella guida al referendum confermativo

Il 20 e 21 settembre si vota per il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari. Si tratta di un referendum confermativo della legge che taglia 345 parlamentari modificando gli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione.

Referendum sul taglio del Parlamentari: quando si vota

Il referendum confermativo della legge costituzionale che taglia il numero dei parlamentari si terrà domenica e lunedì 20 e 21 settembre 2020. La data è stata decisa dal Governo dopo il via libera della Cassazione alla richiesta di referendum confermativo sul testo di legge costituzionale approvato in via definitiva lo scorso 7 ottobre 2019. A causa della pandemia di coronavirus la data è stata poi posticipata all'autunno 2020.

Referendum sul taglio del Parlamentari: perché si vota

Il referendum confermativo della legge costituzionale che taglia il numero dei parlamentari si tiene poiché la proposta di legge di modifica della Costituzione nelle quattro letture parlamentari conformi non ha ottenuto la maggioranza qualificata necessaria per blindare il testo. L'Ufficio centrale per il referendum della Suprema Corte ha dichiarato conforme all'art. 138 della Costituzione la richiesta di referendum confermativo firmato da 71 senatori.

Taglio dei Parlamentari: cosa dice la Riforma Fraccaro

La cosiddetta "riforma Fraccaro", dal nome dal sottosegretario pentastellato alla presidenza del Consiglio, taglia 345 poltrone in Parlamento. Se il referendum confermasse la legge approvata dalla prossima legislatura vi saranno 115 Senatori in meno e 230 Deputati in meno. La legge infatti cambia il rapporto numerico di rappresentanza sia alla Camera dei Deputati sia al Senato:

  • si passerà da 1 deputato ogni 96.006 abitanti a 1 deputato ogni 151.210 abitanti.
  • si passerà da 1 senatore ogni 188.424 abitanti a 1 senatore ogni 302.420 abitanti

Se il referendum confermasse il taglio dei parlamentari il nuovo Parlamento sarà composto 200 Senatori e 400 Deputati.

Referendum sul taglio del Parlamentari: il quorum

Con il referendum confermativo della legge costituzionale che taglia il numero dei parlamentari si chiede agli italiani se confermare o meno una legge di riforma costituzionale già approvata dal Parlamento. 

Nel referendum confermativo, detto anche costituzionale o sospensivo, si prescinde dal quorum, ossia si procede al conteggio dei voti validamente espressi indipendentemente se abbia partecipato o meno alla consultazione la maggioranza degli aventi diritto, a differenza pertanto da quanto avviene nel referendum abrogativo.

Referendum sul taglio del Parlamentari: perché votare sì

A votare sì alla riforma costituzionale, fortemente voluta dal Movimento 5 stelle, sono state sia le forze di maggioranza (M5s, Pd, Italia Viva, Leu) che le forze di opposizione (Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia), anche se con alcuni distinguo personali al loro interno.

La principale tesi a ragione del taglio del numero dei parlamentari è lo stimato risparmio di 100 milioni di euro lordi all’anno.

Attualmente con 951 eletti (considerati anche i senatori a vita) l'Italia è il secondo Paese dell'Unione Europea con il maggior numero di parlamentari. Tuttavia l'incidenza degli eletti in rapporto alla popolazione è in realtà tra le più basse d'Europa.

Se dalle urne referendarie dovesse uscire un voto favorevole al taglio dei parlamentari la legge avrebbe definitiva attuazione e dopo la riforma l'Italia avrebbe invece un'incidenza dello 0,7 ogni 100.000 abitanti conquistando il "primato" di questa speciale classifica.

Tuttavia non sarà immediatamente in vigore: sarà necessario ridisegnare i collegi elettorali e modificare le norme che regolano l'elezione del presidente della Repubblica, e poi sciogliere le Camere per indire nuove elezioni.

Referendum sul taglio del Parlamentari: perché votare no

Uniche forze del Parlamento contrarie al taglio sono state +Europa (3 deputati) e Noi con l'Italia (4 deputati guidati da Maurizio Lupi).

La principale tesi contraria al taglio del parlamentari vede molti giuristi anteporre l'importanza del mantenimento della rappresentatività popolare a fronte di un risparmio giudicato poco rilevante rispetto alla totalità della spesa pubblica.

Promotore del referendum contro il taglio del numero dei parlamentari è stato il vicepresidente della Fondazione Einaudi, Davide Giacalone che bolla come demagogica la riduzione dei parlamentari: "Per un minimo il taglio dei costi, si taglia la rappresentatività."

Al momento il rapporto tra parlamentari eletti e abitanti in Italia è di 1 eletto ogni 64mila persone, con la prevista riforma il rapporto salirebbe ad un eletto ogni 101mila persone. A solo titolo di confronto la Germania ha un rappresentante ogni 116.855 cittadini.

Quanto alla questione dei conti: il taglio dei parlamentari produrrebbe un risparmio annuo pari ad appena 3,12 euro a famiglia, ossia 1,35 euro a cittadino.

Una legge per far votare i fuori sede: presentata una petizione 

Il comitato civico "Io voto fuori sede", nato nel 2008 per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del diritto di voto per i cittadini in mobilità, torna a chiedere l'approvazione di una legge che garantisca il diritto di voto di coloro che vivono lontano dalla loro residenza. Lo fa con una petizione - già firmata da quasi 11 mila persone - punta all'introduzione del voto a distanza, così come avviene in altri Paesi europei. Il paradosso, si legge nel sito iovotofuorisede.it, è che "i cittadini che studiano all’estero possano votare a distanza mentre un elettore italiano non può esprimere il proprio voto al di fuori del Comune di residenza". 

"Questa mancanza - spiega il comitato - ha dato origine a una forte disparità tra i diritti politici dei cittadini italiani e quelli di altri Paesi europei: in Svizzera, in Spagna e in Irlanda è possibile votare per corrispondenza; in Francia e in Belgio si può delegare il voto a un’altra persona; in Danimarca si può votare in anticipo, in un seggio speciale allestito per l’occasione presso il luogo in cui si è domiciliati; mentre in Germania è ammesso sia il voto per corrispondenza, sia il voto in un altro seggio, nei Paesi Bassi c’è la possibilità di delegare o di votare in un altro seggio. C’è bisogno di riportare l’attenzione del Parlamento sul problema del voto dei cittadini in mobilità e ottenere, una volta per tutte, una riforma della legge adeguata ai tempi che permetta loro di esercitare il pieno diritto di votare".

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