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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica Libertà

Referendum giustizia, raccolta firme a gonfie vele al gazebo in via Petrarca

Tanti cittadini hanno risposto all'invito di Alessandro Anello, responsabile della Lega per l'area metropolitana di Palermo. Presenti tra gli altri l'assessore regionale ai Beni culturali e dell'Identità siciliana, Alberto Samonà, la consigliera comunale Roberta Cancilla e altri rappresentanti del partito in città e in provincia

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

Grande affluenza di cittadini giovedì 29 luglio al gazebo della Lega in via Petrarca per sostenere i referendum sulla giustizia. "La raccolta firme in città ma anche in provincia procede a gonfie vele - dice Alessandro Anello, responsabile della Lega per l'area metropolitana di Palermo - e siamo molto soddisfatti perché si tratta di una battaglia per riformare una giustizia nella direzione della certezza della pena, della fine delle spartizioni politiche nei tribunali e della responsabilità dei giudici che, se sbagliano, dovranno pagare come tutti i lavoratori. Una giustizia più al servizio del cittadino, meno burocratica e più libera".

A Palermo come in tutta Italia i gazebo sono partiti il primo weekend di luglio. I sei quesiti referendari riguardano l’elezione del Csm, la responsabilità diretta dei magistrati, l’equa valutazione dei magistrati, la separazione delle carriere dei magistrati, i limiti agli abusi della custodia cautelare, l’abolizione della legge Severino. Per potere firmare è sufficiente avere con sé un documento di riconoscimento in cui sia presente una foto: la carta di identità, la patente o il passaporto.

"I gazebo - spiega Anello - continueranno anche nel mese di agosto in varie zone della città che saranno via via comunicate. E' importante sottolineare che non si tratta di referendum con una volontà punitiva nei confronti dei magistrati, bensì per affermare il principio della responsabilità dei magistrati perché chi svolge funzioni di grande impatto sulla vita dei cittadini - conclude Anello - deve essere chiamato a rispondere delle proprie decisioni in caso di accertato errore".

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