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La polemica

Scontro Musumeci-M5s sul Reddito: "Conte borghese piccolo", "Attacco indegno da governatore che ha fallito"

Il ministro: "Eliminiamo questa sacca di gente che non sa cosa fare". De Luca, capogruppo pentastellato all'Ars: "Accuse da chi non ha fatto nulla per far funzionare la misura"

Il reddito di cittadinanza continua a dividere e a provocare polemiche sul terreno politico. L'ultimo scontro, in ordine cronologico, è quello fra il ministro Nello Musumeci, ex presidente della Regione siciliana, e il Movimento Cinque Stelle. 

Musumeci: "Conte borghese piccolo piccolo"

Conte? Un "borghese piccolo piccolo, per dirla alla Alberto Sordi". Così Musumeci, ha definito il leader pentastellato ieri durante l'incontro sul tema del reddito di cittadinanza alla festa per il 10° anniversario di Fratelli d'Italia, a piazza del Popolo. "Il presidente Conte è stato prescelto proprio perché non aveva nulla a che fare con l'agitatore di piazza - ha sottolineato -. Serviva un capo moderato, borghese, rassicurante ed è stato individuato nella migliore espressione che potesse offrire il Movimento 5 Stelle. E' una parte teatrante che non regge e non può reggere a lungo".

Secondo Musumeci "la povertà deve essere sconfitta sul terreno del mondo del lavoro. Per inserirsi serve avere un'abilità professionale, vale per illaureato per il diplomato e per chi ha ancora la terza media. Eliminiamo questa sacca di gente che non sa cosa fare. E il denaro che si ottiene dalla mancata erogazione del reddito di cittadinanza viene utilizzata per creare un nuovo sistema educativo e formativo".

De Luca (M5s): "Attacco di Musumeci indegno"

Oggi è arrivata la risposta da parte del capogruppo del M5s all'Ars, Antonio De Luca. "L'attacco di Musumeci a Conte e al reddito di cittadinanza è indegno, come indegna è stata gran parte della sua attività da governatore che ha fallito pure le principali riforme strombazzate in campagna elettorale, in primis quella sui rifiuti, che per colpa sua in Sicilia continua ad essere una costante emergenza. Che il suo governo sia stato un fallimento è un dato di fatto. La sua mancata ricandidatura alla presidenza della Regione è stata voluta perfino da gran parte della sua maggioranza. Se ciò è avvenuto ci sarà un perché".

"Definire Conte - continua De Luca - un agitatore perché difende uno strumento che ha salvato dalla disperazione tantissime famiglie e tolto manovalanza alla mafia, provocando perfino le lamentele dei boss, oltre che ingiusto è assurdo. Specie se queste accuse arrivano da chi non ha fatto nulla per fare funzionare il Rdc, anzi ne ha nei atti ostacolato il percorso, visto che il suo governo ha perso tantissimo tempo per fare i concorsi necessari a potenziare i centri per l'impiego per i quali sono stanziati solo in Sicilia 86 milioni proprio dal governo Conte nel 2019. Piuttosto che attaccare gli altri - conclude Antonio De Luca - Musumeci pensi ai suoi fallimenti. Ma evidentemente il ministro ha una grande idea di se stesso e, si sa, chi ha una grande idea di sé, spesso è l'unica grande idea che può avere in vita sua".

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