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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Quirinale, valanga di voti per Mattarella nel giorno della trattativa

Oggi il giorno più lungo: centrodestra e centrosinistra provano a trovare l'accordo per l'elezione del presidente della Repubblica

Anche la terza votazione per l'elezione del presidente della Repubblica si è conclusa con un nulla di fatto. Mentre lo scrutinio è ancora in corso è già palese che nessuno dei votati possa raggiungere il quorum dei due terzi previsto (673 voti). Da domani per essere eletti saranno sufficienti 505 voti.

Il risultato di oggi di Mattarella, il più votato, è il terzo di sempre per un presidente della Repubblica uscente, dopo Napolitano e De Nicola: Napolitano nel 2013 nel VI scrutinio ottenne 738 voti; De Nicola nel 1948 al primo scrutinio 396, Einaudi 1955 al primo scrutinio 120 voti.

Quirinale, i risultati della terza votazione in diretta

  • Mattarella: 126 (ieri 39)
  • Crosetto: 114 (previsti 63 come candidato del giorno di Fdi)
  • Maddalena: 61 (previsti 40 come candidato di Alternativa C'è)
  • Casini: 52 (più partiti vedono nell'ex presidente della Camera una soluzione)
  • Giorgetti: 20
  • Manconi: 8
  • Cartabia: 8
  • Bersani: 7
  • Bossi: 7
  • Schede bianche: 411

Articolo aggiornato alle 15:27, lo scrutinio è concluso

Quirinale, scheda bianca nel giorno della trattativa

Scheda bianca anche oggi nel terzo scrutinio per il presidente della Repubblica che si è aperto alle 11 a Montecitorio. Un altro giorno senza un candidato di bandiera per Pd, Leu e Movimento 5Sstelle, stessa indicazione arrivata dai leader di centrodestra ai delegati di Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia nell'ultima votazione che richiede il quorum dei due terzi (673 voti). Esclusa dunque l'ipotesi di contarsi su uno dei nomi della rosa proposta ieri: in particolare era circolata la possibilità di votare per Carlo Nordio. Una certa irritazione arriva da Fratelli d'Italia con i senatori del partito di Giorgia Meloni che dopo non aver risposto alla prima chiama hanno deciso di votare Guido Crosetto, già coordinatore di Fdi. "La nostra scelta di non partecipare alla votazione è stata fatta per non continuare a offrire questa immagine del "balletto delle bianche" ha spiegato Ingazio La Russa.

I coportavoce nazionali di Europa Verde Angelo Bonelli e Eleonora Evi e il segretario nazionale di sinistra italiana Nicola Fratoianni hanno invece spiegato che Europa Verde e Sinistra Italiana voteranno Luigi Manconi alla Presidenza della Repubblica.

Dai ieri si è invece chiamato fuori dai giochi Paolo Maddalena candidato di bandiera degli ex M5s raggruppati sotto la bandiera dei 40 parlamentari di Alternativa c'è: ieri il  vicepresidente emerito della Corte Costituzionale aveva contato 39 preferenze.

Si apre così il primo vero giorno di trattativa su un nome comune che possa rappresentare i comuni intenti della maggioranza dei gruppi di centrodestra e centrosinistra. 505 il numero magico di preferenze da cercare oggi per arrivare domani con una soluzione al rebus. Alle 21 è stata convocata una riunione dei delegati del Partito Democratico: l'assemblea dovrà esprimersi sul nome che uscirà dal conclave dei gruppi politici. Matteo Renzi ha spiegato di aver dato disponibilità a partecipare al conclave come Terzo Polo, se ci sarà. 

Ma quali sono dunque i nomi in ballo? Vediamoli con pro e contro.

Moratti, Nordio, Pera - La rosa dei nomi di centrodestra presentata ieri da Salvini, Meloni e Tajani ha tutto l'aspetto di essere stata stilata per nascondere il vero nome su cui trovare un accordo. Il nome di Letizia Moratti appare infatti di chiara appartenenza politica a Forza Italia, così come quello dell'ex presidente del Senato Marcello Pera: anche se da anni è fuori dai riflettori è chiara la connotazione in seno agli azzurri. Su Nordio, forse la candidatura più seria tra quelle proposte, tuttavia pende il ricordo di quando definì la pedofilia "un orientamento sessuale". È evidente che si tratta di una rosa fatta per essere bruciata e per consentire di andare verso un nome condiviso.

Casellati - Da tempo si parla sottotraccia del nome della presidente del Senato Elisabetta Casellati, prima donna a sedere sullo scanno più alto di Palazzo Madama e in lizza per diventare la prima donna presidente della Repubblica. Il centrodestra dichiaratamente non l'ha inserita nella rosa dei tre nomi perché "ha già un ruolo istituzionale che la rende assolutamente candidabile già di per sé". Come spiegato da Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera è un nome sui cui potrebbero convergere anche il centrosinistra, o almeno di parte visto il secco no di Leu espresso da Federico Fornaro. Per eleggere casellati alla quarta votazione al centrodestra servono 50 voti dal campo di M5s e Pd. La tentazione di proporre Casellati è forte per Salvini che potrebbe riaffermare la sua leadership nel centrodestra ma al tempo stesso è rischiosa. I voti sono tutt'altro che assicurati e Casellati rischierebbe di fare la fine di Prodi affondanto nella sua corsa al Colle il 19 aprile del 2013 dai franchi tiratori. 

Quanto alla possibilità di candiare Casellati è molto esplicito il segretario del Pd Enrico Letta che spiega: "Proporre la candidatura della seconda carica dello Stato, insieme all’opposizione, contro i propri alleati di governo sarebbe un’operazione mai vista nella storia del Quirinale. Assurda e incomprensibile. Rappresenterebbe, in sintesi, il modo più diretto per far saltare tutto".

Draghi - L'attuale Presidente del Consiglio Mario Draghi è da diverso tempo la figura più stimata e ambita per l'Alta Carica istituzionale ma il suo passaggio da palazzo Chigi al Quirinale aprirerebbe una crisi istitutuzionale senza precedenti. Senza un nuovo nome condiviso per guidare il governo dovrebbe essere lo stesso presidente del consiglio dimissionario a sciogliere le Camere per andare a elezioni attese invece nel 2023. Un pasticcio insomma da cui lo stesso leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte si è smarcato spiegando che il suo partito non ritiene Draghi un nome per il Quirinale.  "Con Draghi al Quirinale in tanti hanno paura delle elezioni, non lo votano", spiega oggi Renato Schifani a un senatore del Pd. La pista che porta all'attuale premier è difficile da percorrere, in Forza Italia e non solo.

Cartabia - Tra gli alti nomi in ballo per il Colle c'è senza dubbio quello dalla Guardasigilli dell'esecutivo Marta Cartabia già proposta da +Europa e Azione nel primo scrutinio e ribadito anche oggi dalla senatrice Emma Bonino.

L'operazione Casini

Casini - Tra i papabili per la corsa al Quirinale c'è chi vede salire le quotazioni dell'ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini. Da giorni chiuso in una sorta di silenzio stampa, l'ex leader dell'Udc poche ore fa ha postato una foto sui proprio canali social che appare molto più di una candidatura. Lunedì, primo giorno di votazioni, al suo ingresso in Transatlantico i commessi gli si erano fatti subito incontro per accompagnarlo, scusato, in aula. "Basso profilo, per favore", li aveva rimproverati lui, col sorriso. Oggi in completo blu e cravatta in tinta, Pier Ferdinando Casini è arrivato alle 11 in punto nel grande corridoio già pieno di parlamentari. È entrato in aula per il voto prendendo subito il largo. In Transatlantico invece si fa un gran parlare del suo nome. Matteo Renzi conversando con il senatore Pd Gianclaudio Bressa ha confidato di ritenere Draghi e Casini le scelte migliori. Oggi Luciano Nobili ha ribadito che Italia Viva è disposto a votarlo e un big di area centrista ha lasciato intendere che potrebbero spuntare schede con il nome dell'ex-presidente della Camera gia nella votazione di oggi. Aperture sul nome di Casini sono arrivate dal Pd con il sindaco di Firenze Dario Nardella.

Il nome di Casini non va bene invece al centrodestra e in particolare alla Lega: come spiegato dal capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari "Casini non va bene perché nella sfera culturale del centrodestra non ci rientra".

fonte Today.it

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