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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

La prof sospesa divide il governo, Di Maio: "Farò di tutto per reintegrarla"

Il dibattito arriva da Palermo e Roma e colpisce i due vicepremier. Il leghista si dice "felice" di incontrare la docente e gli allievi ma tace sulla punizione inflitta dall'ufficio scolastico. Il pentastellato lo gela e chiama la docente per garantirle supporto

Sta avendo un effetto domino la polemica esplosa attorno alla docente dell'istituto Vittorio Emanuele III sospesa per non avere vigiliato sul compito di alcuni alunni che, in una videoproiezione, hanno accostato le leggi razziali al decreto Sicurezza. Il dibattito arriva da Palermo e Roma e colpisce il governo. Il ministro leghista Matteo Salvini si dice "felice" di incontrare la docente e gli allievi quando sarà in città per l'anniversario della strage di Capaci ma tace sulla punizione inflitta dall'ufficio scolastico provinciale (sospensione per 15 giorni ndr). Il pentastellato Luigi Di Maio è di avviso diverso. Prima ai cronisti che gli chiedono un commento dice "Spero che possa essere reintegrata il prima possibile", poi filtra la notizia di una telefonata con la diretta interessata. "Farò di tutto", la rassicurazione del vicepremier.

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A margine di un incontro a Carpi, Di Maio spiega: "Il ministero dell'Istruzione si deve occupare dell'edilizia scolastica, del fatto che le scuole stano crollando. Poi dico sempre ai ragazzi pensate con la vostra testa, portate avanti le vostre idee. Più che di un incontro quell'insegnante ha bisogno di tornare al lavoro e questo spero che possa avvenire il prima possibile e noi vogliamo questo come M5S e dobbiamo volere questo come governo". 

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Una sponda a Salvini arriva dal ministro dell'Istruzione Marco Bussetti: "Penso che abbia dimostrato ancora una volta grande attenzione e grande sensibilità e spero di essere con lui quando incontrerà la docente. Voglio incontrarla anch'io. La scuola deve costruire coscienze critiche, è un suo obiettivo - prosegue Bussetti -. Perciò ben vengano anche queste possibilità di confronto, di scambi di idee e opinioni che sono sempre positivi". Il titolare del Miur si defila però dal dibattito sulla sospensione: "Ritireremo la sospensione? Se il ministro fosse chiamato in causa potrebbe anche intervenire, ma il ministro non ha questa funzione, né questo compito. Ci sono degli uffici preposti. Il ministro non è stato interessato né nell'avvio né nella conclusione dell'iter del caso specifico. Perciò evitiamo accuse di censura perché non hanno fondamento".

A parlare del "caso Palermo" non solo solo gli esponenti del governo gialloverde. Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, definisce la sospensione della docente un "fatto di una gravità inaudita" e parla di "clima da regime". La vicepresidente del Pd, Anna Ascani, chiede invece le dimissioni del sottosegretario Borgonzoni, mentre il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri considera "una scelta discutibile. Se deve venire in Senato, che si esponga a un contraddittorio, non ad una celebrazione unilaterale. Lo dico pubblicamente e formalmente, anche ai vertici dell'assemblea di Palazzo Madama".

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Intanto non si ferma la mobilitazione per la docente. Dopo le manifestazioni di ieri in città, la solidarietà corre su internet dove sono già oltre 170 mila le firme raccolte a sostegno della professoressa nelle due petizioni online lanciate dal segretario del Pd Nicola Zingaretti (oltre 46.600) e dal sindacato Usb (circa 123.500).

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