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Piano di riequilibrio del Comune, Forello e Argiroffi: "Va rifatto per il bene dei prossimi 20 anni di Palermo"

Entro il 15 febbraio serve un accordo con la presidenza del Consiglio per i 475 milioni di euro destinati a Palazzo delle Aquile fino al 2042. I consiglieri del gruppo Oso: "L'attuale documento è irricevibile, sediamoci tutti a un tavolo e riscriviamolo insieme"

Mettere da parte per un mese e mezzo la campagna elettorale, sedersi tutti attorno a un tavolo e riscrivere il piano di riequilibrio, definito al momento “irricevibile”, perché redatto prima che lo Stato - attraverso il decreto fiscale e la legge di bilancio - destinasse a Palazzo delle Aquile, per i prossimi 20 anni, qualcosa come 475 milioni di euro. A lanciare la proposta, ribattezzata “metodo salva Palermo” sono Ugo Forello e Giulia Argiroffi, consiglieri comunali del gruppo Oso.

Una pioggia di soldi che è però condizionata dalla stipula, entro il 15 febbraio, fra la presidenza del Consiglio e il Comune di un accordo per “il ripiano del disavanzo e il rilancio degli investimenti”, ovvero quel piano di riequilibrio al centro della contesa. Per la Giunta Orlando il percorso avviato per raddrizzare il bilancio "è stato messo in sicurezza finanziaria e giuridica". Di tutt'altro avviso i consiglieri di Oso. “Abbiamo in campo un piano di riequilibrio irricevibile che ha un parere negativo troncante dalla ragioneria generale nonché i 'paletti' posti dal Collegio dei revisori”, ha detto Forello. “Come Consiglio comunale - ha aggiunto - abbiamo tempo fino al 31 gennaio di intervenire per un accordo ben fatto che potrà avere effetti positivi su Palermo per i prossimi 20 anni e servono soluzioni e proposte di tutte le parti politiche, dimenticando per il momento le elezioni”. Il piano infatti va approvato entro la fine di questo mese. “Avanziamo la nostra proposta costruttiva - ha spiegato Argiroffi - e chiediamo un tavolo tecnico al quale partecipino l’amministrazione, il segretario generale, il ragioniere generale, tutti gli uffici e i rappresentanti di tutti i cittadini”. 

argiroffi forelloUn piano che va rifatto, secondo i consiglieri di Oso (nella foto a destra), non solo perché avviato prima del via libera da Roma ai contributi statali destinati a quattro capoluoghi italiani indebitati, fra i quali c'è Palermo, ma anche perché nel frattempo nel 2021 al Comune sono aumentate le entrate dalle tasse, di oltre dieci milioni di euro rispetto all’anno precedente, passando da 190,3 milioni a 200,7 milioni. Un dato sul quale incidono i circa 6 milioni in più di Tari (da 64,2 a 70 milioni) e i 6 milioni in più di Imu (da 71,7 a 77,7), che hanno colmato la diminuzione delle entrate da Tosap (da 3,1 milioni a 915 mila euro) e Icp (da 830 mila euro a 416 mila euro).

Il capitolo sulle imposte è fondamentale, secondo i consiglieri di Oso, nella revisione, da loro chiesta, per il piano di riequilibrio. “Se l’aumento dell’Irpef viene fatto solo per coprire i costi per le aziende partecipate allora sono soldi buttati. Sarebbe più opportuno un aumento provvisorio, nel frattempo occorre lanciare una seria battaglia all’evasione fiscale. Questa è la vera sfida del Comune sul quale si possono fondare presente e futuro della città. Recuperando dall’evasione l’aumento Irpef potrebbe durare solo per 2-3 anni”.

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