Il Consiglio comunale dice sì al piano di riequilibrio: scatta il raddoppio dell'Irpef
La delibera, voluta dall'amministrazione Orlando, viene approvata dopo una lunga "maratona" d'Aula coi voti della maggioranza e il soccorso del M5S. Per raddrizzare i conti, l'amministrazione aumenta le tasse in cambio di 475 milioni che riceverà dal governo nazionale nei prossimi 20 anni. La Giunta: "Evitato il dissesto"
Con il piano di riequilibrio dei conti del Comune - votato al termine di una vera e propria "maratona" a Sala delle Lapidi, durata trenta ore solo negli ultimi due giorni - scatta il raddoppio dell'Irpef.
La delibera, fortemente voluta dalla Giunta Orlando per non dichiarare il dissesto, supera l'esame del Consiglio con i voti della maggioranza e il soccorso del M5S. Assenti al momento della votazione Forza Italia, Fratelli d'Italia, Sicilia Futura, Udc e Diventerà Bellissima, ovvero quasi tutto il centrodestra (Lega esclusa), usciti fuori dall'Aula. Si astengono i leghisti, +Europa e il gruppo Oso, contrario il presidente Totò Orlando (Italia Viva) che nel finale va su tutte le furie: "Fate pietà! Non ringrazio nessun consigliere, solo dipendenti e funzionari". L'atto passa con 14 voti favorevoli, 7 astenuti e un contrario (22 i presenti).
Il piano prevede un pareggio dei conti in 20 anni, a fronte di un raddoppio dell'Irpef (dallo 0,8 all'1,6 per mille) che porterà nelle casse comunale circa 550 milioni di euro in questo lasso di tempo. La stangata, che i palermitani dovranno pagare già da quest'anno, si somma all'aumento di Tari, servizi cimiteriali, impianti sportivi ed una serie di pesanti condizionalità. Ciò è stato possibile perché una norma dello Stato ha tolto ai Comuni che accedono al riequilibrio il limite massimo di prelievo rispetto all’attuale dello 0,8 per mille a carico dei lavoratori. In questo modo si ricaveranno 49 milioni nel 2022 e 59 milioni nel 2023, con le aliquote che col passare degli anni dovrebbero scendere all'1,2 fino al 2040. In cambio il Comune riceverà in tutto dal governo nazionale 475 milioni.
Nella seduta odierna gran parte della battaglia consiliare è andata avanti sull'aumento delle ore per il personale part time. Alla fine in Aula passa un emendamento, "agganciato" a quello sull'Irpef (emendamento Evola), che introduce un aumento graduale: 2 ore in più ogni anno fino al 2025. Aumento però che - secondo pezzi dell'opposizione - non si potrà concretizzare se prima non vengono approvati i bilanci 2021-2023 e 2022-2024, più il consolidato. Verranno stabilizzati anchegli Lsu. Con un emendamento last minute del consigliere Forello invece è stato scongiurato il dimezzamento delle circoscrizioni a partire dal 2025 (la copertura è stata trovata con l'aumento dei diritti portuali); mentre è stato bocciato l'emendamento soppressivo della vendita delle quote di Gesap (il 30% delle azioni in mano al Comune è stimato in soli 22 milioni).
Il piano di riequilibrio si abbatterà anche sui fornitori del Comune, che rischiano di non prendere un euro dei crediti vantati se non aderiscono al "Piano di rilevazione dei debiti commerciali certi liquidi ed esigibili". I creditori infatti sono obbligati a presentare istanza e si dovranno accollare riduzioni dal 20 al 60 per cento.
Il sindaco Leoluca Orlando, che ormai da tempo è privo di una maggioranza non ha mai abbandonato Sala delle Lapidi, fino all'ultimo ha portato avanti la tesi che il dissesto avrebbe fatto piombare Palermo nel baratro. Anche contro chi ha tirato in ballo la norma statale che "congela" il default per due anni, come previsto dal comma 578 della legge di bilancio. Su questo aspetto però non si riuscito a fare chiarezza.
In una nota il sindaco Orlando e la Giunta affermano che "col voto del Consiglio si è evitato il dissesto e adesso ci sarà l'occasione di riorganizzare la macchina comunale e di intensificare l'attività di lotta alla evasione fiscale. L'amministrazione ha sviluppato un intenso dialogo e continuerà la sua interlocuzione con il parlamento e con il governo per definire le condizioni per fronteggiare una crisi di sistema che ha paralizzato centinaia di comuni siciliani e ha colpito grandi città come Torino, Napoli, Reggio Calabria e, da molti anni, Roma. La città di Palermo, in collaborazione con gli altri comuni siciliani e dell'intero Paese, ha ottenuto nuove norme e l'erogazione di somme inserite nel decreto fiscale e nella legge di bilancio dello Stato. Risorse e norme che, sin dall'inizio, sono state espressione di una precisa volontà: evitare il dissesto. Il sindaco, a metà febbraio, stipulerà un accordo con il presidente del Consiglio previsto dalla legge di bilancio dello Stato per meglio definire impegni dell'amministrazione comunale ed impegni del governo nazionale per i prossimi anni".
Le "voci" dall'Aula
"Non è vero - insiste Alessandro Anello, consigliere della Lega - che bocciando il piano si sarebbe andati certamente al dissesto, come qualcuno ha sempre paventato facendo terrorismo sulla pelle dei cittadini. Il piano di riequilibrio, questo piano di riequilibrio, era da bocciare. Oggi, però, alcuni a Sala delle Lapidi hanno preferito mettere un'ipoteca ventennale sul futuro produttivo della città".
La collega di gruppo Marianna Caronia, nel suo intervento, non ha nascosto il suo "imbarazzo". "Un imbarazzo - spiega - che mi accompagnerà nel tempo, che condizionerà il futuro nostro e dei nostri figli. Si conclude l'epoca Orlando: tutti ci saremmo aspettati un'uscita diversa. Questo piano non ci soddisfa perché porta la tassazione alle stelle e siamo stati in difficoltà a districarci tra pareri tecnici che non sappiamo che effetti avranno, così come non sono state spiegate le conseguenze del possibile dissesto. Tuttavia anche il dissesto sarebbe una iattura per la città, perché porterà un danno a qualsiasi prospettiva di sviluppo della città: basti pensare che sarà impossibile accedere ai mutui, che tante opere e lavori hanno permesso negli anni. L'amministrazione Orlando ha gravi responsabilità per quanto avvenuto, così come gravi sono le responsabilità delle politiche nazionali che hanno colpito tutte le amministrazioni comunali del meridione. Ho provato con altri consiglieri a trovare soluzioni, anche dialogando con l'amministrazione, cosa che qualcuno ha scambiato per inciucio, per evitare un disastro che comunque ricadrà sui cittadini. Ma le soluzioni non sono arrivate".
"Anche noi abbiamo sofferto parecchio - dice Valentina Chinnici, capogruppo di Avanti Insieme - perché dietro i numeri ci sono persone, come i lavoratori del Comune. Il nemico comune era il dissesto e così lo abbiamo evitato". Sulla stessa scia il capogruppo del Pd Rosario Arcoleo: "Ci prendiamo la responsabilità, perché in politica ci si mette la faccia".
"Questa sera ancora una volta abbiamo dimostrato la nostra attenzione verso i dipendenti del Comune di Palermo. Grazie ai voti decisivi del Movimento 5 Stelle, infatti, è passato l’emendamento che permetterà entro fine anno l'aumento a 30 ore lavorative settimanali di tutto il personale part-time di categoria A, B, C e D e a 32 ore dalla fine del 2023, fino ad arrivare a 36 ore entro il 2025. Si tratta di risorse e fondi certi. Inoltre, finalmente si potrà tornare ad assumere nel Comune di Palermo con un piano di 500 nuove unità lavorative a partire dal 2025. L'aumento orario del personale è strategico nell'ottica di consentire il miglioramento di quei servizi che oggi soffrono di note carenze, ad esempio negli ambiti della polizia municipale, nelle Circoscrizioni, negli uffici cimiteriali e in svariati uffici amministrativi". Così i pentastellati Viviana Lo Monaco, Concetta Amella e Antonino Randazzo.
Ci va giù duro Ugo Forello (gruppo Oso), protagonista per lunghi tratti della seduta sia sotto il profilo tecnico (per la quantità di emendamenti presentati) sia da un punto di vista politico: "Avremo la pressione fiscale più alta d'Italia. Mi scuso con la Lega (paparazzata assieme Orlando con tanto di post su Facebook, ndr) perché ci ha messo la faccia, così come il M5S. Altri invece, come Fi e Fdi, sono scappati. A parole si dicono di opposizione, in realtà sono complici di questa amministrazione, una vera e propria maggioranza sotterranea. Ma è stato un momento di chiarezza: l'asse Orlando-Miccichè, che c'è sempre stato, oggi si è palesato più forte che mai. Esco sconfitto da questa Aula perché avevo proposto una via diversa da quella dell'amministrazione, che tuttavia sono convinto provocherà danni per la nostra comunità".
Alle accuse di Forello il capogruppo di Forza Italia, Giulio Tantillo, ribatte così: "Sono contro il dissesto e non accetto che qualcuno abbia detto che ci sono consiglieri che vogliono scappare. Non vado contro i lavoratori e non avallerò mai un aumento delle tasse". Secondo Fabrizio Ferrandelli (+Europa), "con questo piano in vent'anni si porta la pressione fiscale al massimo. Col dissesto le tasse sarebbero state minori, ora invece raddoppieranno. E per di più si usa il personale come scudo umano. Questo non è un piano di riequilibrio per Palermo ma il piano di salvataggio di Orlando e della sua stagione politica. Così si è accesa un'ipoteca di vent'anni".