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Piano giovani, la Scilabra si sfoga: "Accerteremo eventuali sabotaggi"

Una lettera fiume postata su Facebook dall'assessore regionale alla Formazione. "Lavoriamo per capire chi ha causato il malfunzionamento. Ho dovuto sfidare un sistema di clientele, affari e truffe che ha speculato sul futuro della mia generazione"

Dopo il secondo round del "Piano giovani", l'iniziativa lanciata dall'assessorato regionale alla Formazione per tirocini di sei mesi retribuiti, non sono mancate le polemiche per la gestione tecnica del portale. Durante il "click day" di agosto si è ripetuto il copione di luglio: troppi accessi e server in tilt, con gli 800 posti "razziati" in meno di due ore. Ecco lo sfogo dell'assessore Nelli Scilabra pubblicato su Facebook che pubblichiamo integralmente:

"Abbiamo raggiunto l'obiettivo prefissato di 800 matching tra giovani e aziende ma non posso nascondere lo sdegno più profondo rispetto alla gestione amministrativa e tecnica dell'iniziativa. Il Piano Giovani rappresenta per i giovani della mia terra una grande opportunità, una piccola speranza di cambiamento che oggi si scontra con l'assoluta inadeguatezza di chi dovrebbe gestire le nostre azioni politiche. Sono stanca di dovermi assumere responsabilità non proprie di chi, come me e altri in questa Sicilia, esercita un ruolo politico e non tecnico. Mi sono assunta responsabilità enormi, non era facile a 28 anni sfidare un sistema di clientele, affari e truffe che ha coinvolto burocrati che destinavano nei propri conti bancari i soldi pubblici, politici che gestivano direttamente enti di formazione e soggetti dal discutibilissimo valore etico che hanno speculato sul futuro della mia generazione.

E' arrivato il momento in cui chi ha le responsabilità se le assume in pieno, ho trent'anni e non intendo assumermi responsabilità che non mi appartengono. Tantissime ragazze e tantissimi ragazzi della mia Sicilia oggi stanno vomitando la nausea più profonda rispetto a delle Istituzioni che per l'ennesima volta stanno tradendo le loro aspettative. Ma quelle aspettative, car* ragazz*, sono anche le mie. Accerterò le responsabilità di chi oggi ha causato il malfunzionamento delle procedure e farò quanto in mio potere per ripristinare un livello sufficiente di dignità per la Regione Siciliana.

Non si può buttare al vento più di un anno di lavoro per incompetenza, superficialità e forse, perchè a questo punto devo pensar male, per un evidente tentativo di ostruzionismo e sabotaggio da parte di più soggetti rispetto alla mia azione politica. Dai ritardi dei pagamenti nel settore della formazione alle inefficienze emerse oggi su quello che, ribadisco, rappresenta un'occasione imperdibile. Non permetterò a nessuno di sabotare il Piano Giovani, costi quel che costi. Lavoro ogni giorno, senza sosta, per restituire la speranza alla mia generazione, per ricostruire un presente che chi ci ha preceduto ha cancellato.

Se qualcuno intende fermare la mia volontà di cambiamento lo dica apertamente ed esca allo scoperto. Sono un componente del Governo della mia Regione, non sono un dirigente di questa amministrazione, non gestisco siti informatici e non mi occupo di bandi. Da troppo tempo i confini del mio ruolo vanno molto al di là del comprensibile e del tollerabile, non sono più disponibile, non lo sono io e non lo sono le tante ragazze e i tanti ragazzi onesti di questa terra. In ogni istante delle mie giornate non passa momento senza che il mio pensiero poggi sulla sofferenza di chi ha subito la perdita più grave della propria esistenza: il futuro. Già, il futuro di una generazione che oggi si trova a dover pagare decenni di malapolitica, di mancate programmazioni, di evidenti truffe e scandali che hanno arricchito i potenti della Sicilia e del nostro Paese e che hanno impoverito le speranze di intere generazioni. Prima ancora di essere una componente del Governo della Regione Siciliana sono, sopratutto, una ragazza di Sicilia.

Ho tolto i soldi del Piano Giovani dalle mani di chi in questi ultimi dieci anni ha utilizzato i soldi pubblici per finanziare le proprie campagne elettorali, i propri circoli, le proprie aziende. Quella si, era la Sicilia della vergogna. La terra di chi pensava di poter fare tutto, senza alcun limite di etica, la terra di chi ha mobbizzato il futuro di almeno tre generazioni, trasformando la formazione in una cosa privata, in una cosa nostra. La formazione siciliana, è giusto saperlo, è costata 5 miliardi di euro negli ultimi dieci anni. Io sto combattendo una guerra quotidiana contro quel sistema, in trincea, ogni giorno contro tutti. Da due anni riceviamo pressioni, a volte sfociate anche in minacce, e nonostante tutto riusciamo ancora oggi ad avere la schiena dritta, sicuri che questa Terra può cambiare perchè deve cambiare.

Crediamo molto in questo Piano, perchè rappresenta l'unico piano di investimento sulle giovani generazioni e devo dirle che propria su questa nostra scommessa abbiamo registrato l'interesse dei Ministeri del Governo nazionale e della Commissione Europea: per la prima volta la Sicilia riesce ad ottenere un credito di credibilità, di fiducia, di speranza. Saremo la prima regione del Paese a finanziare le 'start up' sui beni confiscati alla mafia, la prima regione d'Italia ad avviare una misura di finanziamento sui coworking e sui coworkers. Sicuri che al fallimento delle imprese del capitale e della finanza si debba iniziare a costruire un percorso che guardi alla Sharing Economy.

Per carità, non staremo scrivendo la Storia, ma di sicuro una storia interessante, nuova. Una storia siciliana che non contiene la parola mafia e la parola corruzione. Una storia siciliana, che non ha vergogna. La Sicilia sta cambiando e non consentiamo a nessuno di insultare e offendere i nostri sforzi. Accetto la rabbia dei miei coetanei, ma non accetto l'inadempienza di chi, per dovere, deve garantire standard minimi di efficienza rispetto a questa Regione. Non pretendiamo di risolvere la questione giovanile in Sicilia con il Piano Giovani, ma intendiamo accendere un nuovo percorso. Adesso basta, non abbiamo più altro tempo e neanche la voglia di restare a guardare".

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