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Venerdì, 29 Marzo 2024
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L'ora "contesa" dei consiglieri comunali: arriva la stretta sui permessi

Nuovo regolamento in vista: la legge riconosce il diritto di assentarsi dal posto di lavoro non più per l’intera giornata, ma solo per il tempo necessario a raggiungere il luogo della seduta. E c'è chi vuole fare ricorso

Sala delle Lapidi recepirà con un regolamento la legge regionale sullo status degli amministratori locali, per adeguarsi alle nuove disposizioni sui permessi dal lavoro; ma alcuni consiglieri comunali sono pronti ad impugnare l’atto davanti al Tar.

La legge, approvata a giugno dello scorso anno dall’Ars, riconosce ai consiglieri comunali che sono dipendenti pubblici o privati, il diritto di assentarsi dal posto di lavoro non più per l’intera giornata, ma “per il tempo strettamente necessario alla partecipazione a ciascuna seduta, compreso il tempo per raggiungere il luogo della riunione e rientrare al posto di lavoro nella misura massima di un’ora prima e di un’ora dopo lo svolgimento della seduta”.

Con un’interpretazione a detta dei consiglieri restrittiva, il segretario generale ha inteso il tempo di un’ora come un “tempo variabile relativo alla distanza intercorrente tra il posto di lavoro e il luogo della seduta” e non come “un tempo fisso”. In sostanza, i consiglieri non potrebbero godere di un’ora di permesso per raggiungere le sedi istituzionali o fare ritorno sul posto di lavoro, ma assentarsi per il tempo effettivamente impiegato per il tragitto (massimo un’ora) che – scrive il segretario generale – “potrà costituire oggetto di apposita certificazione”. Un’interpretazione condivisa dall’assessorato regionale alle Autonomie locali, a cui la segreteria generale del Comune ha inviato una richiesta di parere. 

I consiglieri comunali però non ci stanno e annunciano che entro metà giugno verrà esitato il regolamento applicativo della legge, di concerto con l’Anci Sicilia. “A breve – dice Giulio Tantillo, capogruppo di Forza Italia, nonché componente dell’ufficio di presidenza dell’Anci – convocheremo i presidenti dei Consigli comunali siciliani. Prepareremo uno schema di regolamento per i nove Comuni capoluogo di provincia; ed un altro per il resto degli enti. Chi vorrà poi lo potrà approvare nella sua assise cittadina. Secondo noi, i consiglieri comunali devono godere di un’ora intera di permesso”.

A Sala delle Lapidi, però, c’è una “frangia” di consiglieri integralisti che contestano la norma approvata dall’Ars ed è pronta ad impugnare il regolamento di recepimento. A guidarla è Nadia Spallitta (Pd), vicepresidente del Consiglio: “ Faremo ricorso al Tar. Riteniamo che la legge sia incostituzionale e gravemente lesiva della libertà politica. Un consigliere non si può solo limitare all’attività d’Aula o di commissione, ma deve essere libero di partecipare ad assemblee cittadine, riunioni di partito, essere presente in occasione di particolari eventi di cronaca, avere un rapporto col territorio. L’impegno politico non può essere centellinato con orari di entrata e uscita. Questa burocratizzazione della politica non la accettiamo”.

“La verità – conclude – è che c’è un’ipocrisia di fondo: nessun politico vuole mettersi contro questa legge, per non correre il rischio di essere accusato di voler mantenere privilegi. In questo caso non si si tratta di privilegi, ma della libertà politica. Forse l’Anci non si è impegnata abbastanza per tutelare gli amministratori locali. Se il problema sono i soldi, stabiliamo un tetto massimo ai rimborsi per i datori di lavoro. Di più: anziché erogare ‘gettoni’, diamo un’indennità di funzione uguale per tutti i consiglieri”.

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