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Venerdì, 29 Marzo 2024
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"Patto per il Sud", 332 milioni a Palermo: "Strade, lavoro e lotta alla povertà"

Il Comitato interministeriale per la programmazione economica ha dato il via al Masterplan per il Mezzogiorno, il piano del Governo per rilancio economico delle regioni meridionali

Ammontano a 13,4 miliardi di euro gli investimenti pubblici a favore dei "Patti per il Sud" deliberati dal Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) nella seduta che si è svolta a Palazzo Chigi presieduta dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi. A comunicarlo è il Cipe in una nota. Per la Città di Palermo sono stati destinati 332 milioni di euro. All'interno del Piano, l'intervento certamente più significativo, anche in termini finanziari è quello per lo sviluppo della nuova rete di tram, ma sono previsti anche interventi per la sicurezza della circonvallazione (compresi i ponti) e la mitigazione del rischio di frane e crolli lungo i costoni che circondano la città.

Sul fronte della "mobilità dolce" si collocano anche gli interventi per il potenziamento del bike e car-sharing e quello, sovracomunale, che prevede la realizzazione di una "green way" da Palermo a Monreale, lungo il tracciato della vecchia linea ferrata. Ancora, in materia di innovazione tecnologica, una parte dei fondi destinati al potenziamento della rete telematica pubblica della città, sia a servizio degli uffici sia a servizio del wi-fi pubblico. Altri fondi andranno al settore della cultura e del turismo, con un grosso intervento che vede nel Teatro Massimo, il cuore del potenziamento delle attività culturali in città: interventi sono previsti sia per il restauro della struttura che per la realizzazione di servizi volti a favorire la fruizione da parte dei cittadini, anche riferiti agli altri poli culturali della città .

Con l'assegnazione delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione ai "Patti per il sud" il Cipe ha dato il via al Masterplan per il Mezzogiorno, il piano del Governo per rilancio economico delle regioni meridionali. Il piano di investimenti è finalizzato a finanziare interventi da realizzarsi nelle Regioni e nelle Città metropolitane del Mezzogiorno mediante appositi Accordi interistituzionali. Le assegnazioni tengono conto degli impieghi già disposti e della chiave di riparto percentuale del Fondo per lo sviluppo e la coesione (80% al mezzogiorno e 20% al centro nord). Gli investimenti sono stati programmati per "aree tematiche prioritarie d'intervento", ovvero le politiche pubbliche considerate strategiche per il rilancio del mezzogiorno.

FARAONE: "RACCOGLIAMO LA SFIDA" - "Ambiti di intervento precisi: infrastrutture, ambiente, sviluppo economico e produttivo, turismo e valorizzazione dei beni culturali, occupazione e lotta alla povertà, istruzione e formazione, rafforzamento della pubblica amministrazione - scrive su Facebook il Sottosegretario all'Istruzione Davide Faraone -. Accordi che il governo ha voluto stipulare con le singole regioni e con le città metropolitane a testimonianza di quanto l'economia del Mezzogiorno possa crescere e diventare volano per la ripresa del Paese. Tutto questo - aggiunge - si traduce in un solo modo: il governo nazionale non va in vacanza, guarda al Meridione di Italia come terra delle potenzialità troppo a lungo inespresse, dà fiducia alla Sicilia e ci mette la faccia. Adesso sta a noi, uomini e donne del Sud, raccogliere la sfida e dimostrare cosa siamo in grado di fare. Perché una 'questione meridionale' non faccia parte più dei refrain che siamo abituati ad ascoltare, dobbiamo scrollarci di dosso stereotipi storici e logiche assistenzialistiche. Le risorse ci sono - conclude - creiamo sviluppo per le generazioni che verranno".

 MICELI: "ORA NON SPRECARE NULLA" -  Così invece Carmelo Miceli, segretario provinciale del Partito democratico di Palermo: “Il governo Renzi ha fatto la sua parte, l’auspicio è che adesso la Regione e gli altri enti utilizzino al meglio e senza inutili perdite di tempo, ad esempio mascherate da imprevisti intoppi burocratici, i miliardi di euro messi a disposizione dall’esecutivo nazionale. Il rilancio dell’Isola passa dal cambio di rotta della classe dirigente e dalla capacità di quest’ultima di non vanificare, per incompetenza o altro, gli sforzi e la fiducia accordata dal governo nazionale”, conclude.

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