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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Tra Sciascia e Orlando Cascio: è morto Marco Pannella, il leone radicale ruggì anche a Palermo

L'Italia saluta il leader radicale, che si è spento a 86 anni. Il vento delle sue battaglie soffiò pure nel capoluogo siciliano

Per qualcuno se n'è andato "il" leone della libertà. Di sicuro, una figura come quella di Marco Pannella, mancherà a molti. L'Italia saluta il leader radicale che - a modo suo - ha cambiato il volto all'Italia. Si è spento oggi a 86 anni, dopo una vita passata - per scelta - sempre in minoranza. Una carriera infinita, un'esistenza sopra le righe. "Voto Pannella e canto", urlavano gli Articolo 31 nel loro inno alla marijuana. Una delle tante battaglie, dell'uomo che collezionava scioperi della fame. Dal divorzio all'aborto, dall'amnistia alla depenalizzazione delle droghe leggere. Impegno, passione, lotta, energia, idee, analisi: un animale politico. La grinta di Marco Pannella ha incrociato anche il vento di Palermo, negli anni della Primavera.

Nel gennaio del 1990, Pannella infatti inaugura i lavori del congresso del partito radicale. E lo fa scegliendo Palermo. Si guarda in giro, fissa i palermitani negli occhi e chiede a tutti un minuto di assoluto silenzio in memoria di Leonardo Sciascia, morto da pochissimo, da radicale, come Pannella. Applausi e lacrime. Clima pesante, Pannella sembra inquieto, parla del caso Palermo. "Stiamo lavorando ad una lista sciasciana, non sarà una lista della lotta alla mafia e basta. Vogliamo guidare la città nel rispetto delle regole. La candidatura moralmente e politicamente ideale è quella del sindaco dimissionario Leoluca Orlando, l'uomo che è stato capace di sconfiggere l'indifferenza della gente e di recuperare attenzione e speranza nei confronti delle istituzioni".

Ma le opinioni  di Pannella cambiano col passare del tempo. Perché da lì in poi il leader radicale ingaggia un duello a distanza con il sindaco. Lo accusa di essere un "professionista dell'antimafia" e rispolvera il secondo cognome, poco gradito dal primo cittadino palermitano, tanto che lo stesso Orlando ha dichiarato in passato di averlo abbandonato da "politico" perché non figurava all'anagrafe. Insomma, Orlando magicamente diventa solo "Orlando Cascio". Un braccio di ferro che vive di sussulti, come quello delle amministrative 2012. Di mezzo c'è il diritto di voto dei detenuti. Nel carcere Pagliarelli nessuno dei 1.400 reclusi si presenta a votare. Volano parole grosse. "E’ stata ricostituita ufficialmente l’unità tra la mafiosità criminale ordinaria e la mafiosità criminale partitocratica del potere romano o palermitano. Ho sentito Leoluca Orlando Cascio dirci che persino le suore di clausura erano state mobilitate e votavano per lui. Beh, qualcun altro si è mobilitato perché i detenuti e il personale dell’Ucciardone, non votando presumibilmente per lui, non potessero votare. I detenuti sapevano a Palermo che c'era un candidato – Ferrandelli – che è anche iscritto al Partito Radicale ma che io stesso ho indicato. Questo, come sappiamo, la voce del carcere, l’aveva fatto sapere...”.  

E oggi Orlando ha salutato "così" il leone radicale: "Marco Pannella con il suo impegno ha posto al centro dell'agenda politica e culturale del nostro paese il tema dei diritti facendo uscire l'Italia da una condizione di arretratezza e di discriminazione delle diversità e sostanziale mortificazione della libertà". 
 

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