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Evento allo Spasimo, Orlando è in ritardo e resta fuori: portone chiuso

Dopo un'inutile attesa il sindaco - che era arrivato alla Kalsa per assistere allo spettacolo "Il viaggio di Ibn Battuta in Italia" (prima nazionale a Palermo) - è stato costretto a tornare a casa così come le altre persone rimaste in fila

Si era presentato allo Spasimo per assistere a uno spettacolo. Arrivato con un leggero ritardo, ha trovato il portone chiuso e dopo un'inutile attesa è stato costretto a tornare a casa. Tutto normale, se non fosse che il protagonista della vicenda è il sindaco in persona, Leoluca Orlando. Un paradosso che si è materializzato ieri sera, davanti alla chiesa dello Spasimo, dove stava per iniziare "Il viaggio di Ibn Battuta in Italia", in prima nazionale a Palermo. Con Orlando anche centinaia di persone sono rimaste fuori. Dopo l'inizio dello spettacolo, ieri alle 21.30, le porte sono state chiuse.

"Entrano solo le autorità perché aspettiamo il sindaco": sarebbe stato questo il diktat dell'organizzazione. Ma qualcosa sarebbe andato storto. Perché nell'attesa dell'arrivo di Orlando il portone - che doveva essere semplicemente accostato - sarebbe stato chiuso forse per sbaglio. E a quel punto si sarebbero interrotte le comunicazione tra gli addetti alla sicurezza che erano all'interno e quelli che erano all'esterno. Così quando Orlando è realmente arrivato, è rimasto fuori, insieme alle altre persone imbufalite, che a lungo hanno chiesto conto e ragione, lamentandosi della gestione dell'evento. Il sindaco - giunto allo Spasimo con la scorta - ha aspettato un po'. Dopo qualche minuto senza fare polemiche ha preferito andar via. Il portone sarebbe stato chiuso per motivi di ordine pubblico. Si sarebbe dovuto riaprire nel momento dell'arrivo di Orlando, ma evidentemente le cose sono andate diversamente.

E si è sfiorato l'incidente diplomatico perché la delegazione araba ha chiesto insistemente di Orlando e invece quel posto riservato al sindaco è rimasto vuoto. Al punto da costringere la regista Sabah Benziadi a inventare scuse e prendere tempo: "Perfino il ministro Dario Franceschini - dice a PalermoToday - ha mandato quacuno al posto suo (un consigliere, ndr) perché voleva esserci a tutti i costi e non ce l'ha fatta. E Orlando? Lui che va ovunque ieri invece non c'era, eppure tutti lo aspettavano. E' rimasto fuori soltanto per un malinteso, perché bastava annunciare il suo arrivo e sarebbe entrato. Ieri all'esterno c'era una fila enorme, che arrivava fino in piazza Magione. Lui era in mezzo a tantissima gente che non è riuscita a entrare, perchè la capienza è di 200 persone. Il punto è che da Orlando e il suo staff non è arrivata nemmeno una telefonata".

Niente spettacolo dunque per il sindaco. Una pièce di teatro/danza sperimentale - curata dalla regista Sabah Benziadi - con una trentina di artisti in scena, molti dei quali non professionisti, tra ballerini, narratori, musicisti, mimi e attori, compresi nove bambini di seconda generazione, figli di immigrati residenti a Palermo. Filo conduttore dello spettacolo: la follia come libertà di espressione e creatività. Tra gli ospiti attesi il poeta Khaled AlDhanhani degli Emirati Arabi Uniti, a Palermo per consegnare al pubblico i versi di una poesia scritta per l'occasione. Il prossimo appuntamento con lo spettacolo, che diventerà itinerante, sarà nel 2018 negli Emirati Arabi Uniti. Difficilmente però Orlando proverà a esserci.

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