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Il caso Opera Pia approda all'Ars, Vincenzo Figuccia: "Licenziamenti illegittimi"

Secondo il deputato la regionale 22/1986 prevede il risanamento e il reintegro del personale mediante una ricollocazione in altri enti che svolgono attività socio-assistenziale

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

La commissione Affari istituzionali torna sulla riorganizzazione delle Ipab siciliane, alla presenza dell'Anci Sicilia, dell'Ares-Ipab Sicilia, dell'Ansdipp Sicilia Ipab, dei rappresentanti della Conferenza episcopale siciliana e delle maggiori sigle sindacali. In commissione si leva vigorosa la voce di Vincenzo Figuccia che sull’ormai famoso licenziamento collettivo dei 42 dipendenti dell’Opera Pia Ruffini afferma: “Licenziamenti illegittimi ai sensi della regionale 22/1986, la quale prevede il risanamento e il reintegro del personale mediante una ricollocazione in altri enti che svolgono attività socio-assistenziale. La possibilità di estinguere un Ipab, così come sancito dall’articolo 34 della succitata legge è solo un'opzione subordinata all'impossibilità di fusione con altra Ipab del territorio. Per quali ragioni l’assessore non decreta lo scioglimento del Cda Ruffini? Insomma Figuccia, annuncia battaglia sul tema scottante. “Nei giorni scorsi – prosegue il parlamentare - ho presentato un ddl (n. 193) che riconosce alla Regione per mezzo degli assessorati competenti, la facoltà di nominare un commissario ad acta che, con riferimento ad atti illegittimi che come quest’ultimo sono posti in essere da parte delle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, possa revocarli in quanto non conformi alla norma. È necessario un ripensamento della normativa vigente - conclude Figuccia - che a causa dello spietato qualunquismo refrattario e rinunciatario del governo Crocetta, è stata piegata ad interpretazioni errate circa la natura degli enti. Il risultato è che questi 42 lavoratori portano le stimmate di tali scelleratezze. Questi enti, per l’importanza del servizio reso alla comunità vanno tutelati con ogni mezzo necessario ed è pertanto necessario chiarire sin da subito che essi vanno regolati, salvo espresse deroghe di legge, da norme di diritto pubblico”.

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