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"Il Comune non può aumentare la Tari, subito una class action"

Lo dice Nadia Spallitta, esponente della sinistra, ex vicepresidente vicaria del Consiglio comunale: "Le entrate accertate con il consuntivo 2017 sono addirittura superiori al costo del servizio"

“Dubito che l’amministrazione comunale di Palermo possa aumentare le tariffe della Tari”. Lo dice Nadia Spallitta, esponente della sinistra, ex vicepresidente vicaria del Consiglio comunale. “In primo luogo - sottolinea - la Tari copre i costi del servizio di smaltimento dei rifiuti stimati in 122 milioni di euro annui, sia per il 2017, sia per il 2018. Le entrate della Tari, accertate con il consuntivo 2017, sono addirittura superiori al costo del servizio, se è vero che ammontano a 170 milioni di euro. Per cui, a mio avviso, l’Amministrazione comunale dovrebbe restituire le maggiori somme, accertate e riscosse, a titolo di Tari".

“Con riferimento ai costi del servizio di smaltimento dei rifiuti - aggiunge Nadia Spallitta - gli stessi dovrebbero essere, tra l’altro, oggetto di controllo analogo da parte del Consiglio comunale. Ma non mi risulta che Bilanci e Piani industriali della Rap siano stati approvati dal Consiglio comunale”.

“Analizzando, poi, i costi del servizio di smaltimento - osserva sempre l’esponente della sinistra cittadina - gli stessi potrebbero anche essere ridimensionati con due semplici interventi: ridimensionamento dell’esternalizzazione dei servizi (oggi la Rap appalta all’esterno circa 24 milioni di euro di servizi, ivi compresi i noleggi di mezzi) e incremento della raccolta differenziata, oggi ferma a circa il 15%, con violazione delle percentuali minime di differenziata dovute, ed aggravio di costi per i cittadini. Il Comune di Palermo, infatti, conferisce in discarica, senza recuperare, riciclare e riutilizzare circa l'80% dei rifiuti, con i conseguenti costi di manutenzione delle vasche, trasporto del percolato, sorveglianza degli impianti, pulizia eccetera”.

“Di contro - prosegue Nadia Spallitta - lo sviluppo della differenziata avrebbe ricadute benefiche sia sulle ‘casse’ del Comune, sia sulle spese dei cittadini. La legge, infatti, prevede la creazione di Isole ecologiche, mai seriamente realizzate a Palermo, con conferimento e misurazione della differenziata e conseguente riduzione della Tari per ciascun cittadino, che invece è costretto a pagare, tra i costi del servizio, anche l’ecotassa, pari a circa 2 milioni di euro all’anno. Le gravi disfunzioni del servizio di raccolta dei rifiuti - dice  sempre l’esponente della sinistra - comportano anche il diritto al rimborso della Tari pagata che, fino alla misura del 60%, non è dovuta, per legge, se il servizio non funziona, o funziona male, come accade a Palermo. Al riguardo, a settembre, con le Associazioni civiche, avvieremo una class action contro l’Amministrazione comunale”.

“Infine non si può non evidenziare che la pressione fiscale, a Palermo è aumentata di oltre 150 milioni di euro rispetto al 2016. Non so immaginare dove i cittadini possano trovare ulteriore risorse per finanziare un servizio inadeguato e, in alcuni casi, inesistente. Mi aspetto - conclude Nadia Spallitta - che la sinistra e il Movimento 5 Stelle facciano in Consiglio comunale le barricate e impediscano questo inaccettabile e ingiustificato aumento della pressione fiscale”. 
 

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