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Spallitta: Gesip, no a provvedimenti tampone

Il consigliere comunale di "Un'altra storia": l'Amministrazione affida il destino della società a soluzioni tampone piuttosto che trovare un sistema definitivo

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

Il consigliere comunale Nadia Spallitta (Sel), capogruppo di Un’Altra Storia dichiara: "Alla drammatica situazione della Gesip, non corrisponde una vera assunzione di responsabilità da parte dell’amministrazione comunale, che preferisce affidare il destino di questa società a soluzioni tampone, emergenziali e provvisorie. Con la proposta delibera di copertura del 100% della tarsu, possono infatti reperirsi circa 5/6 milioni di euro, cifra inadeguata a garantire sia annualmente che nel triennio la continuità e funzionalità dei servizi, e il mantenimento dei livelli occupazionali. La Gesip infatti costa annualmente oltre 50 milioni di euro".

"Nonostante la difficile condizione in cui versa questa azienda partecipata, e il disagio dei lavoratori che non hanno alcuna certezza del loro futuro (e ciò indipendentemente dalla effettiva efficienza dei servizi e dall’impegno lavorativo, elementi dei quali devono rispondere i quadri dirigenziali di nomina politica), l’Amministrazione non ha mai presentato in aula un piano industriale, un piano di sviluppo e di riorganizzazione di attività e  servizi, né un quadro di rientro delle perdite con indicazione delle possibili fonti di finanziamento. In altri termini, l’Amministrazione brancola nel buio e cerca di aggirare un’incapacità di affrontare e risolvere in modo definitivo i problemi aziendali, con soluzioni temporanee (come l’aumento Tarsu), che senza arrecare reali vantaggi a questi lavoratori, alla funzionalità dei  servizi, ed in generale all’organizzazione aziendale, si traduce - di fatto - in un danno che viene imposto alla collettività. La spiacevole sensazione è che l’Amministrazione stia cercando di arrivare - in modo più o meno approssimativo - a fine mandato. Nel frattempo l’attenzione si sposta sui problemi di ordine pubblico, che la mancanza di una programmazione certa, sia in termini aziendali che economici, finisce con il determinare".

 

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