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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Ultimatum di Musumeci: "La Sicilia sprofonda, o le riforme o andiamo tutti a casa"

Il governatore va all'attacco dopo che l'Aula ha deciso di rinviare in Commissione il collegato alla Finanziaria: "E' come se nel palazzo del Parlamento si vivesse in un'altra dimensione"

"O le riforme o tutti a casa". A lanciare questo ultimatum è il presidente della Regione, Nello Musumeci, dopo che ieri l'Aula ha deciso di rinviare in Commissione il collegato alla Finanziaria. Duro il commento del governatore: "La Sicilia sporofonda, aumenta il tasso di povertà, i nostri ragazzi continuano a partire all'estero e le imprese faticano, ma è come se nel palazzo del Parlamento si vivesse in un'altra dimensione. Siamo l'ultima regione d'Italia e la terzultima d'Europa".

"Prendo atto, con assoluta serenità - dice Musumeci - della volontà appena espressa dal parlamento siciliano di rinviare in commissione Bilancio il disegno di legge sul collegato alla Finanziaria. Aspetto fiducioso che il testo torni in Aula per essere serenamente valutato da tutti i gruppi politici, soprattutto negli articoli riguardanti la creazione del Polo per il credito agevolato (fusione Crias-Ircac) e la soppressione dell'Esa, l'ultimo vergognoso carrozzone della Prima Repubbblica".

"Una cosa è certa - sottolinea Musumeci - il mio è il governo del cambiamento, per il quale ho chiesto ed ottenuto a novembre il consenso del popolo siciliano. Se sulla strada delle riforme il Parlamento dovesse già da ora mettersi di traverso non ci sarebbe più alcuna ragione per restare al mio posto. In questa Regione devastata e saccheggiata dalla più famelica partitocrazia - conclude - non è più tempo per riproporre metodi antichi, tempi in cui la Regione mangiasoldi era utilizzata come bancomat. Voglio augurarmi che la mia preoccupazione sia del tutto infondata ma sentivo il dovere di informarvi".

“Mi sarei aspettato - commenta Claudio Fava, deputato del movimento Centopassi e Presidente della Commissione regionale antimafia - la presenza del presidente Musumeci oggi in Aula, perché questa è la sede della discussione e non una pagina Facebook se non vogliamo limitare questo parlamento ad una funzione ornamentale. Da mesi non si vota più una legge, da settimane l’Aula è bloccata su un ddl collegato alla finanziaria che non riesce neppure ad essere discusso. E questo non per colpa della partitocrazia o di altri nemici immaginari ma per una evidente collasso della maggioranza. Mentre il presidente sceglie di comunicare con l’aula attraverso la sua pagina Facebook, nessuna notizia abbiamo sul piano rifiuti, nessun intervento o proposta di riforma sostanziale, nessun intervento sul diritto alla studio.
Questo Parlamento non può essere preso in ostaggio dalle liti nella maggioranza. Il Governo porti in Assemblea regionale le sue cosiddette riforme e sia consentito al Parlamento di esprimersi. Altrimenti il presidente Musumeci non minacci dimissioni, le rassegni”.

“Caro presidente - afferma la capogrouppo M5S all’Ars Valentina Zafarana -, benvenuto sulla terra. Le è piaciuta l’accozzaglia elettorale messa in campo solo per raccattare voti in chiave anti-5stelle? Non ci voleva certo la palla di vetro per capire che con una maggioranza raccogliticcia di questo tipo sarebbe stato impossibile governare. Le sue lamentele, pertanto, ora sono fuori luogo, e suonano solo come scuse preventive. Pertanto ci faccia un piacere: dia rispose ai siciliani o vada veramente a casa”. Più che diretto anche Giancarlo Cancelleri: "Dopo sette mesi - Finanziaria a parte, e che Finanziaria - Musumeci non ha cavato un ragno dal buco. Saremmo tentati da dire peggio di Crocetta, anche se per la verità peggio di Musumeci c’è solo Musumeci. Al presidente chiediamo solo una cosa, governi se ci riesce, altrimenti vada a casa, ma lo faccia veramente senza ricattare nessuno. Ha voluto la bicicletta a tutti i costi? Ora pedali, anche se con le ruote bucate e i cerchioni malmessi, com’era chiarissimo fin prima delle elezioni. I siciliani aspettano risposte, non scuse che non incantano nessuno”.

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