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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Musumeci: "I dipendenti regionali? L'80% si gratta la pancia dalla mattina alla sera"

Polemica dopo le dichiarazioni del governatore. I sindacati: "Affermazioni gratuite che lasciano senza parole non solo perché poco eleganti, ma anche perché pronunciate dal formale datore di lavoro"

"I dipendenti regionali? Improduttivi. L'80% di loro si gratta la pancia dalla mattina alla sera". Parola del governatore siciliano Nello Musumeci, intervenuto ieri a Catania alle "Giornate dell'energia". "Ma non ditelo ai sindacati - ha aggiunto - Ora vogliono stare ancora a casa per fare il 'lavoro agile'. Ma se non lavorate in ufficio, come pensate di essere controllati a casa?".

Dichiarazioni che hanno scatenato polemiche - come prevedibile - proprio nel mondo dei sindacati. "Siamo sbigottiti - scrivono Cgil Cisl e Uil -. Per un attacco generico. E sconsiderato". Cgil Cisl e Uil siciliane e le loro federazioni del pubblico impiego all'indomani dell'intervento del presidente della Regione, passano all'attacco. "Affermazioni gratuite, che lasciano senza parole - denunciano i sindacati - non solo perché poco eleganti, per dirla così. Ma anche perché pronunciate dal formale datore di lavoro. E perché a quella sentenza Musumeci non ha affiancato riferimenti o riscontri concreti e neppure l'impegno formale a realizzare finalmente la riforma della pubblica amministrazione, quella sì necessaria e urgente - sottolineano i sindacati - per semplificare norme, snellire procedure, garantire efficienza organizzativa alla macchina della burocrazia. E' l’ennesimo scivolone del presidente, dopo le infelici uscite sui dirigenti accostati incautamente ad altri mali. E dire - rilevano - che Musumeci si era vantato di aver incluso nel suo programma elettorale (che vi alleghiamo) riforme importanti per l’efficienza della macchina amministrativa e l’innovazione digitale. Un libro dei sogni, a conti fatti, visto che nulla di tutto quello che ha promesso è stato ad oggi fatto o almeno avviato".
 
Per i confederali, "è la riforma che non c'è, la chiave di tutto". "Fare finta di nulla - sostengono - lasciare il mondo com'è e poi andare addosso ai lavoratori, fa pensare al tentativo di scaricare sui dipendenti l'incapacità di realizzarla, la riforma". Ai lavoratori, va anzi il grazie di Cgil Cisl e Uil. "Perché che da soli e con le loro sole forze - scrivono - hanno affrontato la sfida del lavoro agile in piena emergenza Covid, sia da casa che sul territorio, come il corpo forestale e la protezione civile".
 
Al governatore, continuano i confederali e le federazioni del pubblico impiego, "ripetiamo di essere pronti a raccoglierla, la sfida della riforma. Ma seriamente. Ne metta all'ordine del giorno il varo e ci convochi. Noi siamo disponibili a confrontarci per dare alla burocrazia regionale un assetto più moderno ed efficiente. Sempreché il governo e la politica facciano sul serio. Concretamente sul serio".

Così Giuseppe Badagliacca e Angelo Lo Curto del Siad-Cisal, commentando le parole pronunciate dal governatore: “Abbiamo ascoltato con profondo sconcerto le parole del Governatore Nello Musumeci contro i dipendenti regionali: accuse ingiuste, immotivate e offensive per tutti i lavoratori che ogni giorno svolgono il proprio dovere con abnegazione, anche in condizioni difficili. Evidentemente Musumeci è in difficoltà e prova a coprire i fallimenti del suo Governo puntando il dito contro l’anello più debole della catena, contro quei dipendenti che in piena pandemia hanno comunque lavorato e sono rientrati in servizio, nonostante la
carenza dei dispositivi di sicurezza. Se la macchina non funziona non è colpa dei dipendenti, ma di chi politicamente ne è a capo. Adesso basta, la misura è colma: valuteremo con i nostri legali se sussistono gli estremi per una querela, tutelando i lavoratori in ogni sede”.

Sulla polemica sollevata ieri dal presidente Musumeci è intervenuta la deputata nazionale del Movimento 5 Stelle, Roberta Alaimo. "Il Governatore della Regione Siciliana attacca i suoi dipendenti disegnandoli come scansafatiche. Eppure in questi anni i premi di produttività della dirigenza sono stati sempre assegnati e pure con il massimo livello. Come mai? Forse il pesce puzza dalla testa e quindi - aggiunge Alaimo - per nascondere un’incapacità della classe dirigente di programmare correttamente e, di conseguenza, valutare con obiettività e correttezza, si attacca l’ultima ruota del carro. Mi chiedo se il datore di lavoro ha fatto un corretto monitoraggio dello Smart working e quali siano gli esiti. Come sempre si butta in caciara per distrarre dai problemi reali e si generalizza colpendo la dignità e l’immagine di tanti lavoratori. Un comportamento irrispettoso da chi dovrebbe guidare la Regione Siciliana”.
 

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