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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Vecchi contro nuovi, guerra tra i 5 Stelle palermitani: salta l'assemblea

Movimento "polveriera": alta tensione e comunarie impantanate per il caso firme false. E per non infuocare gli animi già caldi sfuma il confronto tanto atteso. PalermoToday pubblica alcuni estratti della lettera di Varrica a Grillo

E' saltata l'assemblea del Movimento Cinque Stelle prevista ieri sera per cercare di fare chiarezza sul "giallo" delle firme alle Amministrative del 2012, sollevato da "Le Iene". Un caso di portata nazionale che ha impantanato le "comunarie" ed ha innalzato la tensione all'interno del movimento, già lacerato sulle candidature alle elezioni cittadine del prossimo maggio. 

Adriano Varrica - uno dei 122 candidati alle "comunarie" - che aveva convocato l'assemblea, nella tarda serata di ieri ne ha comunicato ufficialmente il rinvio. Il motivo? Il rischio che, anziché un confronto sereno, l'assemblea potesse trasformarsi in una vera e propria resa dei conti. Inoltre, secondo Varrica, ci sarebbero stati degli impedimenti operativi: la mancata comunicazione alla Digos con tre giorni d'anticipo del luogo dove si sarebbe dovuta svolgere l'assemblea. Non divulgato nemmeno agli stessi attivisti e non più disponibile, sempre a detta degli organizzatori.

La decisione di rinviare tutto arriva dopo una settimana in cui su social network e piattaforme informatiche varie, le divisioni tra i grillini si sono acuite. Innanzitutto perché la convocazione è stata circoscritta ad un numero limitato di attivisti. Ovvero ai soli iscritti al "Forum Movimento 5 Stelle Palermo" che fanno anche attività sul territorio. Tagliando fuori così centinaia di grillini non iscritti, alcuni dei quali lamentano anche di aver inviato da mesi richiesta di iscrizione non ancora confermata. Inclusi dei candidati alle "comunarie". In secondo luogo perché nel "gruppo ristretto" che avrebbe dovuto partecipare c'è una divisione tale che l'assemblea sarebbe risultata deleteria per il Movimento. Insomma, avrebbe peggiorato le cose. 

Una parte del M5S dunque ha preferito prendere tempo e posticiparla. Con buona pace di chi, come lo stesso Adriano Varrica aveva auspicato al più presto un chiarimento. Varrica tra l'altro sarebbe l'estensore della lettera indirizzata a Beppe Grillo, Davide Casaleggio e Luigi Di Maio, in cui viene chiesto un intervento sull'affaire firme senza attendere l'esito dell'inchiesta riaperta dalla Procura. Ecco alcuni estratti della missiva, di cui PalermoToday è venuto in possesso: "Le accuse mosse, in sè, sono relativamente gravi: si contesta - in sostanza - di avere falsificato delle firme che però si erano davvero raccolte; si sarebbe di fronte ad una fattispecie di cosiddetto falso 'innocuo' o 'irrilevante'. E' certo, però, che qualcuno abbia commesso degli sbagli". E ancora: "Ci affidiamo - con fiducia - al vostro ruolo di garanti, affinché vogliate adottare gli opportuni provvedimenti, così separando, in modo chiaro e netto, le responsabilità relative a questi spiacevoli eventi, dal gruppo di cittadino ormai da tempo attivi per costruire una seria e credibile alternativa politica per Palermo. Riteniamo, infatti, che fin quando non verranno prese le necessarie decisioni e fatta chiarezza, non ci siano le condizioni per procedere alle comunarie e avviare una lunga e impervia campagna elettorale".

La lettera, che ha già raccolto parecchie adesioni, è apparsa ad alcuni attivisti un attacco al gruppo storico dei grillini palermitani. Nella fattispecie a quegli esponenti del M5S che adesso siedono alla Camera dei deputati: Loredana Lupo, Riccardo Nuti, Chiara Di Benedetto, Claudia Mannino. Da un'altra parte della barricata c'è invece chi sostiene che gli "anziani" non siano i padroni del M5S e che il movimento debba aprirsi alla città, cominciando a ragionare sui programmi: tra questi ci sarebbero ad esempio William Anselmo e Igor Gelarda.

In un tale clima però trovare una soluzione che contemperi le istanze delle due fazioni sarebbe stato molto difficile. Concetto che sintetizza bene Giampiero Trizzino, deputato del M5S all'Ars, rispondendo alla domanda di un'attivista: "Reputo l'esigenza di un chiarimento da condividere in assemblea pubblica un fatto dovuto e assolutamente condivisibile. E' però innegabile che il clima che si sta creando potrebbe non aiutare". Sulla stessa scia Claudia La Rocca, secondo cui "in questo momento non ci sono le condizioni per un confronto sereno e ultile". Frasi che filtrano da conversazioni tra gli attivisti, in cui la deputata all'Ars parla di "accanimento" e sottolinea: "Non strumentalizziamo o facciamoci strumentalizzare da niente e nessuno".

Nella base però c'è chi contesta la decisione - presa da Varrica e sostenuta da Trizzino e La Rocca -  di convocare l'assemblea e poi quella dell'ultima ora di rinviarla. Così come il metodo e i contenuti della lettera indirizzata ai big del M5S. Argomenti, quest'ultimi, che segnano un punto in favore del gruppo degli "anziani", ma che non fanno altro che alimentare lo scontro interno al movimento.

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