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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

"E' fratello del vicesindaco", ministro della Cultura frena nomina di Giambrone al Massimo

Sollevata una ragione d'opportunità sulla riconferma del sovrintendente: "Segnale sbagliato alla città". Teatro a rischio commissariamento, Orlando convoca il Consiglio d'indirizzo della fondazione lirica e attacca Bonisoli: "Argomenti pretestuosi, goffo tentativo d'interrompere un percorso virtuoso"

Il ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli, mette in discussione la riconferma di Francesco Giambrone alla guida del teatro Massimo. Lo fa con una lettera che a breve dovrebbe arrivare sul tavolo del sindaco Leoluca Orlando, che è anche presidente della fondazione lirica teatro Massimo. Secondo quanto riferisce l'Ansa, il ministro Bonisoli solleva una ragione d'opportunità sulla nomina del sovrintendente Giambrone, decisa all'unanimità dal Consiglio d'indirizzo della fondazione. "Mi risulta - spiega il ministro - che Francesco Giambrone sia fratello di Fabio Giambrone, da alcuni mesi vicesindaco del Comune di Palermo".

Al ministro spetta l'ultima parola sulla nomina del sovrintendente, indicato dal Consiglio d'indirizzo. All'organismo - composto da cinque membri, più il sindaco - Bonisoli ha chiesto di valutare gli effetti della "stretta parentela tra vicesindaco e sovrintendente su chi partecipa alla vita del teatro", aggiungendo che si rischia di "dare un segnale sbagliato alla città".

Non si è fatto attendere l'intervento del sindaco Leoluca Orlando. Il Professore scende in campo a difesa del sovrintendente del Massimo: se la nomina ritarda, infatti, potrebbe essere commissariato non appena scadrà la proroga a Giambrone. "Appare quantomeno inusuale che il ministro della Cultura, non avendo argomenti formali e giuridici di alcun tipo e aspettando la vigilia di Ferragosto, nonché la scadenza del periodo di proroga del sovrintendente Francesco Giambrone, adduca argomenti del tutto incongrui e pretestuosi per ulteriormente rinviare la conferma dello stesso".

Così il primo cittadino, che subito rincara la dose: "Non vorrei che si trattasse di un goffo, ma comunque gravissimo tentativo di interrompere un percorso virtuoso unanimemente riconosciuto. Non è mai successo nella storia del nostro paese che il ministero non confermi le scelte del Consiglio d'indirizzo, peraltro in questo caso adottate all'unanimità; certamente ciò non può accadere in assenza di qualsivoglia motivazione formale e sostanziale. Mentre torno ad invitare il ministero a porre in essere con la dovuta urgenza un atto legittimo e doveroso, informo di aver convocato per domani 14 agosto il Consiglio d'indirizzo, avendo avuto la personale conferma di presenza di tutti i componenti e dell’organo di controllo".

"Sono certo - conclude Orlando - che il Consiglio d'indirizzo della fondazione teatro Massimo dimostrerà di essere assolutamente rispettoso della legalità ed immune da condizionamenti e pressioni da parte di chicchessia". Per Francesco Bertolino, presidente della commissione consiliare Beni e Attività culturali "le affermazioni del ministro della Cultura ci preoccupano. Giù le mani dal teatro Massimo. Ci auguriamo che al più presto arrivi la riconferma del sovrintendente Giambrone. Piena fiducia sul lavoro del Consiglio d'indirizzo della fondazione, che ha espresso all'unanimità la propria scelta. Davvero singolare la posizione del ministro, che prova a contrapporsi ad un organismo istituito proprio per esprimere l'indirizzo strategico di un teatro. E la scelta non poteva che essere di continuità, visti gli straordinari risultati di questi anni. Risultati di un teatro, certamente, ma conquiste di una città intera che con determinazione difenderemo come patrimonio culturale di una comunità".

In difesa di Giambrone scende in campo pure il senatore del Pd, Davide Faraone: "L’attacco del ministro Bonisoli al sovrintendente del teatro Massimo è un tentativo vergognoso di epurazione politica. Solo chi non conosce francesco Giambrone o, peggio, solo chi sa di non poter avere alle spalle un curriculum come quello del sovrintendente del Massimo, può arrivare a tanto squallore. Se poi lo fa un ministro che si occupa di cultura, e che quindi dovrebbe garantire la gestione delle attività culturali puntando sul merito, diventa un fatto molto grave". 

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