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Martedì, 28 Marzo 2023
Politica

Migranti, il Tar dopo la sospensiva: "Richiesta d'audizione della Regione inviata a mail sbagliata"

Gli uffici di Palazzo d'Orleans hanno presentato l'istanza fuori tempo massimo e a un indirizzo errato, secondo l'ufficio stampa della Giustizia amministrativa dopo che Musumeci ha più volte dichiarato che il Tar ha deciso "senza neppure ascoltarci". La replica del governatore: "E' falso"

"La richiesta di audizione" della Regione Siciliana davanti al Tar di Palermo - dopo l'istanza di sospensiva dell'ordinanza sullo sgombero degli hotspot migranti in Sicilia avanzata dal governo nazionale, poi accolta dai giudici amministrativi - è stata "sì formalmente presentata, ma ad un indirizzo telematico errato, non idoneo alla ricezione degli atti processuali, e comunque tardivamente, sicchè, per fatto imputabile alla stessa Regione Siciliana, tale richiesta non è stata tempestivamente acquisita nel fascicolo processuale".

Lo precisa l'ufficio stampa della Giustizia amministrativa in merito alle affermazioni del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, che ha più volte dichiarato che il Tar Palermo ha deciso "senza neppure ascoltare la Regione". Accuse rincarate nel corso della trasmissione condotta da Stefano Porro, durante la trasmissione 'Quarta Repubblica' del 31 agosto, in cui il governatore ha affermato: "Il Tar non ci ha voluti ascoltare... e' normale che questo possa avvenire all'interno di una strategia...". La nota dell'ufficio stampa precisa anche che "l'audizione delle parti nel giudizio cautelare monocratico non èobbligatoria".

Dalla presidenza della Regione, con una nota, viene però chiarito: "Non risponde al vero quanto dichiarato dall'ufficio stampa della Giustizia amministrativa. Il codice del processo amministrativo prevede che per il decreto monocratico il presidente del Tribunale possa sentire le parti, anche informalmente. Nel caso del ricorso notificato alla Regione, proprio perché si tratta di richiesta informale, l'avvocato generale della Regione ha dapprima chiamato il presidente del Tar, che gli ha riferito di non essere a Palermo, e poi ha inoltrato una pec all’indirizzo pubblicato nel sito della Giustizia amministrativa, quando si è appreso che il procedimento sarebbe stato deciso dalla presidente di quella sezione. Non si comprende la ragione per cui si faccia riferimento, nel comunicato diffuso, a una specifica casella di posta elettronica per la ricezione degli atti, non trattandosi di un procedimento cui il codice del processo amministrativo riconosce formalità, soprattutto se la decisione deve avvenire in poche ore. La realtà è molto più semplice: il decidente ha ritenuto di pronunciarsi inaudita altera parte, scelta che il rito consente, ma che in situazioni come questa avrebbe meritato, a nostro avviso, ben altra sensibilità. Come i fatti di questi giorni stanno inequivocabilmente dimostrando".

Articolo aggiornato con la replica della presidenza della Regione il 2 settembre alle 12.35

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