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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Una maglietta rossa contro "l'emorragia di umanità": Palermo con Libera per i migranti

E' il colore dei vestiti di tanti bambini morti in mare mentre tentano di raggiungere l'Italia. L'associazione: "L’Europa gioca allo scaricabarile con il problema dell’immigrazione e per non affrontarlo arriva a colpevolizzare chi presta soccorsi". Tutte le iniziative in programma

Indossare una maglietta rossa - il colore dei vestiti e delle magliette dei bambini morti in mare mentre tentano di raggiungere l'Italia - per mettersi simbolicamente nei panni dell'altro e testimoniare l'importanza dell'accoglienza. L'appello di Libera, rilanciato in queste ore in ogni parte d'Italia, arriva anche a Palermo, con l'adesione dei consiglieri comunali di Sinistra Comune Giusto Catania, Barbara Evola, Katia Orlando e Marcello Susinno, dei componenti del coordinamento di Sinistra Comune, di Cgil, Cisl e Uil.

Il capoluogo siciliano farà da apripista alle innumerevoli iniziative sparse per tutta l'Italia: il raduno di cittadini e realtà della rete di Libera Palermo è previsto alle 18 di oggi davanti a “Moltivolti”, in via Puglia 21, nei pressi di piazza Santa Chiara. Ci si presenterà tutti con una maglietta o un indumento rosso addosso  - sindaco e assessore Mattina in primis - per poi fotografarsi tutti insieme e postare la propria indignazione sulla rete, collegandosi idealmente al momento di raduno nazionale in programma alle 18.30 di sabato 7.

"Abbiamo sottoscritto - affermano i consiglieri - l documento che ribadisce l'importanza di una adesione corale alla cultura dell'accoglienza e della solidarietà. Ci schieriamo contro la negazione delle vite umane che ogni giorno si consuma sotto gli occhi di tutti. Il riferimento è agli indumenti di colore rosso che drammaticamente abbiamo visto sui corpi dei bambini migranti senza vita. Fermiamo l'emorragia di umanità".

"Rosso - si legge sul sito internet di Libera - è il colore che ci invita a sostare. Ma c’è un altro rosso, oggi, che ancor più perentoriamente ci chiede di fermarci, di riflettere, e poi d’impegnarci e darci da fare. È quello dei vestiti e delle magliette dei bambini che muoiono in mare e che a volte il mare riversa sulle spiagge del Mediterraneo. Di rosso era vestito il piccolo Alan, tre anni, la cui foto nel settembre 2015 suscitò la commozione e l’indignazione di mezzo mondo. Di rosso erano vestiti i tre bambini annegati l’altro giorno davanti alle coste libiche. Di rosso ne verranno vestiti altri dalle madri, nella speranza che, in caso di naufragio, quel colore richiami l’attenzione dei soccorritori. Muoiono, questi bambini, mentre l’Europa gioca allo scaricabarile con il problema dell’immigrazione – cioè con la vita di migliaia di persone – e per non affrontarlo in modo politicamente degno arriva a colpevolizzare chi presta soccorsi o chi auspica un’accoglienza capace di coniugare sicurezza e solidarietà. Bisogna contrastare questa emorragia di umanità, questo cinismo dilagante alimentato dagli imprenditori della paura. L’Europa moderna non è questa. L’Europa moderna è libertà, uguaglianza, fraternità. Fermiamoci allora un giorno, sabato 7 luglio, e indossiamo tutti una maglietta, un indumento rosso, come quei bambini. Perché mettersi nei panni degli altri – cominciando da quelli dei bambini, che sono patrimonio dell’umanità – è il primo passo per costruire un mondo più giusto, dove riconoscersi diversi come persone e uguali come cittadini".

“Una iniziativa dal valore simbolico  – affermano Enzo Campo, segretario Cgil Palermo, Leonardo La Piana segretario Cisl Palermo Trapani e Gianni Borelli per la Uil Palermo – che parte dall’obiettivo di contrastare l’ondata di insofferenza sociale che da mesi imperversa nel nostro Paese e che rischia di fomentare l’intolleranza nei confronti delle diversità, e in particolare dei migranti. Palermo è e deve restare una città accogliente e solidale, condividiamo dunque lo spirito e i contenuti dell’iniziativa e lanciamo un appello alla partecipazione a tutti i cittadini e ai nostri iscritti, ai quali chiediamo di pubblicare sui social le foto con le magliette rosse ”.

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