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Dossier Mef, Comune bocciato: scontro con lo Stato finisce in tribunale

Il ministero dell'Economia ha accolto parzialmente le controdeduzioni dell'amministrazione. Superati solo 8 rilievi tra i 46 contestati dagli ispettori dopo la verifica contabile del 2017. L'ira di Orlando: "Scarsa o nulla attenzione, a rischio i servizi. Atti trasmessi a Corte dei conti e Procura della Repubblica"

Comune bocciato. La bocciatura non arriva da un ente qualsiasi, ma dalla Ragioneria dello Stato. E riguarda la verifica amministrativo-contabile effettuata nel 2017, al termine della quale gli ispettori del Mef hanno ravvisato 46 irregolarità: dalle indennità ai videoterminalisti alla stabilizzazione degli ex Lsu, passando per l'inquadramento dei dipendenti del Coime e gli incarichi assegnati ai dirigenti. Le controdeduzioni del Comune sono state accettate solo parzialmente, innescando uno nuovo scontro. Con il sindaco Leoluca Orlando che ha già trasmesso gli atti alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti. 

Un contrattacco in pieno stile dopo che il ministero dell'Economia e delle Finanze ha comunicato al Comune di aver superato solo 8 rilievi, mentre per il resto è stata chiesta un'integrazione di documenti o addirittura ha respinto le controdeduzioni del Comune. L'ira di Orlando non si è fatta attendere: "Nel prendere atto dell'avvenuta accettazione di alcune nostre deduzioni - ha fatto sapere il sindaco attraverso una nota - non posso non registrare che in alcuni casi appare scarsa o nulla l'attenzione da parte del ministero alla documentazione e alle deduzioni della amministrazione comunale".

"Poiché deve essere chiaro a tutti che la tutela dei diritti acquisiti dei dipendenti del Comune di Palermo, nonché la garanzia della funzionalità e dei servizi dell'amministrazione comunale, - ha aggiunto - sono per noi la priorità assoluta non ci resta che trasmettere tutta la documentazione inerente questa verifica contabile e le controdeduzioni dell'amministrazione comunale alla Corte dei conti e alla Procura della Repubblica; quest'ultima perché accerti la regolarità sotto ogni profilo del comportamento e delle procedure seguite dalla commissione ministeriale".

Cosa succederà adesso? Come finirà il braccio di ferro del Comune con la Ragioneria dello Stato? Di sicuro, al momento, c'è che i rilievi del Mef rischiano di azzoppare la macchina burocatica. Con ricadute sui servizi erogati dal Comune, in un momento abbastanza critico per il taglio al fondo efficienza servizi (uno degli effetti della verifica amministrativo-contabile) e lo stallo sul salario accessorio dei dipendenti. 

L'opposizione chiede al sindaco un confronto in Consiglio. "Siamo molto preoccupati per la gestione della città e delle numerose criticità che stanno emergendo mese dopo mese. Criticità che rischiano di compromettere in maniera irreparabile il comune, le sue aziende e l’erogazione dei servizi". afferma Fabrizio Ferrandelli. "Riteniamo - aggiunge - che un confronto istituzionale franco, in Aula, non sia più rinviabile. C’è urgenza di affrontare le tante questioni sul tavolo, su cui anche il Mef punta i riflettori, e di contribuire ognuno per parte ad individuare i correttivi. Non si può fare finta di niente e continuarne a distrarre l’attenzione dai veri temi. Senza polemica e con reale spirito di servizio noi siamo pronti, ma serve una presa di responsabilità reale da parte di chi guida la città, smettendo di parlare di rimpasto e mettendosi a lavorare sulle cose concrete".

Secondo il capogruppo del Movimento 5 Stelle al Comune, Concetta Amella: "della cattiva gestione del Comune se ne sono accorti tutti, tranne il sindaco Leoluca Orlando. Probabilmente è troppo concentrato su tematiche internazionali per potersi occupare dei palermitani, ma questo non gli consente di mandare in malora la nostra città. In un Paese normale  - aggiunge Amella - qualsiasi sindaco alle prese con tutte queste gravi inadempienze rilevate dal Mef si sarebbe già dimesso, ma noi abbiamo la sfortuna di essere in balia di un sindaco del Pd maestro nel nascondere i suoi molteplici errori sotto la spazzatura e nel distrarre le persone attaccando i ministri e dando lezioni di buon governo, proprio lui che ha portato la città che amministra allo sfascio". Amella sottolinea che "i primi 46 rilievi degli ispettori del Mef sulla gestione del Comune sono il frutto delle interrogazioni parlamentari del M5S fatte nel 2016 e di ben due esposti, uno alla Procura della Repubblica e uno all’Anac, e non lasciano dubbi sull’operato spregiudicato della giunta Orlando che il M5S dal primo giorno ha attaccato duramente e con tutte le proprie forze con la consapevolezza di essere l’unica vera opposizione in Consiglio comunale, sempre dalla parte dei cittadini".

Su posizioni opposte Giusto Catania, capogruppo di Sinistra Comune, per il quale “l’ulteriore verifica del ministero dell’Economia e Finanza sulla situazione amministrativa-contabile del Comune di Palermo è la dimostrazione plastica di una scelta ideologica dello Stato che, attraverso l’imposizione dei vincoli arbitrari del patto di stabilità, ha deciso di eliminare qualsiasi possibilità, da parte degli enti locali, di erogare servizi pubblici".

Secondo Catania "siamo davanti a un concentrato di prescrizioni che tendono ad arrecare danni alla capacità di spesa del Comune di Palermo, impedendo il buon andamento della pubblica amministrazione e il regolare funzionamento della macchina amministrativa, limitando, in modo incomprensibile, perfino prerogative previste dalla legge. È evidente che c’è un disegno politico, perseguito ormai da oltre un decennio, che intende imporre ai Comuni l’esternalizzazione e la privatizzazione dei servizi pubblici locali. I partiti attualmente al governo del Paese avevano promesso, in campagna elettorale, l’eliminazione di alcuni vincoli del patto di stabilità che invece continua ad essere applicato in modo vessatorio e dannoso per i cittadini che subiscono le perversioni di vincoli finanziari privi di logica".

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