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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Roma boccia la mini sanatoria della Sicilia sugli abusi edilizi, Legambiente: "Ennesima sberla all'Ars"

Il governo nazionale ha impugnato la norma, fortemente voluta dall'assessore regionale Cordaro, con cui si rimettevano in discussione alcune costruzioni realizzate in aree sottoposte a vincolo. Zanna: "Il tempo dei condoni è finito, bisogna tutelare il paesaggio"

Va oltre le competenze che anche lo Statuto speciale attribuisce alla Sicilia. È con questa motivazione che la presidenza del Consiglio dei ministri ha impugnato la legge dell’Ars sulle costruzioni realizzate in aree sottoposte a vincolo. Un solo articolo, fortemente voluto dall’assessore regionale al Territorio e ambiente, Toto Cordaro, che dalle opposizioni e dalle associazioni ambientaliste era stata bollata come “mini sanatoria”. “Un’altra, l’ennesima sberla al Parlamento siciliano. Il tempo delle sanatorie è finito e bisogna tutelare il paesaggio. Adesso l’assessore Cordaro si impegni a ripristinare la legalità”, è il durissimo commento di Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia.

Sulla correttezza della norma, utile – secondo il governo regionale – per la semplificazione e l’uniformità del diritto in materia, l’assessore Cordaro era certissimo, tanto da parlare di “rischio impugnativa: zero”. Ma in questa battaglia, anche nella sua maggioranza, si è trovato abbastanza isolato. A fargli da sponda, almeno nelle intenzioni, soltanto qualche ala del Pd, in particolare dei territori del Nisseno e dell’Agrigentino. Durante la discussione in Aula della legge sull’edilizia, il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, infatti, ha chiesto e ottenuto che l’articolo 20 venisse stralciato e approvato singolarmente, come norma autonoma, per impedire che tutta la legge rischiasse di essere fermata dal governo nazionale. Come, in effetti, poi è davvero accaduto.

"Si trattava dell'ennesimo scempio ambientale: un condono edilizio che avrebbe consentito agli immobili totalmente abusivi, costruiti in aree di valore paesaggistico, di potere rimanere esattamente dove sono. Siamo felici che Roma, come avevamo chiesto con tanto di nota ufficiale, abbia messo una toppa, una grande toppa, alle spregiudicatezza del governo Musumeci che continua, con i fatti, a dimostrarsi il nemico numero uno dell'ambiente", affermano i deputati M5S della commissione Ambiente dell'Ars, Giampiero Trizzino, Stefania Campo e Stefano Zito.

"In Sicilia – conclude Trizzino – la politica con la 'p' minuscola aveva deciso che se hai commesso un reato, puoi farla franca. Alla faccia di chi rispetta le regole e paga le tasse. Qualcuno dica a Musumeci che le legge è uguale per tutti. Anche in Sicilia".

"Il consiglio dei ministri salva la Sicilia dall’aggressione al paesaggio e al territorio. Ma non possiamo sperare che sia sempre Roma a intervenire stoppando i tentativi del governo Musumeci di sanatorie edilizie sotto falso nome", dice Claudio Fava, deputato regionale dei Centopassi.

"Ci siamo fermamente opposti alla sanatoria del governo Musumeci. Siamo purtroppo, per l'ennesima volta, di fronte alla forzatura di un governo che non ascolta e poi va a sbattere. Un esecutivo che va avanti a colpi di mano, con norme approvate con un solo voto in più, pensate per favorire pochi a scapito dei siciliani, dell'ambiente e del territorio", è invece la posizione del segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo. E la deputata di Europa Verde, Valentina Palmeri, va oltre: "L'impugnativa delle leggi 17, 18 e 19 (2021, ndr) non possono passare per un semplice incidente di percorso, stante che notevoli perplessità su diversi punti di tali leggi erano state sollevati da me ed altri deputati, e che spesso gli stessi pareri degli uffici avevano evidenziato tali criticità. Inviterei il Presidente Miccichè a volere prevedere meccanismi migliori per l'esame delle obiezioni di costituzionalità sollevate in aula".

“Ci aspettiamo che l'assessore Cordaro – è, infine, la sfida del presidente di Legambiente Sicilia – adesso si adoperi con decisione e abnegazione nel risolvere il problema di tutti quei siciliani che, dopo aver compiuto un abuso edilizio e svanita la prospettiva della sanatoria, dovranno mettere a posto le carte e ripristinare la legalità nei loro immobili. È la sfida che gli lanciamo".

E a dover mettere mano alle carte per sanare centinaia di abusi ora saranno i proprietari. E non è escluso che per molti immobili possa arrivare il tempo delle ruspe. 

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