Giovani socialisti: Sicilia come Aleppo, le istituzioni intervengano
Il maltempo ha messo in luce tutte le criticità delle infrastrutture e della gestione della manutenzione in Regione. I Giovani Socialisti siciliani chiedono a gran voce interventi straordinari dalla regione, dalle ex province e dallo Stato
La Fgs Sicilia osserva con enorme preoccupazione quanto accaduto negli ultimi giorni, e non nasconde un’apprensione sull’impatto postumo che le perturbazioni, che ancora non hanno abbandonato la regione, rischiano di avere sul territorio. Un plauso anzitutto alla sindaca di Termini Imerese, Maria Terranova (M5S), che ha posto a rischio la sua stessa incolumità pur di evitare ulteriori danni personali ai suoi cittadini. Un gesto quasi socialista che i giovani socialisti hanno apprezzato. Molte scuole e attività sono attualmente chiuse nei territori maggiormente colpiti: le scuole chiuse creano problemi e ritardi formativi, le attività chiuse causano un impoverimento economico del territorio.
Tutti i disagi sono dovuti, oltre che alla straordinarietà degli eventi meteorici, alla mancanza di manutenzione e di interventi mirati. Strade statali, provinciali e strutture crollate o interrotte, non manutenute, rese impraticabili; corsi d’acqua con fondo non pulito, che portano con sé esondando tutta una serie di detriti; depuratori e potabilizzatori idrici fermati; bacini idrici sovrassaturi di acqua; reti fognarie assolutamente insufficienti a drenare le acque e, anzi, in molti casi straripanti di liquami fangosi, riversati così nelle strade; tetti di edifici pubblici crollati (come accaduto in una scuola) o divelti; tratti ferroviari difficilmente percorribili con binari sommersi dai liquami; strutture sanitarie e interi quartieri allagati, paesi resi paludi (vedasi Termini Imerese) o torrenti (vedasi, nel palermitano, paesi come Caccamo, i paesi della valle del torto e dei feudi, i comuni delle Madonie).
La Sicilia è in ginocchio e servono ora interventi straordinari non più rinviabili. Come già detto in un comunicato dello scorso 26 ottobre (pubblicato da CataniaToday l’8 novembre), urgono lavori seri di manutenzione e realizzazione. Ci sono comuni tagliati fuori dai collegamenti stradali a causa di strade interrotte o impraticabili, ci sono comuni che necessitano di interventi seri urgenti. La regione e il governo nazionale non possono non ascoltarci. Attesa l’impossibilità di spesa di gran parte dei comuni, ancora vincolati dal patto di stabilità o per sovraindebitamento, la regione ha il dovere di stanziare, entro gennaio, almeno 5 milioni per la pulizia straordinaria e il dragaggio dei letti dei corsi d’acqua e dei laghi, anche sul modello attuato in Liguria per abbattere i costi. Servono in più almeno altri 8 milioni regionali, oltre alle quote delle ex province, per gli interventi di ripristino e manutenzione sulle strade provinciali, ormai divenute impraticabili.
Le strade statali siciliane sono, infine, al collasso: la viabilità impraticabile in lunghi tratti rende necessario un intervento del governo nazionale per interventi e appalti per almeno 550 milioni di euro, tra ripristino, messa in sicurezza e manutenzione. Serve, infine, un nuovo piano regionale per la gestione del sistema fognario, affinché sia capace di agevolare il drenaggio delle acque pluviali, anche "straordinarie", dai centri urbani. La Sicilia è, oggi, un campo di guerra. Non intervenire significa voler mantenere la Sicilia come Aleppo. E la Sicilia non merita di essere una gigantesca Aleppo italiana. Governo e regione si adoperino.