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Fondi Ue, il ministro del Sud: "Alla Regione ci sono cose che gridano vendetta"

Peppe Provenzano, a Palermo per un'iniziativa del Pd, interviene sull'emergenza conti: "Serve un progetto serio di riforme". La replica dell'assessore Razza: "Il ministro straparla, il suo partito ci ha lasciato con soli 7 milioni e abbiamo superato un miliardo di spesa"

"Non chiedo le dimissioni di nessuno. Alla Sicilia serve un progetto serio di riforme che porti alla solidità di bilancio, serve chiarezza sui conti". Così Peppe Provenzano, ministro per il Sud, oggi a Palermo per un'iniziativa del Pd con amministratori ed esponenti del partito.

Provenzano attizza il fuoco delle polemiche seguite al giudizio di parifica della Corte dei Conti sulla situazione finanziaria della Regione. "Ci sono alcune cose che gridano vendetta - afferma - la Sicilia è fanalino di coda nell'utilizzo dei fondi europei. Lo dico senza polemiche, ho messo a disposizione le mie strutture come l'Agenzia per la coesione territoriale, per evitare il rischio disimpegno. Da gennaio serve un nuovo approccio, la Sicilia non può perdere un solo euro a sua disposizione".

Ruggero Razza 6-2Non si fa attandere la replica del governo regionale, attraverso l’assessore regionale per la Salute, Ruggero Razza: "Senza alcun rispetto di quella lealtà collaborativa tra istituzioni, che è un precetto costituzionale cui più volte si è richiamato il presidente Conte, il ministro Provenzano straparla di un governo eletto dal popolo. Qualcuno gli ricordi che il governo Musumeci ha trovato una programmazione europea, frammentata e a tratti inutilizzabile, con soli 7 milioni di euro di spesa certificata e anche quest’anno, se tutto andrà come deve, sarà superato il target previsto, cioè quasi 1,2 miliardi di euro. Forse è poco. Ma noi partiamo da quello che ha lasciato il partito di Provenzano dopo cinque anni. Noi, in due, abbiamo velocizzato più che si poteva. Si occupi il ministro di agevolare la riduzione dei tempi per le procedure e non si permetta di dare pagelle al presidente della Regione, perché non ne ha nè i titoli, nè rientra nelle sue competenze istituzionali. Ci siamo davvero stufati di chi pontifica, dimenticando cosa ci è stato lasciato e, soprattutto, da chi".

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