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Firme false 5 Stelle: gli indagati salgono a 13, Nuti non parla e non scrive

Il deputato pentastellato si è rifiutato di rilasciare il saggio grafico richiestogli dai magistrati. Stessa scelta fatta da altri quattro indagati interrogati, Claudia Mannino, il marito Pietro Salvino, il cancelliere del Tribunale di Palermo Giovanni Scarpello e l'avvocato Francesco Menallo

Salgano a 13 gli indagati nell'inchiesta sulle firme false che ha coinvolto il Movimento 5 Stelle. Ai 10 nomi già noti, si aggiungono Pietro Salvino, marito della deputata nazionale Claudia Mannino, la parlamentare Giulia Di Vita e Riccardo Ricciardi, marito della deputata nazionale Loredana Lupo. Intanto proseguono gli interrogatori. Si è avvalso della facoltà di non rispondere anche il cancelliere del Tribunale di Palermo Giovanni Scarpello. Presentatosi davanti al procuratore aggiunto Dino Petralia e al sostituto Claudia Ferrari, ha fatto scena muta come i deputati nazionali Riccardo Nuti e Claudia Mannino e il marito di quest'ultima Pietro Salvino. Non parla nemmeno Francesco Menallo, avvocato e attivista 5Stelle.

L'incontro tra Nuti e i magistrati di Palermo che lo indagano è durato appena un quarto d'ora. Nuti si è avvalso della facoltà di non rispondere, come in precedenza ha fatto l'altro deputato Claudia Mannino. Lasciando il Palazzo di Giustizia l'ex capogruppo alla Camera dei 5 Stelle, che non si è ancora autosospeso, non ha rilasciato alcuna dichiarazione.

Nuti, accompagnato dall'avvocato Antonina Pipitone, è arrivato alle 12,40 in Tribunale. Alle elezioni del 2012 il deputato palermitano era candidato sindaco. Il deputato pentastellato si è anche rifiutato di rilasciare il saggio grafico richiestogli dai magistrati. Stessa scelta avevano fatto gli altri due indagati interrogati oggi: Claudia Mannino e il marito, Pietro Salvino. Disattesa dunque la linea tracciata dal leader del Movimento, Beppe Grillo, ovvero quella del "chi sa parli". Anche Samanta Busalacchi, due giorni fa, ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. L'incontro di Busalacchi con i magistrati palermitani era durato appena 20 minuti.

Durante il breve incontro di sabato mattina l'attivista grillina, fedelissima del deputato Nuti, aveva però accettato - su richiesta dei pm - di scrivere di suo pugno alcune frasi di fantasia per poi consentire ai periti della Procura di effettuare un saggio grafico. In tutto gli indagati sono tredici. Nei giorni scorsi l'unica a recarsi di sua spontanea volontà dai pm è stata Claudia La Rocca, che insieme all'altro parlamentare regionale siciliano Giorgio Ciaccio sono gli unici ad essersi autosospesi.

LE REAZIONI - "Apprendiamo che tanti campioni dell'onestà stanno sfilando in Procura avvalendosi della facoltà di non rispondere e rifiutandosi di offrire la propria firma per le comparazioni. È evidente che tale strategia difensiva, per quanto legittima, punta a dilatare i tempi processuali per arrivare alla prescrizione. Né più, né meno come ha sempre fatto Silvio Berlusconi", afferma Carmelo Miceli, segretario provinciale del Partito democratico di Palermo.

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