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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

Caso firme false, bufera sui 5 Stelle: "Tutto corretto, noi parte lesa"

La deputata regionale siciliana Claudia La Rocca, attivista della prima ora, prova a fare chiarezza: "Le 850 firme raccolte in un giorno? In realtà le avevamo già tutte, è stato un eccesso di scrupolo"

"La sera di marzo che ricorda Vincenzo Pintagro, come la sera di aprile, erano due delle tante sere trascorse in sede a lavorare, nulla di più. Sono realmente amareggiata da questa vicenda e spero solo che nessuno voglia sostituirsi alla magistratura, la sola a dover fare luce attraverso le necessarie indagini". Rompe il silenzio la deputata regionale siciliana Claudia La Rocca del Movimento 5 Stelle, che fornisce la sua versione in merito alla vicenda delle presunte firme false, sollevate dalla trasmissione 'Le Iene', con un nuovo servizio. "Il MoVimento 5 Stelle in questa vicenda è parte lesa perché qualcuno ha probabilmente compiuto un reato utilizzando il nostro simbolo - dice La Rocca - Se sarà accertato che i colpevoli sono iscritti al MoVimento 5 Stelle saranno presi adeguati provvedimenti disciplinari".

La Rocca poi spiega: "Durante i mesi della campagna elettorale di Palermo eravamo soliti trascorrere molte ore della giornata in sede (al netto di impegni personali, impossibili da ricordare dopo oltre 4 anni), era praticamente una seconda casa per noi, soprattutto negli orari pomeridiani e serali. Non per nulla nella mia mail, a cui si fa riferimento nel servizio, parlo di "record'' di permanenza in sede. Per tale ragione, nella mail da me scritta in data 4 aprile, parlo di controllo dei moduli, senza dubbio fatto prima della consegna degli stessi. Ciò non vuol dire in nessun modo che abbiamo controllato moduli per 13 ore, un movimento politico in sede lavora al programma, organizza incontri con cittadini e soprattutto pianifica la campagna elettorale che in una città grande come Palermo, prevede l'organizzazione di eventi e della linea comunicativa, tutto ciò è quello che facevamo quotidianamente".

"Il professor Pintagro - aggiunge Claudia La Rocca - continua a fornire versioni differenti dei fatti. In una prima intervista dichiara di aver visto Samantha Busalacchi e Claudia Mannino ricopiare le firme; in un'altra intervista parla di una fantomatica riunione in cui si sarebbe parlato delle firme ricopiate e alla quale sarebbero stati presenti tutti gli attuali portavoce palermitani tranne me, facendo anche il nome di Giampiero Trizzino, che durante quel periodo svolgeva un dottorato di ricerca a Milano in un'intervista ad un giornale dichiara nuovamente che, in una stanza, Mannino e Busalacchi ricopiavano le firme e che in un'altra stanza erano presenti anche Riccardo Ricciardi e Francesco Lupo (circostanza del tutto impossibile, poiché quest'ultimo nel periodo delle comunali non era ancora attivista). Nella giornata di ieri fa dei clamorosi passi indietro incolpando Le Iene e apostrofandole come ''serve di Berlusconi''. Oggi dichiara di essere stato preso in giro dagli attivisti di Palermo, affermando che "il fatto" sia avvenuto a marzo (mentre nel servizio televisivo, Le Iene lasciano intendere che la notte incriminata sia quella del 4 aprile, dove però Pintagro, secondo le sue dichiarazioni, non ha mai visto me)".

Poi la conclusione: "Pintagro sostiene inoltre di aver ricevuto una chiamata dal proprietario della sede, il quale lamentava di aver trovato cartoni di pizza, e per questo utilizza il termine "bivacco", facendo i nomi di diversi attuali portavoce, fra cui Giampiero Trizzino e Azzurra Cancelleri, la cui presenza in sede, in quel periodo, era abbastanza difficile, visto che entrambi non vivevano a Palermo - dice ancora a deputata del M5S -. Sul numero delle firme, la ricostruzione è del tutto inesatta, Le Iene infatti dicono che il 4 aprile avevamo raccolto solo 850 firme, non è vero, la realtà è ben altra. Avevamo già tutte le firme, ma per un eccesso di scrupolo volevamo essere certi che fossero state raccolte tutte in maniera corretta, infatti le 850 di cui parlano Le Iene, erano corredate sia della data di rilascio che di quella di scadenza dei documenti dei firmatari, mentre tutte le altre avevano solo la data di scadenza del documento".

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