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Firmato il Patto con lo Stato per risanare il Comune: "Evitato il dissesto, ora contiamo di ridurre gli aumenti Irpef"

Si apre un nuovo capitolo per Palazzo delle Aquile, che riceverà 180 milioni in vent'anni per rimettere in sesto i conti. L'intesa è rimodulabile annualmente, entro il 31 marzo il Consiglio potrà modificare il piano di riequilibrio. Lagalla e Varchi: "Voltiamo pagina"

Accordo fatto. In calce al Patto con lo Stato ci sono le firme del Comune e della presidenza del Consiglio. Si chiude un lungo iter, iniziato con l'amministrazione Orlando, e si apre un nuovo capitolo per Palazzo delle Aquile, che riceverà 180 milioni in vent'anni per cominciare a risanare i conti.

Soldi che non bastano ma che, in virtù di una clausola per poter rimodulare l'intesa annualmente e non più dopo un quinquiennio - come inizialmente previsto ai tempi di Orlando - l'amministrazione guidata da Roberto Lagalla punta ulteriori misure di sostegno da parte dello Stato e, contestualmente, a "sterilizzare" gli aumenti dell'addizionale Irpef previsti soprattutto a partire dal 2024.  

Nel frattempo però la partita si sposterà nuovamente a Sala delle Lapidi, che entro il 31 marzo (così come ottenuto dal Comune con il decreto Aiuti quater) potrà modificare il piano di riequilibrio. Il risanamento delle casse comunali sarà quindi un percorso a tappe, per nulla facile anche se il sindaco Lagalla si dice "contento" per aver tagliato il primo traguardo: "Abbiamo salvato l'amministrazione dal dissesto. Ora ci sono tutte le carte in regola per mettere in atto il piano di riequilibrio che restituirà al Comune correntezza economica. Abbiamo già ottenuto un incremento finanziario di 40 milioni per il 2024 e, dopo aver evitato l’aumento dell'Irpef per 100 milioni per gli anni 2022 e 2023, proprio col piano di riequilibrio contiamo di erodere ancora il gettito Irpef anche per i prossimi anni, evitando di gravare sulle economie dei palermitani".

Segue "ringraziamento al governo Meloni per la possibilità di rimodulare il Patto con cadenza annuale, dando al Comune l’opportunità di rivedere l’erogazione delle risorse finanziarie statali in base alle esigenze della città". Sulla stessa scia il vicesindaco e assessore al Bilancio, Carolina Varchi, che aggiunge: "L'accordo con lo Stato è un traguardo fondamentale per il futuro di Palermo, frutto del grande sforzo di questa amministrazione che ha approvato bilanci che non avevano il via libera da più di due anni. La collaborazione tra il Comune e il governo nazionale è stretta ed è dimostrata dal fatto che, rispetto al Patto elaborato dalla precedente amministrazione, che non ebbe il placet né degli uffici né del Consiglio comunale, questo è un accordo che può essere rimodulato di anno in anno, tenendo conto delle specificità e dei bisogni della città, ma soprattutto delle sensibilità di una nuova maggioranza consiliare".

Così l'assessore Varchi prova a responsabilizzare "il Consiglio comunale, e con esso i cittadini, che sarà protagonista delle modifiche che annualmente saranno apportate. Parallelamente continuiamo a coltivare le interlocuzioni che ci consentiranno di portare maggiori risorse nelle casse del Comune, così come accaduto già durante la finanziaria". 

Le reazioni

"Grazie al lavoro portato avanti dal sindaco Roberto Lagalla è stato possibile tagliare l’aumento dell’Irpef e rendere questo accordo flessibile, mettendoci nelle condizioni di valorizzare il personale e investire sui servizi ai palermitani. Adesso ci aspettiamo da Roma risposte concrete anche in termini finanziari per rilanciare la città", dichiara Dario Chinnici, capogruppo di Lavoriamo per Palermo a Sala delle Lapidi.

Esprime "grande soddisfazione" il vicepresidente vicario del Consiglio comunale, Giuseppe Mancuso, che auspica adesso il "rispetto degli impegni di potenziamento della pianta organica e valorizzare il personale già in organico con l'aumento delle ore contrattuali ai lavoratori part time. Trattasi di provvedimenti indispensabili al fine di erogare servizi efficienti ai cittadini, alle imprese ed alle famiglie. La firma dell'accordo con la Stato garantirà il riequilibrio del bilancio".

Di segno opposto le parole di Mariangela Di Gangi, consigliera di Progetto Palermo: "Risultano fuori luogo i toni trionfalistici del sindaco e della maggioranza nel salutare la firma dell’accordo con lo Stato e nel sottolineare i meriti di questa amministrazione. Un accordo che non è di una virgola (né di un centesimo) diverso da quello abbozzato dalla precedente amministrazione circa un anno fa. Intanto però, da settembre, non si fa altro che parlare del tanto atteso accordo come fosse la panacea di tutti i mali o un punto di svolta. Una svolta che non c'è e che - ad onor del vero - non può esserci, se non cambiano le politiche nazionali e regionali, che vedono le amministrazioni pubbliche come aziende nelle quali i conti hanno più valore dei servizi e i bilanci più valore delle persone. Sarebbe proprio secondo questa logica che dovremmo valutare questo accordo come una sostanziale sconfitta dell'amministrazione Lagalla, che nonostante i 'governi amici' non porta a casa niente di più di quanto avesse già concordato la precedente amministrazione".

Nicolò Scaglione del Csa-Cisal plaude "all’amministrazione e al sindaco Roberto Lagalla per aver centrato l’obiettivo: al di là dei miglioramenti che si potranno apportare e della necessità di evitare ulteriori aumenti delle tasse, che ribadiamo con forza, il Comune adesso è nelle condizioni di poter rispettare gli impegni presi attraverso un potenziamento della dotazione organica, assumendo nuovi dirigenti, aumentando le ore ai lavoratori part-time, stabilizzando gli ultimi 90 Lsu e riconoscendo dopo anni la legittima aspettativa di carriera ai dipendenti. Si tratta di provvedimenti indispensabili per rimettere in piedi gli uffici ed erogare servizi efficienti ai palermitani, alle imprese e alle famiglie e che vanno trasformati subito in realtà".

"Con i fondi dello Stato si potranno risolvere le tante problematiche che riguardano l’ente partendo dal rilancio delle società partecipate per continuare con il potenziamento della pianta organica e dei servizi resi ai cittadini. Ma soprattutto si potranno aumentare le ore ai tanti lavoratori part time del Comune e stabilizzare Asu ed lsu, dopo tanti anni ancora precari. Ribadiamo che con solo 20 ore settimanali è impensabile fornire un servizio efficiente ed efficace alla cittadinanza". Così Luisella Lionti e Toto Sampino, segretari della Uil e Uil Fpl Sicilia, che concludono: "Il debito sarà dilazionando nei prossimi vent’anni. Speriamo che sia l’ultima volta che si debba ricorrere a questa soluzione per tamponare le emergenze e garantire il riequilibrio del bilancio".

“Il Patto fra Stato e Comune di Palermo deve porre le basi per un rilancio concreto della città. Chiediamo dunque un incontro all’amministrazione comunale per valutare insieme l’impatto che questo  accordo avrà sulla vita dei cittadini e dei lavoratori”. Cosi il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, il segretario generale Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana e il segretario della Uil Sicilia e Area Vasta, Ignazio Baudo, commentano l’accordo fra lo Stato e il Comune di Palermo. Cgil Cisl Uil Palermo hanno inviato stamani una lettera indirizzata al sindaco Lagalla e alla sua giunta per chiedere un incontro. “Non conosciamo nel dettaglio il contenuto del Patto, ma di certo sappiamo che ci sono ancora tante emergenze sociali da affrontare, e non avere il peso del dissesto potrebbe sostenere meglio nuovi programmi di rilancio e la soluzione a tanti problemi".

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