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Nuova polemica tra M5S e giornalisti, incontro-scontro al ristorante

Al termine del comizio in piazza Verdi, i pentastellati e alcuni cronisti hanno scelto lo stesso locale. La presenza della stampa è stata mal digerita da Di Maio e colleghi. L'accusa: "Di Maio ha detto 'O noi o loro'", la replica: "Nessun ultimatum"

Chiusura di campagna elettorale con polemica - consumata tra articoli di stampa e bacheche Facebook - per i rappresentanti del Movimento Cinque Stelle. "Antagonisti" dei pentastellati, ancora una volta, alcuni giornalisti. Oggetto del contendere una cena in un noto ristorante cittadino venerdì sera, al termine del comizio tenuto dai 5 Stelle in piazza Verdi

L'episodio accade intorno alla mezzanotte di venerdì. La delegazione del M5S sceglie il ristorante di Gigi Mangia per cenare. Stessa scelta fatta da tre cronisti inviati a Palermo proprio per seguire le ultime fasi della campagna elettorale: Mario Ajello del Messaggero, Luca De Carolis del Fatto quotidiano e Gabriella Cerami dell’Huffington post. "Quando è entrato – racconta Ajello – Di Maio ci ha riconosciuti, ha fatto una smorfia ed è uscito a parlare con Casaleggio. Poco dopo è tornato all’interno e ha detto a voce alta 'O noi o loro'. Una scena simile mi era già accaduta con Grillo in una discoteca di Rimini. Il ristoratore non ha obiettato alcunché". A quel punto, i tre cronisti sono andati via. "Casalino (il capo della comunicazione grillina ndr) – scrive Ajello – sembra l'unico che capisce la volgarità che la sua compagnia ha appena compiuto. È anche l'educazione ciò che fa la differenza tra i liberali e gli altri".

E su Facebook interviene lo stesso ristoratore, in un lungo post rilanciato dallo staff del Movimento Cinque Stelle “Avrei voluto aspettare - scrive Mangia - ma credo che sia necessario fare chiarezza sulla cena di ieri sera al mio ristorante. Mi spiace, ma mi corre l'obbligo di raccontare quello di cui sono stato attore e spettatore. Ieri sera intorno alle 22 ho ricevuto una prenotazione: Con cortesia mi si chiedeva se potevo ricevere una ventina di persone intorno alla mezzanotte. Dopo la mia conferma mi hanno prenotato a nome del movimento cinque stelle. Poco prima di mezzanotte tre giornalisti, due dei quali erano già stati ospiti del mio ristorante sono arrivati. Li ho accolti con gioia, i rapporti che in questa settimana si sono consolidati giustificavano questo sentimento. Avevo appena portato l'acqua ed è entrato il signor Grillo con alcuni collaboratori. Dopo i saluti, il signor Grillo si è avviato al bagno e io sono uscito fuori perché si era formato un grosso capannello di curiosi. Desideravo chiudere la porta e, vista l'ora, desideravo procedere celermente alla comanda. Rientrando ho trovato i giornalisti in piedi e contrariati, il signor Ajello dicendo di non voler causare danno sarebbe andato via, [...] Io, in fede, non sono stato testimone di alcun alterco e di nessun ultimatum o minaccia, non capivo la loro scelta di andar via uscendo mi hanno spiegato che se loro fossero rimasti, gli altri sarebbero andati via. Sono rimasto molto male, ma ho pensato che fosse un atto di amicizia, ma io non avevo assistito ad alcuna minaccia. Oggi con tristezza assisto alla deflagrazione di una bomba mediatica, Le certezze: nel mio ristorante hanno cenato insieme con altri gli onorevoli Di Maio e Di Battista e il signor Grillo, non ho assistito ad alcun alterco. Le certezze: I tre giornalisti hanno lasciato il mio locale prima si ordinare, le tristezze: le aggressioni mediatiche proditorie. Pensavo che la scelta de tre giornalisti fosse atto di generosità e non per creare caso. Spero che il clima in questo nostro Paese cambi presto, perché odio e inganno non generano bei figli. Spero che tutto sia nato da un equivoco e per questo invito i giornalisti, il signor Grillo e gli onorevoli Di Maio, Di Battista e Cancelleri. Ceniamo insieme con i buoni cibi siciliani e brindiamo insieme alla salute dei siciliani e di tutte le persone - conclude Gigi Mangia - di buona volontà”.

Ennesimo atto di un rapporto - quello tra i 5 Stelle e la stampa - sempre conflittuale.

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