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Martedì, 23 Aprile 2024
Regionali Sicilia 2017

Regionali al veleno, Di Maio a Berlusconi: "Siciliani non crederanno a chi dice balle"

In un video sulla pagina Faceboook del candidato alla presidenza Giancarlo Cancelleri la replica al lungo intervento dell'ex Cavaliere al Politeama: "Chi ci vota non ha testa? Ha offeso 10 milioni di italiani. Siamo abituati..."

Ultimi giorni di campagna elettorale per le elezioni regionali e ultimi (forse) veleni. Ieri è stato il giorno di Berlusconi, che dal palco del Politeama ha riportato le lancette dell'orologio indietro nel tempo - all'epoca del 61 a 0 - e ha rilanciato in grande stile il "suo" programma per la Sicilia non dimenticando precisi e puntuali attacchi ai rivali. Uno su tutti Giancarlo Cancelleri e il Movimento 5 Stelle. La replica è arrivata ben presto dalla pagina Facebook del candidato alla presidenza. A parlare però, in un video, non è Cancelleri ma Luigi Di Maio: "Mi sento di fare questo appello a tutti i cittadini siciliani. Non possiamo più credere a questa gente che gioca a spaventarvi dicendo delle balle come ha fatto Berlusconi".

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Di Maio replica all'ex Cavaliere punto per punto. "Chi vota per il M5S è una persona che non ragiona? Lei ha offeso 10 milioni di italiani. Alle sue gaffe ormai siamo abituati...".

"L'abbiamo già detto in campagna elettorale nel 2013 - dice Di Maio - non abbiamo avuto l'opportunità di andare al governo anche perché lei ha rieletto Napolitano insieme alla sinistra. Adesso state provando a non farci andare al governo facendo una legge elettorale che avete votato insieme a Lega, Pd e Forza Italia e Alfano per tirarci fuori dal dal governo delle prossime elezioni ma avrete una brutta sorpresa come credo che avrete una brutta sorpresa in Sicilia. I siciliani ci sorprenderanno il 5 novembre non solo andando a votare in massa, ma soprattutto - aggiunge - non andando a votare voi e Nello Musumeci che lei si è degnato di nominare dopo tanti mesi, in cui non era nei suoi pensieri, nei suoi post e nei suoi video".

E ancora rivolgendosi a Berlusconi: "Lei dice che vogliamo introdurre una tassa successione, patrimoniale o vogliamo mettere un'imposta sulla casa; l'imposta sulla casa c'è l'ha messa lei. Non vogliamo introdurre nessuna patrimoniale nel programma non c'è, né la tassa di successione, una tassa illiberale. A differenza sua non abbiamo avuto vent'anni per governare questo paese per aver l'occasione per abolire le cose ridicole e indegne che stanno massacrando le imprese cittadini. Ne istituiremo altre come il reddito di cittadinanza. A differenza sua noi ci stiamo prendendo la prima volta la responsabilità di governare la Sicilia e il paese per andare a fare quelle cose che lei presidente Berlusconi e anche il centro sinistra non avete fatto nonostante. Con queste menzogne perde credibilità. Lei, sempre lei, è quello che dice chi è contro l'assenza del vincolo di mandato e ci dice che si deve reintrodurre il vincolo di mandato ma il suo partito ha fondato lo 'Scilipotismo' e soprattutto il suo partito sta imbarcando gente alla Camera dal gruppo misto e anche da altri partiti anche nostri ex parlamentari che sono passati al misto lei se ne è presi. Quindi è inutile che dica che vuole introdurre il vincolo di mandato se poi i suoi accolgono nel suo partito gente che ha cambiato casacca due o tre volte". 

Intanto a sinistra gli schieramenti - divisi tra Claudio Fava e Fabrizio Micari - sono impegnati a litigare. I temi sono sempre gli stessi: il voto utile e gli "impresentabili". A innescare la polemica è Fabrizio Micari: "Cosa ci sta a fare una commissione antimafia se ci dice i risultati dopo il 5 novembre? Una commissione che ci dice che non è in grado di dare i risultati prima del 5 novembre è una commissione inutile".

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Ma Fava non ci sta: "Rispetto a precedenti elezioni, la certificazione della Commissione antimafia è solo un atto notarile. Sappiamo nomi e cognomi di chi è candidato e ha precedenti giudiziari: se Micari e Musumeci hanno deciso di metterli in lista, questo non riguarda l'Antimafia; così come non passa per la legge Severino il tema dei candidati incensurati ma assolutamente impresentabili per ragioni morali, familiari, per frequentazioni e di contesto territoriale". 

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